I matrimoni nel Centro Italia
Panoramica delle tradizioni dei matrimoni nell'Italia centrale
Nel centro Italia sono diverse le tradizioni matrimoniali, a seconda della regione.Per secoli si tramandano delle usanze, quando due persone decidono di compiere questo importante passo, che poi vengono anche rigorosamente rispettate attualmente.
Nelle Marche, ad esempio, il matrimonio contadino era un rito scandito da dei momenti precisi.
Il primo era quello dell’incontro tra i genitori degli sposi per stabilire la ‘dote’ e la data delle nozze.
Il giorno preciso in cui i due futuri coniugi si dovevano sposare dipendeva dalla grandezza della terra: l’evento avveniva di sabato se l’uomo era mezzadro di un piccolo podere, mentre si anticipava di giovedì se il ragazzo lavorava in grandi appezzamenti.
Sempre in terra marchigiana, un altro momento fondamentale era quello della cosiddetta ‘impajicciata’, che vedeva protagonisti gli amici degli sposi, i quali con della paglia, tracciavano il percorso che dalla casa dei futuri marito e moglie, portava a casa dei genitori dei due, e poi riempivano il nuovo ingresso della dimora con foglie di fico e residui di aglio.
Un’altra usanza era quella dell’accuncio: un corteo trasportava gli oggetti della sposa nella futura casa un biroccio, ossia un piccolo carro tirato da due buoi.
Nelle Marche, il matrimonio era una festa per tutti i paesi, tanto cheall’uscita dalla chiesa si formava un lungo corteo con in testa gli sposi che si dirigeva verso casa della nuova moglie, dove la madre di lei offriva a tutti delle ciambelline di zucchero e vino.
Subito dopo ci si dirigeva verso la casa degli sposi, luogo nel quale iniziava il ricevimento nuziale.
In Umbria, invece, le tradizioni erano legate al periodo medievale, sia dal punto di vista dell’abbigliamento che per quanto riguarda il cibo.
Un rito che si faceva una volta è quello del ‘serraglio’, definito in altre zone del centro Italia anche ‘laccio’, parata’ oppure ‘ancorafettuccia’: un gruppo di invitati sbarrava alla sposa la strada che conduceva in chiesa, impedendone il passaggio con un lunga fune (il serraglio per l’appunto) e per proseguire il suo percorso la futura moglie doveva pagare un pedaggio, offrendo agli invitati dei confetti e delle monete.
Anche in Toscana, c’era un forte legame con il Medioevo, con un vero e proprio ‘matrimonio medievale’ che ancor oggi, ogni anno si celebra a Suvereto in provincia di Livorno: un rito civile in abiti tradizionali del trecentesco palazzo comunale.
Particolare pure il banchetto nuziale, nel quale vengono servite pietanze storiche tipiche del Medioevo.
Infine, il Lazio è stato molto legato alla civiltà dei Romani in fatto di matrimoni.
La formula dei riti era ‘Ubi et Gaius, ego Gaia’ di origine latina che significava letteralmente ‘Dovunque tu sia, lì io sarò’ con la quale la sposa si ‘sottometteva’ al marito, rinunciando alla potestà paterna.
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