I - XI (preesistenze intorno) La vecchia Cattedrale risale quasi certamente ad anni o addirittura secoli anteriori al Mille. La sua dimensione era più che sufficiente per le poche centinaia di persone che abitavano nella antica Aesis. Essa probabilmente fu edificata sui resti di una chiesa dedicata a S. Salvatore, costruita a sua volta sul principale tempio del foro romano. La Cattedrale sorgeva così all'incrocio tra il cardo e il decumano dell'antico accampamento romano, su quella che anticamente era denominata piazza S. Floriano, oggi piazza Federico II. XII - 1208 (costruzione intero bene) Sul finire del sec. XII venne iniziata la costruzione della nuova Cattedrale, dedicata a S. Settimio e consacrata nel 1208 dal vescovo Dago, titolare della Diocesi di Jesi dal 1208 al 1218. L'edificio non era del tutto terminato in quanto presentava una facciata incompleta; aveva tre navate di dimensioni più piccole rispetto a quella attuale e un protiro che si affacciava su piazza Federico II. Il campanile, in stile romanico, non aveva grandi dimensioni ed era collocato alla destra della chiesa. La Cattedrale era congiunta all'attiguo Palazzo Vescovile da una loggetta in stile gotico. 1237 - 1237 (realizzazione facciata) L'architetto Giorgio da Como, immigrato a Jesi dall'Italia settentrionale, nello specifico chiamato per costruire il Palazzo dei Priori, progettò e realizzò la facciata, certamente risultato di grande prestigio, eseguita in una fase di transizione dal romanico al gotico. Le colonne centrali del nartece erano sorrette da due possenti leoni stilofori in marmo rosso di Verona, scolpiti dallo stesso architetto. XV - XV (ristrutturazione intero bene) La prima e profonda ristrutturazione dell'edificio romanico-gotico risale all'episcopato di Tommaso Ghislieri (1464-1505) che ne ampliò le dimensioni, mantenendo l'antica facciata. Nel corso dei lavori, a distanza di oltre un millennio dalla sepoltura, furono rinvenuti i resti del corpo di S. Settimio (1469), che vennero inumati nella cripta dell'altare maggiore. Incerti sono gli autori e la natura di tali interventi. Secondo ricostruzioni storiche architetti urbinati prolungarono le tre navate e aprirono tre cappelle per ogni lato. Tommaso Ghislieri morì il 6 giugno 1505 e venne sepolto in Cattedrale davanti all'altare di S. Settimio. XVI - XVI (ristrutturazione intero bene) All'inizio del sec. XVI il vescovo Angelo Ripanti fece completare i lavori di restauro iniziati dal predecessore e fece scolpire il suo sepolcro in nobile stile rinascimentale da Giovanni di Gabriele da Como. 1732 - 1733 (demolizione totale intero bene) Per realizzare il progetto commissionato dal vescovo Fonseca all'architetto Filippo Barigioni, fu avviata la demolizione completa dell'antica chiesa duecentesca. Furono salvati e recuperati solamente il sepolcro del vescovo Ripanti, il fonte battesimale del vescovo Ghislieri, il bassorilievo raffigurante la Traslazione della Santa Casa voluto dal cardinal Cybo ed infine la tela di Filippo Bellini dell'altare di S. Giovanni. 1735 - 1741 (ricostruzione intero bene) L'architetto romano Filippo Barigioni diede alla Cattedrale l'attuale forma a croce latina. Previde la semplificazione delle tre navate antiche ridotte ad un'unica grandiosa aula di oltre 53 m di lunghezza per una larghezza di oltre 12 m. Al corpo centrale furono allineate, secondo i nuovi schemi tipologici dell'epoca, tre cappelle per lato di 4 m di profondità. Nella seconda metà della navata si aprirono gli pseudo-transetti con gli ampi altari di circa 10 m di larghezza, cornu epistolae e cornu evangeli. All'incrocio con il transetto la novità è costituita dalla grande cupola sferica a otto spicchi su pennacchi, che per la prima volta viene a dar luce al vano ecclesiale con il suo lanternino. La cupola si innesta all'altezza del presbiterio ed è priva di tamburo. Altra novità fu la traslazione in avanti della facciata di circa 4 m, tale da inglobare lo spazio dell'antico protiro. 1782 - 1784 (costruzione campanile) L'antico campanile rimase in piedi fino al 1782 quando, minacciando rovina, fu sostituito sull'antica fondazione con quello attualmente visibile, disegnato dal locale Francesco Matelicani. A sezione quadrangolare, in mattoni rossi, è alto 37 m. Nella sua parte superiore si colloca la cella campanaria, circondata da una balconata in pietra bianca. A realizzare la parte marmorea della cella campanaria e della cuspide venne chiamato lo scalpellino Filippo Pancaldi. Sempre nello stesso periodo, nella facciata rivolta alla piazza Federico II, venne installato il monumentale orologio, i cui meccanismi furono donati dal canonico Filippo Ricci. 1889 - 1889 (realizzazione facciata) La facciata, tutt'ora esistente, è stata progettata dall'architetto romano Gaetano Morichini su commissione del vescovo Rambaldo Magagnini (1872-1892), il cui nome spicca a grandi lettere nel frontone. In stile composito classico rinascimentale, è costituita da caldo mattone rosso e inserti in travertino. Presenta due nicchie simmetriche che ospitano a sinistra la statua in marmo di S. Marcello Papa, il pontefice che inviò a Jesi il primo vescovo, e a destra quella di S. Settimio, fondatore della Chiesa jesina. 1969 - 1969 (erezione a basilica intero bene) La Cattedrale è stata elevata a Basilica Minore nel settembre 1969 per decreto di papa Paolo VI. 1991 - 1992 (consolidamento e restauro campanile) Tra il 1991 e il 1992 si realizzarono dei lavori sul settecentesco campanile, che previdero un rinforzo dell'intera struttura, il restauro della scala interna, il restauro della balaustra in legno e la ripassatura di parti del tetto ai lati della struttura. 1992 - 2002 (restauri di fine XX secolo intero bene) Sul finire del '900 la Cattedrale è stata interessata da un complesso intervento conservativo che è consistito nel restauro degli interni, delle coperture e degli elementi lapidei della facciata. 2011 - 2012 (consolidamento campanile) A causa dei ripetuti eventi sismici che hanno provocato alcune lesioni, la cella campanaria è stata interessata da un intervento di consolidamento e messa in sicurezza.
P. Federico II - Jesi (AN)