Chiesa dei S.Dionisio, Rustico Ed Eleuterio Martiri

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Informazioni

I - II (preesistenze intorno) Un sarcofago pagano, forse di un adepto della religione mitraica, già nell'orto della canonica, utilizzato come vasca di una fontanella e ora murato all'esterno di una casa privata a Madice, sarebbe indice della presenza di un luogo di culto tardo romano nella zona, lungo la strada di collegamento con Passo Durone. VI - VI (preesistenze intero bene) Gli scavi del 1974-1975 documentarono la presenza di un'absidiola semicircolare orientata ad est, al centro dell'aula romanica (cripta), databile presumibilmente al VI secolo. Sarebbe il primo luogo di culto cristiano. VIII - IX (ricostruzione intero bene) Sono datati dalla critica tra VIII e IX secolo i frammenti lapidei in arenaria scolpita rinvenuti durante varie campagne di restauro nella cripta romanica, testimonianze della presenza di una precedente chiesa altomedievale. XI - XII (ricostruzione intero bene) La chiesa altomedievale venne ricostruita tra XI e XII secolo a tre navate separate da colonne, conclusa da un'abside semicircolare. La struttura corrisponde, nella navata, all'attuale cripta. 1155 - 1155 (menzione carattere generale) Il primo documento che menziona la Pieve "de Blezio" risale al 1155 e fu redatto per confermare alla popolazione del Bleggio il possesso del monte Boblino (Movlina), conteso e irregolarmente occupato dai Rendenesi. 1303 - 1303 (decorazione intero bene) Nel 1303 le volte della chiesa romanica vennero ornate da affreschi figurati con angeli, sante, oranti, vari animali fantastici e la vicenda di Caino e Abele, di mano del cosiddetto "Maestro di Ceniga". 1480 - 1480 (costruzione chiesa superiore) Un nuovo edificio venne eretto sopra il precedente, senza distruggerlo, intorno al 1480, data scolpita sull'architrave del portale laterale destro della chiesa, riutilizzato nel Cinquecento. L'iscrizione riporta il nome del pievano, Agostino di Parma, del cappellano Francesco De Cadalora, e quello del maestro costruttore, Pietro da Como. 1505 - 1507 (sopraelevazione campanile) Il 24 novembre 1507 maestro Albertino Comanedi da Osteno ricevette il saldo per la sopraelevazione del campanile; all'interno della cella campanaria c'è un'iscrizione con la data del 1505, segno che all'epoca la costruzione aveva già raggiunto quel livello. 1524 - 1526/05/13 (inizio lavori ricostruzione intero bene) Nel 1524 Antonio Gras di Pellio Superiore, collaboratore di Antonio Medaglia e reduce dal suo cantiere di Santa Maria Maggiore di Trento, progettò la nuova chiesa, che riprende da vicino il modello della basilica trentina, e avviò il cantiere. Ma ben presto lo abbandonò per ragioni ignote. Fu chiamato allora un certo maestro Giacomo, muratore e lapicida comacino, il quale però non risultò all'altezza del compito affidatogli. Furono incaricati quindi altri due maestri comacini, Giorgio e Pietro, figli di Giovanni, anch'essi come Gras di Pellio Superiore; ma ben presto sorsero contrasti con la popolazione locale, tanto che i costruttori lasciarono l'incarico e l'opera, rimasta incompiuta. 1526/05/13 - 1537/12/23 (completamento intero bene) Risale al 13 maggio 1526 il contratto risolutivo per la costruzione, firmato da due maestri locali, Antonio Zenari di Larido ed Eleuterio da Favrio, che si impegnarono a terminare l'edificio secondo il progetto di Antonio Gras, in tre anni di lavoro. La popolazione del Bleggio fornì a proprie spese i materiali da costruzione e ogni famiglia offrì sei giornate di lavoro. Non sappiamo se furono o meno rispettati i tempi pattuiti, in ogni caso la chiesa era sicuramente completata il 23 dicembre 1537, data della stesura di una lunga relazione riepilogativa delle vicende costruttive, a firma del pievano. 1603 - 1603 (ampliamento intero bene) Nel 1603, in seguito alle disposizioni impartite dalla visita pastorale, fu ampliata la chiesa cinquecentesca con la costruzione dell'abside. Per realizzare le strutture di sostegno necessarie, venne distrutta l'abside originaria della chiesa inferiore romanica. 1634 - 1641 (ampliamento intero bene) Intorno al 1634, data dell'altare della Madonna del Rosario, venne presumibilmente eretta anche la relativa cappella, a sinistra del presbiterio. Nel 1640-1641 venne edificata anche la speculare cappella del transetto destro, dedicata alla Santa Croce, destinata alla conservazione e venerazione della croce lignea ritenuta miracolosa, trasportata in chiesa dalla località Guarda sul monte San Martino nel 1624. Al di sotto venne realizzata una terza cappella, seminterrata, dedicata a San Giovanni Battista (oggi a Sant'Agnese), in comunicazione con la cripta. Risalgono forse a quest'epoca anche le finestre termali della navata, in precedenza probabilmente monofore centinate alte e strette come quelle dell'abside maggiore. 1740 - 1740 (manomissioni cripta) La costruzione del grandioso altare maggiore, terminato nel 1740, causò un nuovo intervento nella cripta (chiesa inferiore), con l'inserimento di due grossi pilastri quadrangolari di sostegno e il rifacimento della zona absidale. 1752 - 1752 (cambio intitolazione carattere generale) Con la consacrazione del nuovo altare maggiore, nel 1752, cambiò l'intitolazione della chiesa: a Sant'Eleuterio, documentato patrono dell'edificio fin dal XIII secolo, si aggiunsero come protettori anche i Santi Dionisio e Rustico, anch'essi martiri. 1790 - 1790 (completamento campanile) Come si vede dall'iscrizione presente alla sommità del campanile, il completamento, con la copertura a cipolla, venne realizzato nel 1790. 1850 - 1850 (chiusura accesso laterale) Nel 1850 don Slanzi fece chiudere la porta che collegava il transetto sinistro al sagrato. 1859 - 1859 (decorazione interno) Nel 1859 il milanese Pietro Porta realizzò la decorazione pittorica della chiesa. 1907 - 1907 (decorazione interno) Nel 1907 Agostino Aldi ornò con dipinti murali le volte delle cappelle del transetto; sono attribuibili stilisticamente a lui le pitture nella sacrestia. 1911 - 1913 (decorazione intero bene) Nel 1911-1913 il pittore Carlo Donati ornò le volte della navata, dell'abside e di tutte le cappelle con dipinti murali figurati celebrativi della Santa Croce, nonché le pareti laterali delle cappelle della navata e le lunette sopra i portali esterni. Questa decorazione generale cancellò i precedenti interventi di Porta e di Aldi. 1913 - 1913 (rifacimento facciata) Nel 1913, in occasione del cinquantesimo anniversario della erezione del monumento alla Santa Croce, realizzato sul colle di fronte al sagrato, venne rifatta la facciata in stile neorinascimentale da Emilio Paor, su progetto dell'ingegner Edoardo Gerosa, redatto una decina d'anni prima. 1926 - 1928 (ristrutturazione intero bene) Nel 1926 vennero restaurati i dipinti murali della chiesa e parzialmente rifatti i pavimenti; gli affreschi trecenteschi della cripta riemersero parzialmente dallo scialbo che li aveva nascosti nel biennio 1927-1928 e furono restaurati in quell'occasione. 1963 - 1964 (ristrutturazione intero bene) Nel 1963 venne realizzato il primo impianto di riscaldamento; con gli scavi emersero sul lato meridionale una tomba e alcuni pezzi lapidei altomedievali. Risalgono al 1964 i primi scavi realizzati nella cripta. 1973 - 1979 (ristrutturazione intero bene) Nel 1973 si provvide a rinnovare l'impianto elettrico e a ritinteggiare l'interno; venne quindi ristrutturata la cappella seminterrata di San Giovanni Battista, ora di Sant'Agnese, collocata sotto quella della Santa Croce, distruggendo la grotta di Lourdes qui eretta presumibilmente nella prima metà del secolo e aprendo nel 1979 un collegamento diretto con l'esterno, lungo la parete sud. Ulteriori scavi nella cripta furono eseguiti sempre negli anni Settanta. 1987/01/24 - 1987/01/24 (erezione a parrocchia carattere generale) La pieve assunse ufficialmente il titolo di parrocchia di Santa Croce del Bleggio il 24 gennaio 1987. 1997 - 2002 (ristrutturazione intero bene) Nel 1997 gli affreschi della cripta vennero interamente scoperti e restaurati; su disegno dell'architetto Tomasi venne attuato nel 2002 l'adeguamento liturgico del presbiterio e della cripta e furono restaurati il pavimento e i banchi; sempre nel 2002, su progetto dell'architetto Claudio Salizzoni, venne sistemato il sagrato, delimitato da dissuasori in granito e catene per impedire il parcheggio di autoveicoli, interamente ripavimentato a cubetti di porfido, con un marciapiede in porfido grigio in adiacenza alla facciata per risolvere il problema dell'allontanamento dell'acqua meteorica di scorrimento e un parapetto protettivo in acciaio sul retro, in precedenza lasciato a prato; vennero restaurati anche i muri di sostegno al sagrato sul lato est e la scala in pietra che colma il dislivello con la sottostante strada comunale. I collegamenti verticali all'interno del campanile, in legno, furono sostituiti e il castello delle campane subì un intervento di manutenzione.

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