Chiesa dei S.Sisinio, Martirio e Alessandro

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Informazioni

I - VI (preesistenze intorno) Scavi archeologici hanno rilevato la presenza, in loco, di epigrafi votive, stele funerarie, sarcofagi e sepolture, reperti che testimoniano un uso prolungato del sito dall'età romana all'alto medioevo. VIII - IX (costruzione intero bene) Ad un primitivo edificio di culto eretto probabilmente tra il secolo VII e quello successivo apparterrebbero alcuni elementi scultorei di arredo liturgico, successivamente reimpiegati nella prima fabbrica bassomedievale; alcune inumazioni coeve testimoniano invece la presenza certa di un cimitero adiacente alla struttura. Sebbene l'erezione di un complesso edilizio composto di più ambienti a pianta quadrangolare in questo periodo sia attestata da rilievi archeologici, gli studiosi non sono concordi nel ritenere tali ambienti l'embrione della successiva chiesa bassomedievale (incerta). XI - 1272 (ricostruzione intero bene) La struttura del sacello meridionale e la base della torre campanaria costituiscono allo stato attuale le parti più antiche della fabbrica odierna, e sono testimonianza di una ricostruzione dell'edificio preesistente operata presumibilmente tra i secoli XI e XIII; il termine ante quem, confermato dalla stesura degli affreschi situati nelle pareti interne del sacello meridionale è fornito dalla prima attestazione scritta dell'esistenza della chiesa (1272). Rinvenimenti di inumazioni coeve permettono di stabilire che l'area adiacente la chiesa continuò ad essere utilizzata come cimitero anche in questo periodo. 1272 - 1272 (menzione carattere generale) A questo anno risale la prima attestazione scritta relativa alla chiesa, riferita ad un documento in cui viene citato tale Niccolò, "confrater ecclesie Santi Sisini" e vicario delle parrocchie di Smarano, Coredo, Romeno, Sarnonico, Fondo, Castelfondo, Arsio, Cloz e Dambel. Secondo Curzel (1999), all'epoca la chiesa era retta da un collegio clericale. 1472/05/25 - 1493 (ricostruzione intero bene) La fabbrica odierna vede la luce in questo periodo, grazie all'attività di ricostruzione del tempio preesistente, che versava in codizioni di degrado. La ricostruzione ebbe inizio nel 1472 con l'abbattimento dell'abside e fu poi fortemente promossa dal principe vescovo Johannes Hinderbach, portata avanti dal successore Udalrico Freundsberg e completata, secondo alcuni autori, sotto Cristoforo Madruzzo. In seguito al rinvenimento, presso l'altare maggiore, delle supposte reliquie dei martiri anauniesi, poste in un sarcofago lapideo realizzato per l'occasione, Hinderbach sostenne la ricostruzione del tempio in nuove e maestose forme, al fine di ridare linfa al culto dei martiri anauniesi. All'anno 1480 risale la ricostruzione del presbiterio, ad opera di maestranze locali e lombarde che operarono anche presso la navata, coordinate dai capomastri Jacopo e Bernardo Frisoni da Laino d'Intelvi e Giorgio Eber da Merano. 1539 - 1542 (completamento intero bene) Sotto l'episcopato di Cristoforo Madruzzo si assistette presumibilmente al completamento dell'erezione della fabbrica odierna; il termine ante quem è dato dalla realizzazione del portale in facciata, datato 1542 e firmato da Giacomo Mookadoha. 1562 - 1562 (lavori facciata) Un'iscrizione in facciata testimonia alcuni interventi edilizi di ignota portata operati presso la stessa. 1600 - 1600 (installazione pulpito interno) A questo anno risalgono la realizzazione e la posa del pulpito ligneo. 1620 - 1624 (lavori intero bene) Il battistero e le balaustre lignee del presbiterio vengono realizzate in questo periodo; a questi interventi succedono la sostituzione della vetrata dell'oculo in facciata ed il restauro della copertura. 1651 - 1651 (erezione ad arcipretale carattere generale) Su istanza del parroco Micheli viene concessa la dignità di arcipretale. 1695 - 1701 (dismissione cimitero intorno) Il camposanto che circondava la chiesa viene dismesso e trasferito nei pressi della facciata. 1750 - 1756 (lavori interno) La gradinata lapidea di accesso al presbiterio viene realizzata nel 1750 dall'artigiano Carlo Melchiori; ad un periodo di poco successivo risale la realizzazione della cantoria. 1757 - 1757 (lavori campanile) La torre campanaria, le cui condizioni di degrado erano già state riportate negli atti visitali del 1710, viene rinforzata mediante la posa di un barbacane, su progetto del capomastro Jacopo Schraffl. 1761 - 1761 (impianto decorativo cantoria) Il fronte della cantoria viene dipinto in quest'anno, a spese di Giuseppe de Concini. 1770 - 1771 (lavori presbiterio) Al fine di fornire una solida base d'appoggio per il nuovo altare maggiore, viene demolita nel 1771 la cripta in cui era ospitata l'urna contenente le reliquie dei martiri anauniesi; all'anno precedente tale intervento risale la posa delle balaustre lapidee. 1792 - 1792 (posa organo interno) L'attuale organo, opera di Innocenzo Cavazzani di Avio, viene realizzato e posto in questo anno. 1846 - 1846 (ricostruzione sacrestia) La sacrestia viene abbattuta e ricostruita nelle medesime forme in questo anno. 1864 - 1864 (lavori interno) A questo periodo risale la sostituzione della pavimentazione, un'opera di tinteggiatura interna e un restauro delle murature. 1896 - 1897 (restauro e sostituzione vetrate intero bene) Grazie al contributo di alcune famiglie nobili quali Concini, Gentili, Tavonatti ed altre, le vetrate vengono sostituite, ad opera della ditta Neuhauser di Innsbruck; si procede inoltre ad alcuni restauri presso la copertura e presso il campanile, accompagnati da un'opera di tinteggiatura. 1918 - 1918 (scoprimento affreschi interno) A questo anno risale la scoperta di alcuni dipinti murali lungo le pareti interne del sacello meridionale. 1918 - 1948 (restauro sacello meridionale) In seguito allo scoprimento degli affreschi viene intrapresa una serie di attività di riqualificazione del sacello, all'interno del quale viene traslata l'arca lapidea contenente le reliquie dei martiri nel 1934; agli anni tra il 1930 ed il 1933 risale un restauro totale della struttura e l'erezione di un baldacchino atto ad accogliere l'arca, promosso dall'allora soprintendente Giuseppe Gerola. Gli interventi di restauro della cappella si protraggono sino al 1948. 1958 - 1958 (tinteggiatura interno) Per merito dell'allora arciprete don Quirino Brusco, la chiesa viene tinteggiata internamente dall'artigiano Luigi Battisti. 1960/08/28 - 1960 (sostituzione vetrata oculo) La vetrata dell'oculo, danneggiata da una tromba d'aria, viene sostituita in questo anno grazie alla ditta Parisi di Trento. 1973/11/16 - 1973/11/16 (erezione a basilica carattere generale) Grazie all'interessamento del vescovo di Trento Alessandro Maria Gottardi, la chiesa viene eletta al titolo di basilica minore con un decreto firmato da papa Paolo VI. 1981 - 1981 (lavori intorno) In questo anno si procede ad un'opera di sbancamento della zona absidale; nell'occasione viene rinvenuta una stele funeraria. 2001 - 2002 (restauro intero bene) Su progetto degli architetti Walter Dalpiaz e Remo Trinco si procede all'adeguamento della centrale termica, alla sostituzione dell'impianto di protezione dalle scariche atmosferiche ed al restauro della copertura. 2005 - 2005 (restauro intero bene) In questo anno vengono realizzati alcuni drenaggi esterni, viene ripristinata la lattoneria e vengono effettuati alcuni lavori di sistemazione dell'area circostante la chiesa, su progetto dell'architetto Stefania Wegher. 2008 - 2009 (restauro intero bene) Grazie ad un progetto redatto dall'architetto Stefania Wegher, viene installato un sistema anti intrusione a copertura della navata e del presbiterio; si procede inoltre al risanamento degli intonaci e delle parti affrescate del sacello meridionale, così come degli intonaci presso gli altari laterali.

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