A 410 metri d’altitudine, sulla strada di mezzacosta, la chiesa di antica origine fu una delle quattro pievi della Val di Bisenzio. Ha un’ampia facciata ed un porticato con lo stemma in maiolica dei Buonamici, ristrutturato nel 1862. L'interno, a una sola navata, ha un bell’altare in marmo bianco e due altari laterali oggetto di devozione popolare. La pieve è stata il cuore della religiosità e della socialità dell’area mezzadrile di Sofignano, soprattutto per la festa del 26 giugno, quando si celebravano 26 messe in uno stesso giorno, per adempiere ad un voto fatto dalla popolazione minacciata dalla peste del 1631. Facciata La facciata di tipo basilicale, che riunisce il corpo della chiesa con quello della compagnia e della sacrestia, prospetta su uno spiazzo erboso, ed è preceduta da un portico su colonne tuscaniche in arenaria, recuperate nel 1862 dopo la demolizione del portico antistante la chiesa di San Michele in Prato. La zona centrale è decorata nella parte superiore, dove si apre un occhio circolare, da fasce orizzontali dipinte, ed ha cornice in mattoni a dente di sega. Sotto il portico sono i due portali in arenaria della chiesa e della compagnia. Campanile Dalla parte posteriore della chiesa emerge il campanile a torre, ben proporzionato. La cella è formata da allungate monofore con balaustra, inquadrate in una cornice piatta di modesto rilievo. Interno della chiesa L'interno è a navata unica con pareti intonacate. Conserva due altari laterali: quello di destra in pietra serena ha mensa su volute datata 1760, mentre secentesca appare l'edicola soprastante, sorretta da colonne corinzie e timpano spezzato; quello di sinistra, con stemma Brandi (fornaciai oriundi dell'Impruneta), è datato 1631, e mostra forme popolareggianti nelle colonne ioniche e nel timpano. Sulla parete di fondo del presbiterio è posto un dipinto su tela (Mario Barberis, 1948) coi Santi Vito, Modesto e Crescenzia, mentre la parete destra conserva un tabernacolo secentesco in marmo bianco di tipo architettonico. Altare maggiore L'altare maggiore ha mensa sorretta da quattro balaustri in marmo bianco; il postergale ha specchiature in marmo variegato; il ciborio a tempietto in marmi colorati conserva lo sportellino col Cristo risorto, dipinto dal pratese Luigi Catani (1762-1840). L'altare era stato realizzato, su progetto di Giuseppe Valentini (1798 circa) per la cappella di palazzo Vai a Prato, e fu donato da quella famiglia nel 1920. Sacrestia La sacrestia conserva un piccolo lavabo in pietra secentesco e un altarolo con la Madonna e il Bambino, attribuibile al pratese Giuseppe Castagnoli (1754-1832).
P. della Chiesa,1 - Vaiano (PO)