Chiesa del Carmine

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Diocesi di Noto

Informazioni

L'eremo e la chiesa delle Milizie sono uno dei luoghi più legati ad una tradizione religiosa di un evento sacro, vivo per molti secoli nella cultura di Scicli. Il complesso è posto nella contrada Giammarito, a due chilometri da Donnalucata, su un lieve pendio collinare in un luogo panoramico. La tradizione e vari testi dei secoli XVII e XVIII ricordano in quel luogo un'ipotetica battaglia avvenuta nel 1091 tra Normanni e Saraceni, vinta dai primi per il provvidenziale intervento della Vergine apparsa, secondo alcuni, in cielo su una nube, secondo altri su un cavallo bianco. Sul momento di formazione del culto relativo alla Madonna delle Milizie, non esistono, attualmente, documenti attendibili. In quel luogo il Carioti ricorda prima del 1091 un edificio sacro pagano dedicato a Bacco Milicio, da cui deriverebbe il termine "Milizie". Allo stato attuale non abbiamo elementi per confermare la tesi del Carioti, di certo sappiamo che il luogo è stato abitato da eremiti nel XVII secolo. Vi fu sepolto Mariano Perello, uno degli intellettuali più qualificati nella Scicli del Seicento; vi abitò il frate francescano Giorgio Lutri, additato come un santo e solo nei secoli successivi si è avuta una particolare devozione per la Madonna delle Milizie. Attualmente il complesso architettonico registra varie fasi costruttive che vanno dal tardo medioevo al Novecento. Risulta determinante la fase settecentesca in cui si ricostruirono la chiesa ed alcune parti del convento. La chiesa è costituita da un vano rettangolare con abside quadrata coperta da una cupola emisferica e con un androne rettangolare. Delle precedenti strutture rimasero il campanile, situato nell'angolo sinistro del nartece, di datazione incerta e la cappella absidale. Nella ricostruzione al posto degli undici altari della chiesa del Seicento, se ne realizzarono otto. Nella cappella posta frontalmente al portale d'ingresso fu situata la scultura in pietra della Madonna dei Miracoli. Gli stucchi interni furono eseguiti dal mastro Simeone Messina di Scordia tra il 1721 e il 1722, soffermando particolare attenzione all'altare absidale incorniciato da due angeli. Sicuramente sull'altare fu collocata, nel 1780, l'interessante tela del pittore romano Francesco Pascucci, trasportata intorno al 1920 nella chisa Madre. L'altare maggiore fu rivestito nel 1798 con marmi policromi realizzati dallo scultore don Giovanni Marino di Catania. Le parti dell'eremo che si snodano partendo dal lato corto della chiesa sono riferibili al Settecento, secolo in cui, su suggerimento del sergente maggiore Domenico Serraton, iniziarono i lavori per la realizzazione di alcune camere per gli eremiti e i forestieri. Durante il Settecento e l'Ottocento fu frequentato come luogo di pellegrinaggio ed annualmente una processione portava i fedeli della città all'eremo; tale processione cessò intorno al 1860. Con la legge di soppressione dei beni ecclesiastici gli eremiti vennero cacciati e l'eremo cadde in un abbandono completo. Nel 1892 fu acquistato dai Frati Minori e si cominciarono i restauri riportando alcune tele, tra le quali quella del Pascucci. Nel corso degli anni il complesso ha subito una serie di trasformazioni e nel 1915 fu comprato dall'amministrazione dell'opera pia Pietro Di Lorenzo Busacca per farne un tubercolasario, subito dopo fu rivenduto a lotti a parecchi privati. Per quanto riguarda invece la chiesa, di proprietà della curia, rimase abbandonata. Solo di recente il parroco di Donnalucata si è preoccupato della sua salvaguardia.


Descrizione e/o foto tratte da www.comune.scicli.rg.it

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