Chiesa del Samtissimo Crocifisso

V. Matera 1 - Santeramo In Colle Vedi la mappa

Informazioni

La chiesa sorge all’incrocio di via Altamura, via Matera e c.so Tripoli, sul sito più elevato del paese. Le prime testimonianze dell’esistenza di un edificio di culto sul sito dove oggi sorge laparrocchia sono precedenti al 1548; si tratta di una piccola cappella dedicata a San Rocco. Nel 1672, nella stessa area, vennero edificati un convento per frati minori e una chiesa, donazione del marchese Caracciolo e dedicati a San Rocco. La facciata della chiesa è in stile neoclassico con l’emblema francescano, sul portale centrale. All’interno la chiesa è composta da una navata principale coperta da volte a botte e cinque cappelle monastiche sul lato destro. Sul lato sinistro della navata sono presenti quattro altari in pietra. Sopra l’altare maggiore costruito nel 1748 c’è il Crocifisso - opera in legno intagliato, di frate Angelo da Pietrafitta (CS) del 1698 Antistante l’edificio ecclesiale, un sagrato (16x20m), posto circa a 1,70 m dal livello stradale a cui si accede attraverso una scalinata composta da 16 scalini; sia il sagrato, che la scalinata sono protetti da una balaustra con colonnine in pietra di stile neoclassico; sulle prime due colonnine è possibile leggere la data di esecuzione: AD 1853. Pianta La chiesa si presenta asimmetrica essendo composta da una navata principale coperta da volta a botte e cinque cappelle monastiche sul lato destro. Coperture La copertura è caratterizzata da un tetto a falda con coppi e una parte piana rivestita in cianche di Corigliano. Impianto strutturale Muratura in conci di pietra calcarea. Internamente, la navata centrale è coperta da una volta a botte, mentre le cappelle laterali da volte a vela e crociera. Prospetti La facciata della chiesa è in stile neoclassico, con un grande timpano curvilineo, contenente l’emblema francescano, sul portale centrale. Essa risulta tripartita da quattro lesene su alta zoccolatura con capitelli dorici. Sulle lesene posa il frontone con fregio buccellato e ornato da frangetta a dentelli. Conclude il timpano, sul vertice della cuspide, un acroterio con croce. Negli scomparti laterali, sui portali, si aprono grandi oculi e più in alto finestre rettangolari. Delle due porte laterali, quella di destra serve per l’accesso alla navata destra e quella di sinistra al corridoio del convento. Sulla sinistra in attacco alla facciata vi è un ripostiglio con sedile, ove una volta vi era anche un tavolo di pietra per la distribuzione del cibo ai poveri. Addossato alla fiancata destra, sullo stesso piano della facciata, si eleva il nuovo campanile (1960) di forma quadrata con paramento in conci levigati e allineati su alta zoccolatura; l’originaria torre campanaria, infatti, venne abbattuta insieme alla meridiana poiché resa in ombra e inutilizzabile negli anni a causa della costruzione delle case adiacenti. Nell’ordine inferiore del campanile è collocata un’antica effige in pietra della Vergine col Bambino in cornice circolare, sormontata da un grande crocifisso in pietra. Sulle lesene angolari con capitelli dorici continua il fregio baccellato della facciata. Nel secondo ordine è collocato l’orologio pubblico. La cella campanaria ha monofore balaustrate. La torre è conclusa da piccoli timpani su ciascun lato e da alta lanterna a piramide ottagonale sormontata da croce. Interni La prima delle cinque cappelle monastiche sul lato destro, con altare dedicato a S. Nicola con statua d’argento del 1881 appartenente all’oreficeria napoletana, è della fam. Caracciolo, come si denota dallo stemma sotto l’altare; della seconda, con altare dedicato al Sacro Cuore (opera di Vito Calabrese) e della terza, con altare dedicato a S. Antonio di Padova, non si hanno notizie precise; la quarta, con altare dedicato a S. Pasquale, è della famiglia De Luca; la quinta, edificata solo in seguito nel 1838 anno di ampliamento della chiesa stessa, è dedicata a S. Michele, con statua in pietra e con 4 lesene scanalate sormontate da un timpano. Anche sul lato sinistro della navata, pur non essendovi le cappelle, sono presenti quattro altari in pietra appartenenti alle famiglie locali. Il primo, dedicato all’Immacolata Concezione, con statua in cartapesta della famiglia Lazazzara, come documentato dalla iscrizione posta sotto l’immagine: “Michael per sua devozione AD: 1762 e D. Hieronimus Lazazzara construxit”. Il secondo, ora di S. Francesco, con statua di cartapesta, conteneva a suo tempo il Crocifisso ora posto sull’altare maggiore. Il terzo dedicato a S. Rocco, ha una statua in pietra del santo del secolo XVI (dallo schedario della Soprintendenza ai Beni culturali di Bari), unico cimelio dell’antica cappella demolita, quindi cinquecentesca. Ultimo altare (1838), in ordine di esecuzione, è quello sulla sinistra dedicato a S. Giovanni Battista (con statua in cartapesta). L’altare maggiore in pietra (1748), era originariamente caratterizzato dalla ricchezza della decorazione della trabeazione, da quattro colonne di stucco e capitelli con foglie a palmette. Nel 1942 fu coperto da un altro altare in marmo che ne modificò completamente l’estetica originaria. Dietro l’Altare maggiore vi era un coro di 18 stalli in legno intagliato del secolo XVII: sugli schienali tele dipinte raffiguranti i Santi per lo più francescani (alcune però mancanti), circondate da corone di fiori, foglie e frutti. Opera del 1600, eseguita da frati. Successivamente l’altare è stato smontato e l’area che occupava è stata coperta da pannelli in fibra di cemento malamente intonacati. Addossato alla parete absidale del presbiterio vi è un gran dossale: su alti plinti si innalzano quattro colonne binate, rivestite di stucco lucido scuro con capitelli dorati, sorreggenti un gran timpano nel cui fregio è riportata una ’iscrizione. A destra e a sinistra dell’ingresso della navata principale sono collocate le acquasantiere in marmo, decorate dall’emblema francescano. Pavimenti e pavimentazioni tutta la Chiesa è pavimentata con lastre di biancone di Perlato Svevo di Ruvo. Arredi L’ambone, l’altare e la sede sono stati realizzati durante il restauro del 2013-14 in biancone di Perlato Svevo, estratto da cave situate tra Ruvo e Altamura, e Scorzetta di Trani.

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