La chiesa è situata in un'antica proprietà della congregazione dei Benedettini, afferenti alla chiesa di S. Eufemia della fonte fouori le mura. L'esterno della chiesa è il risultato degli interventi settecenteschi: l'imponente facciata marmorea è suddivisa in due ordini da un'alta trabeazione, entrambi scanditi da lesene innestate su alti basamenti. Il registro inferiore ospita tre ingressi, fra i quali il centrale è di più ampie dimensioni ed è coronato da una cimasa curvilinea al centro della quale campeggia una lapide dedicatoria. Il registro superiore è raccordato al sottostante tramite volute e ospita un grande finestrone recante uno stemma in sommità. A coronamento è posto un frontone triangolare. L'ingresso sinistro conduce a una piccola cappella, non comunicante con l'interno della chiesa, dedicata al tema della crocifissione di Gesù, con modeste decorazioni alle pareti e un crocifisso sul fondo. L'ingresso destro immette invece in un corridoio che fiancheggia la navata della chiesa, conducendo prima alla cripta e poi alla sacrestia. L'interno è molto alto, ampio e profondo e si sviluppa su una pianta a navata unica, con tre cappelle per lato decorate da archi incorniciati da lesene di ordine corinzio reggenti una trabezione, sulla quale si imposta la copertura formata da tre volte a vela in sequenza. Il presbiterio, molto lungo, è coperto da una cupola in corrispondenza dell'altare maggiore e da una volta a botte come copertura del coro rettangolare, rialzato rispetto all'aula. A destra del presbiterio, scendendo una scala, è possibile accedere alla cripta. Sulla parete della scala d'accesso è posto un tondo con la raffigurazione della Madonna, opera attribuita a Vincenzo Civerchio. La cripta, appartenente alla primitiva chiesa, è divisa in tre piccole navate da tozze colonne con capitelli gotici a foglie grasse. Alle pareti sono appesi alcuni dipinti, provenienti dalla chiesa di sant'Angela Merici e opera di Francesco Giugno, raffiguranti i Santi Faustino e Giovita, il loro Martirio e Sant'Afra Elementi decorativi Gli ornati a monocromo e i chiaroscuri che contornano le decorazioni delle volte sono opera di Pietro Ferrari e Antonio Grassi e risalgono al 1776 circa, mentre i tre grandi ovali nelle vele della volta maggiore sono stati realizzati nuovamente da Sante Cattaneo e raffigurano, partendo dall'ingresso, San Paterio che offre i suoi scritti a san Giovanni Battista, l'Incoronazione della Vergine e i Santi Benedetto e Scolastica. Sempre opera del Cattaneo sono i quattro Profeti a monocromo sulle pareti del presbiterio, mentre Antonio Mazza e Carlo Innocenzo Carloni hanno decorato la cupola con la raffigurazione della Discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli, oggi molto deteriorata. Antonio Mazza è l'autore delle quadrature, mentre il Carloni è l'autore delle parti figurate, compresi i quattro Evangelisti a figura intera nei pennacchi. Gli stessi due artisti hanno eseguito la decorazione dell'intera volta a botte sul coro con la Gloria di sant'Eufemia e le figure allegoriche della Fede e della Carità. Si tratta di una composizione particolarmente elaborata, tipica dello stile di Carloni: sant'Eufemia sale al cielo al cospetto di Cristo, che reca in mano la croce del martirio, accompagnata da uno stuolo di angeli e sorretta da nubi. Ai lati dell'altare, lungo le pareti, sono dipinti quattro episodi del Martirio di sant'Eufemia dipinti da Camillo Rama. Le ante dell'organo sono invece opera di Jacopo Palma il Giovane, che vi ha raffigurato i Santi Faustino e Giovita.
C. Magenta 68 - Brescia (BS)