Chiesa di S.Andrea Apostolo

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Informazioni

un antico tracciato viario che legava la val di Magra interna con la val di Vara attraverso il Monte Castellaro (m. 645), situato sullo spartiacque tra i due fiumi, dove si raccoglievano le direttrici provenienti da Terrarossa per Giovagallo o Novegigola, scendeva verso sud-ovest attestandosi su un dosso affacciato sulla linea pedemontana del Vara, allora come oggi utilizzata come sede di un percorso di collegamento tra la piana di Luni ed il Tigullio. In prossimità di questo tracciato, ragionevolmente ritenuto dal Formentini una variante della via Aurelia, che si apprestava ad affrontare le prime gole del Vara tra Madrignano e Castiglione, furono costruiti, in epoca non precisata, la pieve di Sant’Andrea ed il Castrum che ne portava il nome. L’edificio con il fronte a capanna orientato verso la valle, espone a chi percorre la via in direzione della Liguria il fianco meridionale, e, fiancheggiato dal campanile barocco, appare ancora oggi isolato sulla cima del colle, affacciato su un alto podio, costruito per mediare la pendenza del declivio. Verso oriente il cimitero si è addossato alle absidi con un alto muro impedendo la completa visione dell’acrocoro originario, interessato, sul versante settentrionale, sensibilmente più acclive dell’altro, da movimenti franosi. L’interno, recentemente restaurato, presenta un impianto basilicale con absidi semicircolari, ripartito in tre navate scandite da quattro campate a tutto sesto, sostenute da pilastri cilindrici in pietra con capitelli che, in epoca medievale, hanno liberamente reinterpretato il formulario classico dell’ordine corinzio, affiancandolo in un caso soltanto, ma degno di nota, al repertorio formale, tipico del periodo romanico che accostando uomini ed animali in conflitto evoca temi delle Sacre Scritture Preesistenze durante gli scavi archeologici legati ai lavori dell’ultimo restauro, di cui si attende la pubblicazione, è stata rinvenuta la fondazione di un edificio più piccolo nella parte sinistra del fabbricato, di larghezza pari a circa metà dell’attuale aula, per una profondità corrispondente alle due campate centrali del colonnato sinistro e la parete esterna coincidente con la parte del muro ricostruito nel 1930. Il fabbricato è stato poi rasato ed inglobato all’interno della struttura del secolo XII al quale è possibile ricondurre l’edificio nel suo complesso Facciata la facciata della pieve di Sant’Andrea è a capanna con il portale, datato 1643, sormontato da una finestra semicircolare in posizione assiale. La struttura puramente funzionale della pagina architettonica è tuttavia animata dalla potenza del materiale da costruzione che suggerisce quelle fasi costruttive e ricomposizioni che, di volta in volta, permettono all’organismo architettonico di resistere al tempo. Si nota, ad esempio, la differenza tra le bozze del lato destro del portale, regolarmente sovrapposte in alti filari con una cornice modanata all’imposta del muro, e quelle del lato sinistro, meno omogene ed interessate da un cedimento strutturale legato al movimento franoso che interessa il versante settentrionale del colle. La parte superiore del timpano presenta filari di minore altezza ed un rifacimento piuttosto rudimentale nella parte sinistra legato ad un crollo forse legato al periodo bellico. Una formella rettangolare collocata all’altezza dell’imposta della finestra semicircolare raffigurante un personaggio con tunica, dal panneggio ritmico verticale stretto da un cingolo, reggente un libro nella mano destra, ed impugnando un pastorale a Tau con quella sinistra, è l’unico elemento decorativo della facciata. Sembrerebbe trattarsi di un abate, perché dal copricapo pendono le infule di una mitra, oppure di un vescovo abside le absidi che chiudono il volume del fabbricato sono gerarchizzate tra loro ed appoggiano su un basamento raccordato con la parete tramite manufatti speciali lavorati con liestello e cavetto. La parte alta presenta archetti pensili lavorati in un solo blocco ed affiancati. Nell’abside maggiore si aprono tre monofore a tutto sesto dall’ampia strombatura esterna, una una delle quali accecata dalla torre campanaria; qui in corrispondenza della giunzione degli archetti si trovano elementi di raccordo ornati con motivi antropomorfici, zoomorfici e fitomorfici riconducibili al repertorio formale lombardo-emiliano. L’abside destra è stata inglobata all’interno della base della torre campanaria, utilizzata come sacrestia, e non è più visibile dall’esterno Impianto strutturale l’impianto strutturale è generato da una pianta sub-quadrata, ripartita in tre navate chiuse da absidi semicircolari a copertura semisferica, impostate ad un livello superiore rispetto al piano dell’aula. Due serie di pilastri cilindrici, sormontati da capitelli corinzieggianti, scandiscono le quattro campate a tutto sesto, rinforzate con catene, che sostengono il muro, privo del cleristorio, sul quale appoggia la copertura a doppio spiovente dell’aula. Il nodo di collegamento tra i colonnati e la parete occidentale è formato da un semipilastro ammorsato con la muratura della facciata. Da quello opposto una semi-colonna ornata di capitello si attesta contro il piano della parete di fondo, ritagliata dalle arcate del presbiterio gerarchizzate tra loro, ed animata dalle esedre absidali dalla larghezza più contenuta, generatrici di figure lunate di raccordo. L’imposte del presbiterio ad una quota più elevata rispetto al piano dell’aula è dovuta anche alla presenza di uno strato di roccia sottostante Pianta l’aula si configura come uno spazio regolare ad impianto basilicale, con navate absidate, ripartite da colonnati a tutto sesto scanditi in quattro campate sostenute da pilastri cilindrici in pietra, appoggiati su basi modanate e sormontati da capitelli troncoconici ispirati a motivi classici. L’ambiente illuminato soltanto dalle monofore collocate nelle esedre absidali e dalla finestra semicircolare della facciata è piuttosto scuro ma, nel complesso, non privo del fascino che la struttura in pietra comunica al visitatore. A sinistra dell’ingresso si trova il fonte battesimale in marmo bianco, a catino esagonale, appoggiato su un tozzo pilastrino dal bulbo sferico Presbiterio il presbiterio si trova su un piano sostenuto da tre gradini disposti in senso trasversale per tutta la larghezza dell’aula per superare lo strato di roccia sottostante. Al centro si trova l’altare con la mensa appoggiata su una muratura in pietra, dietro si dispongono le nuove sedute del coro disegnate dal semicerchio dell’abside, a sinistra l’ambone in pietra a destra il crocifisso barocco l’unico elemento rimasto a testimoniare questa fase dell’edificio, meticolosamente cancellata dagli interventi novecenteschi. Le due absidi laterali collegate al presbiterio dall’unico livello delimitato dai gradini e prive dell’altare, espongono tessitura del materiale accuratamente predisposto per la loro costruzione Struttura la struttura dell’edificio è in muratura portante con manufatti in arenaria ben allettati e squadrati. All’esterno presenta diverse tessiture di muratura isodoma, in particolare quella della facciata, a destra e sinistra del portale; del fianco meridionale con la porta laterale, sostanzialmente omogenee; dell’apparecchiatura delle absidi anch’esse abbastanza uniformi, ed infine quelle del fianco settentrionale con l’evidenza della ricostruzione di un buon tratto della parete. L’interno presenta una tessitura piuttosto omogenea con tracce d’intonaco Coperture la copertura dell’aula è a doppio spiovente in cotto sostenuto da travature lignee a vista Pavimenti e pavimentazioni il pavimento dell’aula è in elementi regolari di arenaria disposti su file sfalsate. A sinistra una fascia più chiara indica l’estensione del primo edificio componendosi con alcuni inserimenti a riquadro, in vetro antisfondamento, che lasciano scorgere le sottostanti tracce archeologiche Elementi decorativi l’apparato decorativo della chiesa oltre alla figura scolpita nella formella della facciata consiste nei capitelli dei colonnati, che rielaborano secondo tipologie diverse le forme cornizie. Un manufatto più complesso presenta due ordini di foglie con volute angolari riprendendo quasi integralmente gli elementi dello stile, pur nella semplificazione di un linguaggio provinciale. Il modello, applicato agli altri capitelli sintetizza ancora, riducendolo ad un solo giro di foglie, l’apparato formale, che tuttavia non perde la freschezza e la sicurezza dell’esecuzione. Il Formentini cita anche dei due capitelli che sostenevano l’ambone, l’unico elemento moderno presente nella chiesa ed oggi non più esistente. Era stato collocato accanto all’ultimo pilastro del colonnato destro, quello che, assieme ai due sostegni appoggiati sul sommoscapo delle semicolonne di raccordo con la parete di fondo, è riconducibile ad un linguaggio puramente romanico. Il capitello è generato da un solido troncopiramidale che gradualmente si adatta al sostegno cilindrico del pilastro riducendo e trasformando la sezione da retta a curva. Gli spigoli della figura si contrappongono alternando schematiche forme antropiche dalle braccia aperte nell’atto di trattenere zampe di fiere leonine che sbranano, sullo spigolo sud-occidentale, una testa taurina e, su quello nord occidentale, rivolto verso l’altare maggiore, un uomo. Il corpo dei leoni dalle zampe intrecciate con le mani degli uomini si sviluppa su tre facce del capitello, ma s’interrompe nella quarta. Qui compare un altro animale, più piccolo, un’agnello, con la zampa protesa verso il braccio destro dell’uomo, con la testa tra le fauci del leone che trattiene, o cerca di allontanare, con la mano sinistra l’artiglio della fiera. Non sappiamo se si tratti di una visione apocalittica o di conflitto, ma la fantasia dell’autore è riconducibile all’opera di maestranze lombarde del secolo XII Torre campanaria o campanile la torre campanaria addossa all’abside destra utilizzando modelli riconducibili all’ambito ligure dei secoli XVII-XVIII. Presenta un alto fusto con accesso sopraelevato dal lato settentrionale, delimitato da paraste angolari ed ampia specchiatura alleggerita da una targatura centrale, larga quanto la finestre della cella sovrastante. Questa, delimitata da una fascia marcadavanzale è sormontata dalla lanterna cilindrica, aperta da finestrelle sui quattro lati e coperta da una calotta semisferica. In corrispondenza dei pilastri angolari si dispongono quattro cuspidi piramidali

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