la parrocchiale di San Caprasio di Aulla è la chiesa del complesso abbaziale fondato da Adalberto I° di Toscana nell’884 alla confluenza dell’Aulella nel Magra, nodo generato dalla convergenza delle direttrici trasversali padane provenienti dall’Appennino Reggiano e di quelle longitudinali appoggiate al solco vallivo della Magra in direzione di Lucca e di Pisa. Nell’itinerario di Sigerico verso l’Inghilterra Aulla compare come XXX tappa della Via Francigena, ma la direttrice fa parte del codice genetico dell’organismo territoriale lunigianese e di epoca in epoca, pur assumendo fisionomie diverse, mantiene il suo ruolo di collegamento tra Italia ed Europa. La chiesa di San Caprasio ha assunto la configurazione odierna attraverso una serie di interventi che gli scavi archeologici, intrapresi tra il 2000 ed il 2006, hanno messo in luce fin dalle fasi più antiche partendo da una cappella circondata da un'area cimiteriale, appoggiata sui depositi alluvionali della Magra e dell'Aulella, rasata per costruire la chiesa di Adalberto dell’884 ed ospitare le reliquie del santo, fino alla successiva, degli inizi del secolo XI, con impianto basilicale a tre navate separate da robusti pilastri muratura. Ridotta in volta nella seconda metà del secolo XVII ed adornata di pregevoli stucchi dai marchesi Centurione di Genova, fu ancora trasformata alla fine del secolo XIX quando fu realizzata la prima facciata su quello che fino ad allora era stato il muro di tamponamento, a quattro salienti, del lato occidentale dell’aula. L’esecuzione delle terrazze laterali ed un nuovo disegno dei prospetti furono eseguiti nel 1935 ma gli interventi più cospicui, come il diradamento delle arcate medievali e la costruzione delle volte rampanti sopra le navate laterali, furono l’esito dei rifacimenti, eseguiti tra 1948 ed il 1950, per riparare i danni dei bombardamenti di Aulla avvenuti, in più riprese, tra il 1943 ed il 1944. Il prospetto a capanna, con lunghe paraste tuscaniche e nicchie ornamentali nelle specchiature è quanto rimane di quello eseguito nel 1935 mentre l’interno, recentemente restaurato, presenta nell’area del presbiterio, l’importantissimo complesso archeologico che ha condotto al ritrovamento delle spoglie di San Caprasio permettendo di verificare ciò che tradizioni e leggende avevano sempre tramandato. A queste opere di scavo, di studio e di restauro si deve la rinascita del polo abbaziale come centro museale, di accoglienza e di spiritualità legato al pellegrinaggio lungo la Via Francigena Preesistenze gli scavi archeologici condotti tra il 2000 ed il 2006 portato alla luce le absidi di due chiese preesistenti rispetto all’attuale costruita intorno al secolo XI. La più antica, precedente la Donazione dell’884, costruita sui depositi alluvionali della Magra e dell’Auella, era circondata da un’area cimiteriale Facciata la facciata della chiesa di San Caprasio presenta l’andamento tripartito coerente con le navate interne ma, mentre quella centrale più elevata, utilizza la consueta copertura a capanna, quelle laterali, durante i rifacimenti del primo dopoguerra, sono state coperte a terrazza. La dimensione molto allungata della pagina centrale del prospetto, mitigata sui fianchi dai raccordi diagonali che hanno semplificato le precedenti volute, è scandita in tre parti da lunghe lesene di ordine tuscanico che sostengono la trabeazione ed il timpano triangolare di coronamento sormontato dalla croce. Al centro una linea orizzontale suddivide la parte inferiore, con il portale e due nicchie laterali, riprese anche nella parte superiore più sporgente, ornata con una specchiatura cieca. La linea è quanto rimane della trabeazione progettata nel 1935/37 dall’Istituto Beato Angelico di Milano per proporzionare, attraverso la metrica dell’ordine architettonico, l’altezza del prospetto. Le testate delle navate laterali sono ornate dalle porte che immettono all’interno dell’edificio e recano la data del rifacimento del 1937 mentre quella centrale riporta l'anno di esecuzione della prima facciata, eseguita nel 1886 abside i recenti restauri hanno rimesso in luce la tessitura muraria dell’abside semicircolare composta di parti eseguite in fasi diverse. In basso per un’altezza di circa due metri si distinguono i filari della parte più antica con tre finestrelle a tutto sesto, corrispondenti ad un vano interno, che gli scavi non hanno identificato. Il livello superiore presenta tre ampie aperture sempre a tutto sesto: quella laterale destra era ancora visibile prima dei rifacimenti del 1948; quella di sinistra fu tamponata quando venne costruita la sacrestia ma nel presbiterio, per simmetria compositiva se ne mantenne la memoria dipinta; quella di fondo fu tamponata dai Centurione per collocare la pala dell’altare. Durante i rifacimenti post-bellici tutte le finestre furono tamponate e quella centrale fu trasformata, dalla parte interna nella nicchia destinata a contenere l’immagine del patrono. Dopo gli adeguamenti del presbiterio del 1970 fu realizzata l’attuale monofora di gusto medievale. La parte alta dell’abside presenta la sequenza di sei nicchie a fornice sulla datazione delle quali la critica non è concorde. Un nutrito gruppo di studiosi, primo fra tutti il Verzone, le ritengono coeve alla terza chiesa mentre per altri, anche sulla base dei frammenti datati al radiocarbonio, le fanno risalire ad un’epoca più recente. La torre campanaria si affianca all’emiciclo absidale dal lato di mezzogiorno ed è stata costruita sulle strutture rasate dell’abside minore di sinistra Impianto strutturale l’impianto strutturale attuale è di tipo basilicale a tre navate ripartito da file di pilastri rettangolari ridotti di numero dopo gli interventi di restauro del secondo dopoguerra. Essi sostengono una copertura con volta a botte lunettata ed arco trionfale piuttosto contenuto. Il raccordo dell’ampiezza dell’aula con l’abside, coperto a calotta, avviene tramite due modeste riduzioni planimetriche corrispondenti l’una all’arco trionfale e l’altra all’inizio della curva del coro. Le volte delle navate laterali, dopo i rifacimenti del dopoguerra, sono state abbattute e sostituite con volte rampanti continue eliminando definitivamente i vani di servizio che si trovavano al disopra di quelle precedenti Interno l’interno della chiesa presenta una partitura a tre navate con profondo presbiterio curvilineo illuminato da una monofora centrale collocata al di sopra del presunto allineamento del coro ottenuto riducendo lo spessore murario dell’abside centrale. L’immagine spaziale sostanzialmente unitaria è stata ottenuta applicando il diradamento degli antichi pilastri ed innalzando di conseguenza la chiave di volta delle arcate intermedie. Le navate minori si concludono con due cappelle mentre quella centrale presenta la nuda parete ornata ancora dagli stucchi seicenteschi all’altezza del cornicione e dell’arco trionfale. La moderna cantoria sostenuta da un arcata a sesto ribassato occupa la controfacciata della navata centrale Presbiterio il presbiterio è occupato dagli scavi archeologici lasciati in vista che mostrano le fasi di formazione dell’insigne edificio: la primitiva chiesa, quella di Adalberto con la fossa che ospitava in origine il corpo di San Caprasio quindi la seconda fossa posta sotto la terza chiesa. L’area destinata alla celebrazione è stata spostata in avanti fino ad occupare tutto lo spazio della terza campata sopraelevato su un gradino ligneo. La sede del celebrante è addossata al parapetto in ferro che delimita glii scavi mentre la mensa è stata costruita smembrando e ricomponendo i pezzi del paliotto seicentesco all’interno di una struttura lignea. Sul fronte si trova la parte centrale con la finestrella ottagonale su base ellittica che permetteva di venerare le reliquie del martire San Severo, oggi sostituite con quelle di San Caprasio rinvenute nel sarcofago, mentre sui lati sono stati disposti gli stemmi dei Centurione che la fiancheggiavano Struttura la struttura dell’edificio visibile nella parte absidale e nei tratti del cleristorio lasciati a vista durante gli ultimi restauri e nella parete settentrionale, è in muratura portante realizzata con una tessitura di manufatti lapidei di origine fluviale, di varia pezzatura, con presenza di calcari cavernosi utilizzati per le ghiere degli archi ammorsati con abbondante malta. La parete sinistra dell’aula ricostruita nel secondo dopoguerra rivela una tecnologia a fasce alternate di mattoni e di pietre simile a quelle utilizzate per i rifacimenti post sismici. Le solette che ricoprono le volte rampanti delle navate laterali sono in calcestruzzo armato Coperture la copertura della navata principale è a capanna con manto in coppi ed embrici. Il catino absidale posto ad un livello inferiore è coperto con lastre di pietra mentre le terrazze corrispondenti alle navate laterali sono pavimentate con lastre di pietra rettangolari di pezzature diverse Pavimenti e pavimentazioni il pavimento è stato restaurato demolendo quello in graniglia sovrapposto durante i rifacimento del secondo dopoguerra. E’ in manufatti quadrati di marmo bianco e nero disposti a losanga su filari alternati, con numerose lastre tombali risalenti all’epoca della trasformazione seicentesca dell’edificio operata dai Centurione Elementi decorativi la pregevole decorazione a stucco recentemente restaurata ci permette di apprezzare l’abilità delle maestranze che operarono ad Aulla al seguito dei Centurione nella seconda metà del secolo XVII. Furono attive anche in altri edifici religiosi dell’area limitrofa e nel distrutto oratorio che si trovava sul retro della chiesa abbaziale Torre campanaria o campanile la torre campanaria è un edificio a pianta quadrata costruito sulla struttura dell’abside laterale destra si sviluppa su tre livelli delimitati da fasce marcapiano e pilastri angolari tuscanici. Quello più basso lasciato in pietra a vista permette di leggere la tessitura muraria dell’edificio mentre quelli superiori sono stati intonacati. La cella campanaria si apre su quattro lati con una bifora sormontata da un oculo circolare e contenuta da un’incorniciatura a tutto sesto. La copertura della torre è formata da una guglia piramidale a base ottagonale ricoperta di rame sormontata dalla croce
- Aulla (MS)