Il prospetto principale risulta articolato in due parti chiaramente leggibili. La parte inferiore è caratterizzata dal portale cinquecentesco finemente decorato sormontato da una scultura di Madonna con bambino inserita in una conchiglia. La parte superiore è segnata da una cornice che individua chiaramente la sopraelevazione settecentesca con finestrone centrale, tipicamente barocco. In continuità, anche il prospetto laterale è articolato in due parti, la prima con i paramenti murari a faccia vista presenta i finestroni medioevali ogivali murati e la parte superiore (si tratta della sopraelevazione settecentesca) è segnata dagli ampi finestroni . E’ presente un piccolo portale laterale caratterizzato dalla presenza da una scultura di san Domenico. La chiesa è ad una sola navata con 4 altari laterali ( 2 per lato) e l’altare maggiore . Gli altari laterali sono di scuola napoletana in marmo policromo finemente decorati ed incorniciano tele aventi soggetto domenicano di ottima fattura. Nella sacrestia è conservato, mummificato, il corpo del duca Francesco II Del Balzo. Dello stesso Duca si conserva un pregevole busto in marmo attribuito al grande scultore Francesco Laurana (attualmente custodito presso il Museo Diocesano). Il Campanile, a pianta quadrata, si articola in basamento con tre ordini successivi e cuspide con banderuola segnavento, misura 46,60 metri. Pianta la pianta della Chiesa è a navata unica ed ha una lunghezza complessiva di mt 46 x 11 di larghezza. Il presbiterio è a base quadrata sormontato dall'elegante cupola con lanterna di impianto settecentesco, su cui insiste l'altare maggiore. Ai lati della navata sono collocati gli altari marmorei policromi settecenteschi di scuola napoletana. Pavimenti e pavimentazioni pavimento in lastre di pietra di Trani nella navata. Presbiterio pavimentato in marmo. All'esterno il sagrato e la gradinata è pavimentata con lastroni di pietra di Trani. Impianto strutturale muratura portante in pietra a doppio paramento, quello esterno in conci in pietra. Il paramento interno è in tufo con interposto materiale incoerente. Durante i lavori di restauro (2012) si è evidenziato un fenomeno di spanciamento della parete esterna. A seguito di sopralluogo la Soprintendenza ha richiesto, prima di effettuare qualsiasi intervento, uno specifico monitoraggio da realizzarsi con idonea strumentazione. Nello specifico, la problematica riscontrata è stata quella di spanciamento del paramento esterno della parete (i paramenti interni risultano a piombo) su una porzione della parete di lunghezza pari a circa 20 m, a partire dall'angolo con la facciata principale, fino alla quota di imposta delle finestrature superiori, a circa 18 m (dalla quota stradale). Il fenomeno era più accentuato nella parte centrale di tale specchiatura. Lo spanciamento era dovuto alla desolidarizzazione dei due paramenti che ha comportato lo scarico delle azioni delle parti superiori delle coperture sul solo paramento esterno. La rilevante altezza, la tipologia del paramento, il degradamento delle connessioni tra i conci ha determinato uno stato fessurativo dovuto ad una espansione a nucleo all'incirca al centro del campo murario sopra definito, per l'innescarsi di effetti di instabilità del secondo ordine. Si è proceduto ad effettuare l’idoneo monitoraggio utilizzando 2 deformometri a filo per 2 mesi. Gli esiti del monitoraggio hanno confermato la necessità di operare un consolidamento della muratura del prospetto laterale su via Corrado IV di Svevia, dove si era evidenziato lo spanciamento della parte terminale. Gli interventi di consolidamento sono stati realizzati con l’inserimento di tirantini antiespulsivi con l'ancoraggio attraverso resina ed iniezioni con malta espansiva. Il tutto è opportunamente documentato. Coperture navata e abside presentano copertura a doppia falda (con coppi) con struttura di capriate in legno e tavolato collegato con tiranti alla contro-volta che, nella parte interna della Chiesa, presenta un apparato decorativo a stucco di impianto settecentesco. In corrispondenza del presbiterio vi è cupola (con coppi) con lanterna. Prospetti il prospetto principale risulta articolato in due parti chiaramente leggibili. La parte inferiore è caratterizzata da un portale cinquecentesco finemente decorato, sormontato da una scultura di Madonna con bambino inserita in una conchiglia. Alla base della scultura vi è la seguente iscrizione: CRISTIFERE MARIAE VIRGINI : PREDICATORVM ORDINIS PROTECTRICI - OPUS DICATUM AD 1510. Vi sono due cornici a semicerchio, una ritorta e l'altra dentata che contengono la scultura della Madonna. L'architrave è abbellito da tre cornici, la prima sporgente e le altre due a livello, tutte variamente dentellate; alla base vi è una fascia con tre festoni e quattro teste alate di angioletti. A fianco dell'architrave, ad incorniciare il portone, vi sono due colonne scanalate con capitelli diversi:l'uno porta due teste di cavallo opposte fra loro, e nel mezzo sorge un fiore con dei nastri, l'altro capitello presenta uno stelo intorno cui si avvolge una vite. Nel piedistallo vi sono Adamo ed Eva con l'albero del bene e del male, nel cui tronco si scorge il serpente. Nell'altro piedistallo vi è l'angelo che apparve al Redentore nell'orto col calice nelle mani. Tali lavori sono scolpiti in pietra e, dalla fattura, entrambi sembrano essere di epoca precedente al portale cinquecentesco. La parte superiore del prospetto è segnata da una cornice che individua chiaramente la sopraelevazione settecentesca con finestrone centrale, tipicamente barocco. Sono visibili due finestre laterali murate. Anche il prospetto laterale è articolato in due parti. La prima con i paramenti murari a faccia vista presenta i finestroni medioevali ogivali murati. La parte superiore, che costituisce la sopraelevazione settecentesca, è segnata dagli ampi finestroni. E’ presente un piccolo portale laterale nel cui frontespizio è scolpita a bassorilievo una statuetta di pietra, rappresentante San Domenico, con il giglio nella mano destra, ed un libro aperto nella sinistra, ed ai piedi il cane con la torcia accesa in bocca. Come riportano gli storici locali più in alto era collocato lo stemma domenicano, ma oggi si osserva solamente il vano e la cornice. Inoltre, sul prospetto laterale è collocata una grandelapide di pietra, con una cornice intagliata, che evidenzia la committenza della Chiesa; infatti è scolpito sia lo stemma dei Del Balzo, una stella di argento con sedici raggi in campo vermiglio (attualmente i colori non sono leggibili), sia quello degli Orsini, un orso con una rosa in testa e tre fasce poste trasversalmente, ed un leone rampante. Elementi decorativi a causa del lungo periodo di chiusura della Chiesa alcune opere sono custodite presso il Museo Diocesano : il busto marmoreo di Francesco II del Balzo attribuito a Francesco Laurana (1430-1502) ; la statua lignea della Vergine del Rosario con “la veste ed il manto screziati vagamente di fiori dorati”. Le pareti, la controvolta e la cupola della Chiesa presentano un apparato decorativo a stucco di impianto settecentesco oggetto dei recenti restauri. Nella Chiesa, tuttavia, sono ancora presenti opere d’arte. Si tratta dell’altare maggiore e di quattro altari marmorei policromi settecenteschi. Tali altari sono sovrastati da tele realizzate da maestranze di scuola napoletana nella seconda metà del settecento, raffiguranti, rispettivamente, la Madonna del Rosario, il Miracolo di Soriano, San Vincenzo Ferreri, San Tommaso d’Aquino. Nel presbiterio sono presenti un ritratto di Papa Benedetto XIII, domenicano della famiglia Orsini ed una tela con lo stemma gentilizio dello stesso Papa con quello dei Domenicani. Nella Sacrestia, nel ‘700, venne realizzato un apparato decorativo a stucco. Nella parete principale i decori a stucco incorniciano dipinti murali rappresentanti San Giovanni e la Madonna Addolorata con la Maddalena posti ai lati di un crocifisso ligneo (attualmente custodito presso il Museo). Nella volta sono presenti quattro dipinti ovali : Gesù orante nel Getsemani, Gesù legato alla colonna, Gesù con la croce in spalla e l’Ecce Homo. Tali dipinti sono stai oggetto di restauro, in quanto fortemente degradati a causa di infiltrazioni di acqua dalla copertura.
P. Manfredi - Andria (BT)