la chiesa di Santa Felicita di Casola era probabilmente una cappella castrense nel periodo malaspiniano del borgo, posto nei pressi della confluenza del torrente Tassonaro con l’Aulella in un luogo di naturale confluenza di percorsi provenienti dalla Valle del Serchio, attraverso le foci di Tea e dei Carpinelli, dal sistema apuano, lungo la Valle di Minucciano, e dal versante sinistro della Val di Magra che qui riconduce la viabilità di mezzacosta, proveniente dal territorio piacentino, attraverso Pontremoli e Fivizzano. La chiesa e la torre campanaria si trovano sulla parte più alta del borgo a ridosso delle mura. Punto strategico, quindi, per i collegamenti con Lucca attraverso il territorio della Garfagnana, Casola fu oggetto di contese fino alla definitiva sottomissione a Firenze, avvenuta nella prima metà del Quattrocento. Se le fonti iniziano a parlare della chiesa di Santa Felicita con gli estimi quattrocenteschi della Diocesi di Luni le strutture murarie del fianco destro, nonostante i numerosi eventi sismici ai quali periodicamente è sottoposta la località, conservano tracce di una fase duecentesca e di una successiva antecedente la riduzione in volta del fabbricato del secolo XVIII. L’essenzialità del prospetto a capanna, con l’elegante portale in arenaria, sormontato dalla finestra rettangolare, appoggiata sulla linea marcadavanzale, ricompone in un disegno unitario elementi sottoposti alla periodica opera devastatrice delle forze naturali pazientemente ripristinate dai conseguenti interventi di consolidamento. Nell’interno ad aula unica, con presbiterio rettilineo a base quadrata rivolto ad oriente, copertura voltata irrobustita da arcate trasversali, arco trionfale con ghiera concava come in altre chiese della Lunigiana orientale, si compongono elementi strutturali e decorativi sostenuti da un solido impianto progettuale. A questo disegno complessivo, capace di integrare la trabeazione ionica dell’aula con le linee serpentine e fantasiose degli stucchi, leggibili nei fastigi degli altari, si deve l’armoniosa compostezza dell’insieme Facciata la facciata della chiesa di Santa Felicita, in pietra a faccia vista, presenta una pagina compositiva a capanna, molto slanciata in senso verticale. E’ divisa in due parti da una fascia marcadavanzale, situata all’altezza dell’imposta delle volte interne, collegata ai due pilastri disposti sull’angolo. La complanarità delle strutture suggerisce interventi di consolidamento conseguenti ai danni di eventi sismici così come la cordolatura, posta alla base del timpano, e la foggia moderna dello stesso somigliante ad una capriata in cemento, predisposta per trattenere le spinte delle volte e della copertura. La finestra appoggiata sulla linea superiore del marcadavanzale presenta un’incorniciatura rettilinea fiancheggiata dalle sagome di due volute laterali. Si tratta della stessa finestra che all’interno conserva gli stucchi datati 1717. Il portale in arenaria presenta una struttura più complessa, formata da una doppia incorniciatura, una più interna con stipiti scanalati ed architrave molto consumato ed una più esterna. Quest’ultima è sormontata da un timpano triangolare aperto, ornato con due valve scanalate concentriche una interna all’altra. La tessitura muraria lascia scorgere la piattabanda triangolare eseguita per alleggerire l’architrave del portale Esterno edificio i fianchi mostrano con evidenza l’innalzamento subito dall’edificio per ridurlo in volta e ricostruire l’allineamento delle strutture coprenti del tetto. Il fianco meridionale conserva ancora tratti della struttura medievale, probabilmente duecentesca, con archetti pensili ed un piccolo portale oggi tamponato, in parte nascosto da un edificio contiguo. Le bozze ben levigate del paramento sembrano terminare ad un’altezza corrispondente all’edificio antico, innalzato in un secondo tempo Impianto strutturale l’impianto strutturale è generato da una pianta rettangolare riconducibile a tre moduli di pari profondità ma di diversa larghezza. Uno subquadrato corrisponde al presbiterio, coperto da una volta a vela trattata dai dipinti come una calotta ribassata. Gli altri due più larghi rispetto a quest'ultimo, sono ripartiti in campate strutturali rettangolari: due simili tra loro, corrispondenti ai quattro altari collocati sulle pareti, una terza di dimensioni leggermente minori, destinata ad ospitare la cantoria, ed una quarta ancora più stretta anteposta al presbiterio dove si trova il pulpito ligneo e l'ingresso laterale. I due spazi, di dimensioni diverse, sono ricomposti in un disegno unico dalla sagoma concava, dell’arco trionfale reso ancor più solenne dalla piccola campata antistante, coperta a botte. La prima e la seconda campata dall’ingresso, sono coperte a crociera mentre la terza è a vela come quella del presbiterio ed ornata con un dipinto centrale interno ad una cornice lobata. La struttura è irrigidita da arcate trasversali munite di catene corrispondenti a robusti pilastri addossati alle pareti perimetrali, costruiti all’interno della precedente navata medievale Interno l’aula liturgica è un vano ben proporzionato e riprogettato all’inizio del secolo XVIII quando, probabilmente, l’impianto più antico venne ricoperto con la struttura voltata. La trabeazione ionica dal disegno elegante e declinata in tutte le sue parti unifica lo spazio dell’aula coordinando gli arredi addossati alle pareti con la struttura architettonica dell’organismo. Pregevoli sono i quattro altari delle cappelle, a coppie speculari, con trabeazione corinzia su colonne tortili o a fusto liscio, disposte in diagonale, per aumentare l’effetto scenografico della trabeazione che subordina il connotato architettonico alla fantasiosa trasposizione delle sue parti in elementi decorativi. Al centro di un frontone curvilineo aperto con le volute ruotate verso l’interno dell’aula, si trova il cartiglio recante un motto devozionale, in tre casi riferito alla Vergine e nel quarto alla croce. Questo elemento collocato all’altezza del fregio ha la funzione di legare l’incorniciatura della tela con il sovrastante fastigio animato dalle linee serpentine e fluenti del Rococò. L’articolata architettura degli altari laterali trova riscontro nelle linee del presbiterio, dove il ricco altare in marmi policromi brecciati, di gusto ligure, si completa scenograficamente con l’incorniciatura in stucco del dossale a sesto ribassato, fiancheggiato da due nicchie, più piccole, coordinate dal medesimo disegno. Una successiva ridipintura a trompe l’oeil ha ricondotto il dossale nello schema degli altari laterali. La controfacciata è occupata dalla cantoria ricostruita con colonne in ghisa Presbiterio il presbiterio è un vano quadrato delimitato da una balaustra in marmo bianco con pilastri a specchiature policrome, di pregevole fattura, appoggiata su due gradini tracciati a partire dalla strombatura dell’arco trionfale, animata in posizione mediana da semicurva convessa verso l’aula. Al centro si trova l’altare maggiore in marmo policromo brecciato con tre alzate ad andamento scalare retto, riconducibile tuttavia ad una libera reinterpretazione di motivi di tipo ligure. La mancanza delle porte lascia scorgere gli scanni lignei del coro addossati alle pareti rettilinee del vano Struttura la struttura è in pietra a vista con elementi eterogenei allettati con abbondante malta nel fronte e nel fianco settentrionale. La parte impostata sull’allineamento delle strutture voltate presenta ancora un altro tipo di tessitura irrigidita da paraste corrispondenti alle arcate interne ed al sostegno degli elementi della copertura. Il fianco meridionale è invece costituito ancora dagli elementi pseudo isodomi del paramento medievale fino all’allineamento di un antico cornicione denunciato dalla presenza di due archetti pensili. Lo sormonta ancora un paramento in bozzette fino all’imposta delle volte, esito di un rifacimento ancora successivo precedente la riduzione in volta del fabbricato Coperture la copertura dell’edificio è a capanna con manto in lamiera grecata. Il corpo del presbiterio invece, di dimensioni inferiori, presenta una testata di padiglione Pavimenti e pavimentazioni il pavimento dell’aula è in mattonelle quadrate di cemento chiare e scure molto utilizzate dopo gli interventi seguiti al sisma del 1920. Quello del presbiterio conserva l’originale tessitura a disegno, in marmo bianco e nero, soltanto nella predella dell’altare Elementi decorativi l’apparato decorativo dell’aula sovrappone almeno due fasi d’intervento: una prima è legata alla decorazione a stucco presente nelle membrature architettoniche e negli arredi fissi. L’altra è quella dipinta con motivi geometrici, floreali e piccole figure nelle volte e specialmente nel presbiterio, mentre ad una fase intermedia corrispondono i dipinti realizzati nelle volte a vela del presbiterio con la raffigurazione della Santissima Trinità e della terza campata dell’aula con L’Adorazione dei Magi Elementi lignei il coro ligneo presenta scanni dallo schienale ad unica specchiatura sormontati da una cornice rettilinea, muniti di sedile ed inginocchiatoio privo di parapetto. Sulla sinistra si trova il massiccio pulpito ligneo ottocentesco sostenuto da mensole a due specchiature separate da paraste doriche Torre campanaria o campanile il campanile della chiesa di Santa Felicita si trova nella torre cilindrica, già appartenuta al recinto fortificato, evidente nella base scarpata e nel primo sviluppo del cilindrico. Presumibilmente all’epoca del rifacimento settecentesco della chiesa, sulla sommità della torre medievale fu costruito un campanile barocco a base ottagonale abbattuto a causa dei danni subiti durante il sisma del 1920. I Successivi restauri realizzarono l’attuale edificio: una risega nella muratura distingue la fase più antica dalla torre campanaria, vera e propria, realizzata al di sopra, aperta con ampie bifore a tutto sesto e coronata con un parapetto d’attico ad elementi seriali ornati con croci lobate
- Casola In Lunigiana (MS)