Diocesi di Noto
Fondata verso il 1500 da Giannantonio Miccichè, nel quartiere Pendino o Casale, che poi da essa prese il nome di S. Giuseppe, fu elevata, nel 1598, a Grangia della chiesa Madre dal Vescovo di Siracusa D. Giovanni Orosco. Già precedentemente un gruppo di Francescani Cordiglieri si era insediato sulla collina della Croce costruendo un Convento e l'attuale Chiesa, con l'ampliamento di un antico oratorio; successivamente, altri Frati Cappuccini, anch'essi Francescani, avevano costruito un convento e una chiesa, sulla fiancata del Colle di S. Marco, su un terreno già appartenuto ai Confrati della Chiesa di Santa Agrippina, che spiega la presenza della statua quattrocentesca della Santa insieme a quella di Sant'Onofrio, di cui, invece non esiste traccia. Se in tale contesto topografico si inserisce la Chiesa rupestre del Calvario, risulta evidente il desiderio di un'ideale ricostruzione, sulla stessa collina, di un percorso di luoghi santi . Il terremoto del 1693 distrusse in buona parte la Chiesa che però, nel periodo immediatamente successivo, venne ricostruita nelle odierne linee sobrie ed essenziali che le conferiscono quella contenuta maestosità; unici ornamenti alla lieve concavità della facciata, racchiusa nei suoi contrafforti laterali, sono la vetrata e un cartiglio con incise le lettere: D (eo), O (ptimo), M (aximo) et S (anctae), M (ariae) ed un concio rettangolare con la data della ricostruzione della Chiesa, 1772. L'interno, ad una sola navata presenta, all'entrata, sul lato sinistro, la nicchia con il fonte battesimale e, addossata alla parete, un'acquasantiera sostenuta da un puttino alato, avvolto in un lungo panneggio antecedente, forse, alla ricostruzione del XVIII secolo. Subito dopo troviamo l'altare dedicato alla Crocefissione : il corpo di Cristo, raffigurato con le caratteristiche dei Crocefissi anteriori al '600, (stillante sangue dalle ferite delle mani e dei piedi, dalla fronte, dal costato e dalle ginocchia), è fiancheggiato da due statuette raffiguranti Maria e San Giovanni. Una nicchia separa questo altare da quello dedicato a Santa Agrippina, la statua, in marmo, poggia su una base ottagonale nella quale è incisa la data del 1497 e sui lati sono raffigurati gli episodi riguardanti il martirio e i miracoli operati dalla Santa che tiene in mano il Vangelo, simbolo della fede in nome della quale subì il martirio e sconfisse il male, simboleggiato dal mostro mezzo animale e mezzo uomo, tenuto in catene sotto i piedi della Santa; nell'altro braccio è adagiata la palma,simbolo del martirio; la nicchia mostra, in alto, la conchiglia, simbolo della preziosità del contenuto, ed è attorniata da stucchi imitanti ricchi panneggi, che richiamano quelli dell'altare dell'oratorio di S. Maria della Croce. Il Presbiterio, di forma rettangolare, con volta a crociera, ospita un grandissimo quadro raffigurante in alto, al centro, il Pantocrate, ai cui lati sono la Madonna e San Giuseppe; al di sotto le figure di numerosi Santi con, al centro, San Corrado. L'altare centrale, di marmo policromo, è sovrastato da una nicchia che ospitava la statua di S. Giuseppe, ora situata su un piedistallo al di sopra dell'altare stesso. La statua, iniziata nel 1773 dal Padula, (lo stesso che realizzò il presepe di S. Bartolomeo), rimase incompleta per la morte dell'artista; un artigiano locale, il Cultraro (o Cultrera) intervenne per realizzare il braccio destro e il Bambino Gesù seduto su di esso, mentre il braccio sinistro sorregge il bastone fiorito, simbolo della speranza; ai piedi, il giglio (simbolo della purezza della fede) presenta sei punte che richiamano la stella di Davide, alla cui stirpe appartiene S. Giuseppe. A sinistra, sotto il coro, una preziosa cornice di stile barocco racchiude una tela raffigurante la cacciata dei mercanti dal tempio. Sulla volta dell'abside un affresco raffigura la morte di S. Giuseppe, protettore dei morenti, al suo capezzale, su una seggiola con braccioli, Gesù , suo figlio putativo; ai piedi del letto, su un panchetto, coperta con un lungo mantello, la Madonna, sua sposa, a lato del letto un angelo, mentre in alto teste di putti si affacciano tra nuvole. Sulla parete di destra, dalla balaustra del presbiterio, una nicchia contiene la statua del Sacro Cuore; un'altra, un quadro raffigurante la Madonna della Grazia, attorniata da putti alati e da angeli e fiancheggiata, in basso dalle figure delle due martiri siciliane: S. Agata e S. Lucia, mentre in basso, sovrapposte in parte sul nome del committente, sono inserite figure di anime del Purgatorio che richiamano, per le caratteristiche iconografiche, le anime purganti raffigurate nel quadro della Mater Gratiarum posto nella nicchia di sinistra della chiesa di S. Maria del Gesù dei Minori Osservanti. Lesene con capitelli ionici sostengono la trabeazione di questa nicchia, mentre gli altri altari sono fiancheggiati da lesene con capitelli corinzi. Al di sopra della trabeazione, su ogni lato, tra le finestre vetrate, spicca la croce di Malta. Il tetto, a botte, è scandito da vele a crociera che si dipartono dalle finestre; l'arco trionfale che insiste sulla balaustra e che divide la navata dal presbiterio, è scandito da corpi ovali dorati.
Descrizione e/o foto tratte da www.comune.scicli.rg.it
V. San Giuseppe - Scicli (RG)