L'analisi della situazione esistente permette di ricostruire le trasformazioni della chiesa, distinguendo almeno due configurazioni principali, relative alla costruzione romanica e al suo ampliamento compiuto nel '400. La chiesa originaria era configurata a navata unica, coperta a tetto se non da una volta a botte, e conclusa da un’abside semicilindrica. Sottostante la zona presbiteriale si trova la cripta, integralmente conservata sino ad oggi, coperta da volte a crociera con due colonne centrali e sei semicolonne perimetrali. La chiesa romanica ad unica navata absidata, orientata in direzione est / ovest, fu trasformata mediante il raddoppio della volumetria in senso trasversale, verosimilmente nel XV secolo, come testimoniato dalla analoga riconfigurazione della chiesa di San Giorgio. L’ampio tetto a due falde con orditura a vista poggia sulle mura d’ambito, comprendenti i due larghi fornici del prospetto presbiteriale; pilastri addossati ai fianchi sostengono tre capriate lignee. Nel XX secolo, attraverso la demolizione dei pilastri centrali e degli archi-diaframma da essi costituiti, la chiesa assume la configurazione odierna ad unica navata. Campanile Sul lato della terminazione orientale, in posizione boreale rispetto all’abside, si trova il campanile a pianta quadra, coperto da un tetto spiovente verso est; alla sommità della struttura si trova la cella campanaria con quattro aperture a fornice ed una sola campana esistente. Sul lato nord, alla quota di circa sei metri dal piano di calpestio, si trova una finestra rettangolare, sovrastata da una piccola finestra quadrata e da un bassorilievo raffigurante un animale che si morde la coda. Sul lato est del campanile si trovano, invece, due piccole finestre sovrapposte, una rettangolare posta in basso ed una quadrata posta in alto. Esterno Il lato nord è definito dalla parete laterale della chiesa e da un lato del campanile. Oggetto di restauri vistosi, presenta un paramento di irregolari conci di pietra arenaria, mentre l’attacco a terra è occultato da una zoccolatura cementizia. Su questa parete si trovano due piccole finestre ad arco corrispondenti a quelle del fianco meridionale. Il lato sud della chiesa consta di tre parti visibilmente distinte. La prima parte, di altezza maggiore, di muratura lapidea irregolare e mista, appartiene alla terminazione orientale; presenta nella parte alta una finestra ad arco, che illumina il presbiterio, ed una porta architravata murata, che dava accesso alla cripta dall’esterno. Segue il lungo e più basso muro dell’aula ecclesiale, composto, a partire dall’attacco col corpo presbiteriale, da una sezione di minore ampiezza e da un’altra più estesa, differenziabili per il meno regolare apparecchio murario lapideo dalla sezione minore, ma innestate senza soluzione di continuità di superficie e di altezza. La parte minore presenta una finestra ad arco che, posta nella parte superiore del muro, illumina l’aula, ed una porta a sesto acuto murata. Infine, la terza parte, di blocchi di pietra regolari e ben allineati, ulteriormente distinta dal muro innestato sulla destra per una fascia di zoccolo appena aggettante; presenta una seconda conforme finestra ad arco ed una porta ad arco a tutto sesto con larghe cornici di imposta di sensibile aggetto, posta a quota sensibilmente più alta della porta murata. Il dislivello esistente tra l’esterno e l’interno è superato attraverso tre grossolani gradini in pietra posti di fronte alla porta. Facciata Al centro della facciata, caratterizzata dalla forma del tetto a capanna a spioventi, si trova la porta della chiesa, configurata ad arco a tutto sesto e sovrastata da una piccola finestra circolare, posta in prossimità del colmo della copertura, visibilmente rinnovata di recente. Il paramento murario è realizzato con conci squadrati, di diversa pezzatura, di pietra arenaria. La differenza di quota esistente tra l’esterno e l’interno è superata attraverso tre gradini di pietra posti di fronte alla porta. Alla sinistra della porta si trova una stretta finestra rettangolare strombata, internamente murata, incorniciata da conci di pietra (cfr. monofora nel fianco nord della chiesa di Santa Maria in Casalicchio). Interno Lo spazio della chiesa, a navata unica, è scandito in quattro campate da tre speculari pilastri a parete su cui poggiano le capriate del tetto: tre campate, corrispondenti all’aula liturgica, ed una corrispondente al presbiterio, rialzato rispetto all’aula. Alla sinistra dell’altare in legno, posto al centro della parete fondale, al fine della celebrazione rivolta verso i fedeli, si apre, attraverso un arco a tutto sesto, uno spazio a pianta rettangolare, concluso dall’abside semicilindrica della costruzione romanica, dove si conserva la custodia eucaristica; alla destra dell’altare in legno si trova, invece, inquadrato da un arco a tutto sesto simmetrico al precedente, un secondo altare, privo di mensa, addossato alla parete con al centro una nicchia absidata in forma di conchiglia. La chiesa è coperta da un tetto a capanna, realizzato in legno, con le capriate e le travature, principali e secondarie, a vista. Cripta Una scala interna, posta alla sinistra dell’altare post-conciliare, collega la chiesa alla cripta, “unico esemplare del genere nel nostro territorio diocesano” (Catani, “op. cit.”, p. 487). Questa, configurata a pianta quadrata (m 5,50x5,50), è articolata in tre navate ed è provvista di un’abside semicilindrica. Lo spazio ipogeo è coperto da volte a crociera a tutto sesto impostate su due colonne centrali e su sei semicolonne a parete, coronate da capitelli quadrangolari svasati con altorilievi zoomorfi e fitomorfi della simbologia cristiana. Elementi decorativi Nel corso dei lavori di restauro XX secolo sono state rinvenute due notevoli lastre scolpite di pietra arenaria risalenti, presumibilmente ai secoli XI – XII che, capovolte, risultavano riutilizzate come gradini dell’altare maggiore. La prima lastra ha per tema la creazione ed il peccato originale; la seconda quello della salvezza . La quasi identica dimensione delle lastre ed i temi figurativi scolpiti fanno ipotizzare che siano appartenute ad uno stesso manufatto, probabilmente un pluteo che separava il presbiterio dall’aula (si veda Catani, “op. cit.”, p. 487-491).
- Montemonaco (AP)