La facciata della basilica è rimasta incompleta, ma accenna motivi ornamentali a testimonianza di un preciso intento decorativo. L'ampio ed alto frontone, a timpano triangolare, è completato da due torri a pianta quadrata culminate con celle vuote, impostate sugli angoli della facciata: un impianto architettonico di non facile riscontro in territorio bresciano di quel periodo. La semplicità delle linee di ordine toscano sottolineano l'essenzialità dell'intero organismo, rendendo, unicamente alla cupola, senso di grande spazialità . Il portale si presenta di stile composito, a doppio ordine. La composizione spaziale interna a croce latina, di tipica concezione controriformista, con volta a botte, è cadenzata da larghe ed alte lesene corinzie, sormontate da un elaborato cornicione a fregio rinascimentale in rilievo, dalla costante e continua linea d'ornato, che si sviluppa per tutto l'intero contorno. L'ampia, unica navata si presenta ritmata dalle cappelle laterali (tre per parte), interposte alla struttura portante, aperte da alti archi e sottolineate dalle lesene corinzie. Il transetto si trova delineato dallo spazio di intervallo fra i quattro archi trionfali a tutto sesto, anch'essi impostati su lesene corinzie, che sorreggono, al centro della pianta cruciforme, il tamburo della cupola. Nei pennacchi angolari d'incrocio degli archi del transetto trovano luogo quattro altorilievi a medaglione. Così concepita, la composizione basilicale sottolinea le due grandi cappelle poste all'estremità del transetto, approfondendo maggiormente il presbiterio, in cui la curva dell'abside si richiude superiormente a catino, seguendo la pianta semicircolare del coro. Il pavimento della sala in lastre di pietra, ribassato rispetto al pavimento policromo del presbiterio e delle laterali cappelle, sottolinea anch'esso le linee della composizione. La luce, oltre che dalle finestre del tamburo, entra anche dalle due alte ed ampie finestre poste in corrispondenza del timpano della parete di fondo delle cappelle laterali del transetto e dalle due grandi finestre laterali del presbiterio. Sopra i pennacchi d'incrocio degli archi del transetto, impostato su di un primo cornicione rinascimentale, munito di ringhiera, si innalza un tamburo, coronato da un secondo cornicione, su cui poggia la cupola coronata da una lanterna. La struttura muraria del tamburo, ad andamento interno circolare, assume all'esterno forma prismatica ottagonale, con una finestra snella per lato. Coperture Le coperture, di cui aula e transetto non sono alla stetta imposta, sono a capriate in legno con un manto in coppi, caratterizzate dalla cupola centrale soprastante, avente una struttura muraria all'esterno ottagonale, sovrastata da una complessa ed indipendente struttura lignea centinata, rivestita da lastre di piombo. Il profilo esterno della cupola è poi coronato da una lanterna ottagonale, aperta a belvedere, che porta al culmine un angelo in rame sbalzato, girevole sul proprio asse, recante sul petto lo stemma cardinalizio dei Conti Gambara e la data del 30 novembre 1674 con il nome di Lucrezio Gambara, prevosto pro-tempore. Impianto strutturale L'impianto spaziale interna a croce latina, è definito da murature piene e parti in laterizio, culminante nell'intersezione dell'aula col transetto con la realizzazione di una cupola, con lanterna, sostenuta da tamburo, il quale è internamente circolare ed esternamente ottagonale. Elementi decorativi La composizione spaziale interna a croce latina, è cadenzata da larghe ed alte lesene corinzie, sormontate da un elaborato cornicione a fregio rinascimentale in rilievo, dalla costante e continua linea d'ornato, che si sviluppa per tutto l'intero contorno. L'ampia, unica navata si presenta ritmata dalle cappelle laterali (tre per parte), interposte alla struttura portante, aperte da alti archi e sottolineate dalle lesene corinzie. L'apparato decorativo interno, voluto dal Prevosto Don Francesco Manfredi, viene realizzato nei pirmi anni del XX secolo e l'architetto Antonio Tagliaferri ne sovrintende i lavori. Presbiterio Di grande effetto il pavimento policromo, più alto rispetto al pavimento della sala in lastre di pietra. Al centro è l'Altare Maggiore in marmo striato verde (1832), con le cantorie di scuola cremonese ed il prezioso organo dei fratelli Lingiardi (1875), a tre manuali, elaborato dal Maestro Arnaldo Bambini negli anni Trenta. Nel fregio della cimasa dell'altare sono inseriti dodici medaglioni in bronzo raffiguranti gli Apostoli (1822). Le balaustre, del 1683, sono in marmo a varie tonalità , ad incastri fioreali. sagrato Non è presente un sagrato vero e proprio ma uno spazio di risuta dovuto allo slargo creatosi antistante la facciata della chiesa, che denota l'importanza del manufatto architettonico.
V. Cavour 21 - Verolanuova (BS)