Chiesa di S.Margherita

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Informazioni

la chiesa di Santa Margherita s'inserisce nel complesso fortificato della Verrucola, centro costruito su un promontorio naturalmente munito, scavato a nord dalle acque del torrente Mommio ed a sud da quelle del canale di Collegnago. La posizione strategica per il controllo dei valichi appenninici dell'Ospedalaccio e del Cerreto, e' facilmente raggiungibile, per vie interne, anche dalla Garfagnana. Appartenne, in origine, alla famiglia dei Bosi ed alla metà del Trecento ne fu unico signore Spinetta Malaspina e nel 1477, per volontà dell'ultimo marchese, la Verrucola passò sotto la giurisdizione fiorentina. L'antica chiesa castrense non è più riconoscibile nell'attuale edificio, che ha subito numerose trasformazioni dovute ad eventi bellici e sismici ed è stato ricostruito nei secoli XVI - XVII. Vi si accede attraverso una lunga scalinata appoggiata sul bordo meridionale dell'antico castello e dominata dalla poderosa cortina muraria. Tra l'antica rocca, oggi occupata dal giardino, e la dimora feudale si apre il porticato che protegge l'ingresso alla chiesa ed al castello, fiancheggiato da un campaniletto, dalle anteridi in pietra e dalla copertura piana. Il complesso originariamente castrense fu ristrutturato per ospitare un monastero femminile sotto la regola agostiniana concesso dai granduchi di Toscana alla metà del Cinquecento e, dagli stessi, soppresso alla fine del secolo XVIII. Il loggiato superiore, scandito da cinque eleganti arcatelle a sesto ribassato, è adiacente alla tribuna che permetteva agli abitanti della rocca di assistere alle celebrazioni liturgiche in forma privata attraverso l'apertura della lunetta della volta dell'aula liturgica posta sopra l'ingresso, bipartita da un'elegante colonnina cilindrica, con capitello a tronco di piramide e foglie angolari ornato nelle quattro facce da una foglia più piccola sormontata da una rosetta. L'interno, molto semplice, è scandito da due campate a crociera, ornate con decorazioni geometriche, floreali e figurazioni, riconducibili all'ambiente luigianese della metà del Novecento. Si distaccano da questo quadro la mensa dell'altare in arenaria manufatto locale del secolo XVII-XVIII, l'imponente dossale ligneo seicentesco ed una base erratica recante la data 1589, scritta in lettere capitali Facciata la facciata della chiesa parrocchiale di Santa Margherita è inserita nel complesso castrense della Verrucola; a destra la torre campanaria la separa dalla residenza medievale, fiancheggiata dalla poderosa torre trecentesca, mentre a sinistra si accosta all'alta muraglia del giardino dove si trovano resti di altre fortificazioni. Alla facciata della chiesa è addossato un loggiato articolato su due ordini, quello inferiore è formato da un'ampia arcata a sesto ribassato e da una minore a tutto sesto, mentre quello superiore è ritmato da una serie di cinque arcatelle a sesto ribassato sostenute da colonne in arenaria perfettamente calibrate sulle due sottostanti. La larghezza del campanile corrisponde al setto murario opposto, mentre delle cinque arcatelle tre soltanto equivalgono al vano interno della chiesa. Le altre due fanno parte di un'ampliamento addossato alla più antica struttura del cassero trecentesco, ben riconoscibile nell'androne-portico sottostante e rintracciabile anche nella cartografia ottocentesca. La ghiera a doppia curvatura, con chiavi laterali e conci ben squadrati, del portale che immette nel castello è chiaramente ridotta dalla struttura del portico e ciò significa che la chiesa doveva essere isolata e preceduta da una sola campata di portico probabilmente ampliata per collegare i vani residenziali con il giardino che si costruì, in tempi relativamente recenti, sulla parte occidentale del promontorio fortificato. La chiesa preceduta quindi dall'ampio portico lastricato, sostenuto da robusti pilastri in pietra, è ornata da un portale in arenaria dalla cornice continua, aperta in basso, e sormontato da un timpano triangolare aperto, appoggiato su un fregio ornato da un motivo a foglie allungate stilizzate Impianto strutturale l'impianto strutturale è generato da un rettangolo, profondo circa una volta e mezzo la larghezza, ripartito in due campate coperte a crociera fiancheggiato, a sinistra, dal corpo rettangolare della sacrestia, più basso ed addossato alla struttura principale. Sul fronte si affianca un doppio volume comprendente il porticato, antistante l'ingresso, sormontato dal loggiato e dall'adiacente tribuna che permetteva ai residenti del castello di assistere alle celebrazioni in forma privata. Quest'ultima si compone di due campate, a crociera, impostate sulla parte superiore della facciata, corrispondente, in genere al frontone, ed affacciate verso l'aula liturgica attraverso l'apertura dell'ampia lunetta della volta. Una colonna cilindrica, con capitello tronco-piramidale a motivi fogliari, collocata in corrispondenza dell'asse dell'edificio, ricompone le forze scaricando sul muro della facciata il peso delle crociere appoggiate sulla campata maggiore del sottostante portico Pianta all'edificio si accede tramite una lunga scalinata che conduce al portico, coperto da un'ampia volta a crociera rettangolare, sostenuta da un pilastro esagonale in conci di arenaria, ben disegnati, in corrispondenza dello spigolo sud orientale. L'austero vestibolo, di gusto rinascimentale, precede l'ingresso della chiesa, situato sull'asse dello spazio lastricato, e quello del castello un poco più elevato, collocato a destra, al termine di una gradonata di raccordo. L'aula è uno spazio rettangolare suddiviso in due campate ed animato dall'imponente dossale ligneo appoggiato alla parete di fondo. A sinistra si trova la porta della sacrestia con la scala che conduce alla tribuna, corrispondente al porticato esterno: è uno spazio rettangolare suddiviso in due campate, voltate a crociera, poste in contro orditura rispetto all'aula. Lo spazio, oggi utilizzato come cantoria, era privato ed a disposizione degli abitanti del complesso fortificato e doveva essere, per questa ragione, collegato con gli altri ambienti del castello tramite il porticato che lo fiancheggia verso la valle Presbiterio la chiesa non possiede un vero e proprio presbiterio ma soltanto una specializzazione della seconda campata dove si trovano, oltre all'altare maggiore, anche i due altari laterali e l'unica finestra che illumina la chiesa. L'adeguamento liturgico ha comportato lo smontaggio delle mense riutilizzando quella pregevole dell'altare destro, in arenaria, composta da mensole in pietra disposte ad angolo con protome di cherubino, basi di pilastri laterali con stemmi e paliotto raffigurante il monogramma di San Bernardino. La fisionomia del manufatto è riconducibile alla produzione di ambito fivizzanese dei secoli XVI-XVIII Struttura la struttura dell'edificio è in muratura portante di pietrame sbozzato e murato a calce. E' ricoperta da intonaco nelle parti interne del portico mentre l'esterno è ridotto in pietra a vista con manufatti speciali, conci regolari di arenaria, in corrispondenza delle aperture. A tratti si leggono resti di precedenti strutture ricomposti all'interno di un disegno unitario Coperture la copertura dell'edificio è a due falde inclinate coperte con manto di coppi ed embrici alla toscana appoggiata su orditura lignea. Si articola in tre parti, quella dell'aula coperta a capanna a falde simmetriche, attestate sulla parte superiore della controfacciata; quella del portico, ordita in senso opposto, con due falde di larghezza diversa appoggiate sul colmo delle volte a crociera della tribuna; quella della sacrestia ad una falda inclinata appoggiata al lato sinistro della chiesa Pavimenti e pavimentazioni il pavimento dell'aula è lastricato in arenaria come il portico esterno Elementi decorativi l'interno, dalle tinte calde in atmosfera buia, presenta superfici ornate con figure nelle volte e motivi geometrici e floreali nelle ghiere degli archi, riconducibili alla produzione lunigianese della prima metà del secolo scorso Elementi lignei il dossale ligneo dell'altare maggiore, contenente la tela della Vergine Immacolata tra i santi, è una pregevole manifattura seicentesca. Si compone di una trabeazione molto elaborata con dorature, policromie calibrate in modo da evidenziare il disegno delle parti architettoniche ornate con motivi fitomorfici. Le mensole terminanti con un timpano aperto sostengono un'architrave-fregio concavo al centro del quale si dispongono un fastigio rettangolare ed un cartiglio, sormontato da una protome di cherubino in valva di conchiglia, recante sul fondo nero il motto «Melius caeci vident fides amor». Al centro all'interno di una ricca cornice ornata di girali d'acanto si trova l'immagine della Vergine Immacolata incoronata, con i piedi appoggiati sulla luna, adorata dalle sante Lucia, Apollonia, Caterina d'Alessandria, da Sant'Agostino con l'abito nero dell'ordine ed, a destra, ancora un monaco agostiniano (San Nicola da Tolentino primo santo dell'Ordine?) ed una monaca inginocchiata (Santa Monica?). I due personaggi potrebbero essere anche il monaco Alessio Stradella che presentò al Granduca Cosimo primo la supplica per ospitare le monache alla Verrucola e la madre della comunità Torre campanaria o campanile il campanile chiude a destra la pagina compositiva della facciata che segue nell'articolazione del marcadavanzale del loggiato e nell'orizzontamento della copertura. Una finestra, parzialmente tamponata, si colloca al centro dello sviluppo verticale della torre compresa tra due pareti piene, quella più bassa forma la spalla destra del loggiato, mentre quella più alta di simili dimensioni, con l'orologio, precede la cella campanaria a quattro fornici, a copertura piana circondata da un parapetto in ferro. La cella, probabilmente ricostruita, si distingue dal resto della torre per la mancanza delle anteridi in pietra che invece delimitano le pareti sottostanti

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