IV - IX (fondazione intero bene) Si hanno scarse notizie circa la fondazione della collegiata di Arco, cui la critica ha tentato di supplire con alcune congetture. Se da un lato si ipotizza che la pieve di Arco rientri nel novero delle trenta chiese fatte costruire nei nel IV secolo da San Vigilio (incerta), dall'altro si ritiene, forse con maggior fondamento, che essa trasse origine dalla Regola Canonicale prescritta ai chierici nel IX secolo. IX - 1613 (preesistenze intorno) La chiesa medievale, che secondo la tradizione sorgeva sulle rovine di un tempio pagano dedicato al dio Saturno, aveva orientamento est/ovest, si sviluppava su una pianta rettangolare, era fornita di sei altari, aveva un campanile e presentava un portico in facciata. Sul lato nord si trovava una piazza, mentre sugli altri lati il tempio era circondato da un cimitero, nel quale si trovavano le cappelle di Sant'Antonio e di San Michele Arcangelo. A quest'ultima apparterrebbe la cripta affrescata ritrovata sotto il presbiterio dell'attuale chiesa durante i restauri condotti tra il 1985 e il 1990. Entrambe le cappelle, documentate "in Cimitero S. Mariae de Archo" dagli atti visitali del 1537 e del 1580, furono abbattute nel corso dei lavori di edificazione della nuova collegiata, avviati nel 1613. 1144/11/30 - 1144/11/30 (menzione intero bene) La pieve di Santa Maria Assunta viene menzionata per la prima volta in una sentenza del vescovo di Trento Altemanno, pronunciata il 30 novembre 1144. 1429 - 1430 (preesistenze intero bene) Tra il 1429 e 1430 furono compiuti alcuni interventi di restauro che riguardarono in particolare il tetto della sacrestia e il cimitero circostante la chiesa. 1537 - 1613 (fase preliminare intero bene) Negli atti della visita pastorale del 1537 i visitatori vescovili testimoniano lo stato fatiscente della fabbrica medievale e documentano le esortazioni da loro fatte ai signori locali e al popolo, affinché si prodigassero per costruire una nuova chiesa. L'idea maturò lentamente e solo in occasione della visita pastorale del 1581 si definì un piano di accumulo di capitali di sette anni, finalizzato al finanziamento della nuova fabbrica. La risoluzione definitiva della popolazione del contado arrivò nel 1607, quando le frazioni di Oltresarca, San Martino, Massone e Bolognano accettarono una tassazione per la erigenda chiesa collegiata. La chiesa medievale fu visitata un'ultima volta nel 1613, lo stesso anno in cui fu demolita per far posto alla nuova fabbrica. 1613/01/23 - 1613/11/07 (inizio lavori intero bene) Con decreto vescovile del 23 gennaio 1613 il principe vescovo trentino Carlo Gaudenzio Madruzzo autorizzava la demolizione dell'antica pieve e la costruzione della nuova chiesa collegiata. Il documento prevedeva che i lavori avessero inizio entro tre mesi dalla sua promulgazione. Un primo progetto di chiesa a tre navate, elaborato dall'architetto veronese Domenico Grani, venne infine rifiutato a vantaggio di quello fornito da Giovanni Maria Filippi, architetto originario di Dasindo (Trento), ma attivo alla corte rudolfina di Praga fin dal 1602. La posa della prima pietra avvenne il 7 novembre 1613. Nonostate il progetto del Grani fosse stato rifiutato, lo scalpellino e architetto rimase comunque attivo nel cantiere della collegiata almento fino al 1626. 1613/11/07 - 1628/08/15 (costruzione intero bene) Tra il novembre del 1613 e l'agosto del 1628 vennero realizzati il presbiterio e parte della navata (all'altezza della terza arcata si trova inciso nella muratura il millesimo 1628), che proprio da quell'anno iniziarono ad essere officiati, probabilmente grazie all'installazione di una copertura provvisoria. Il 15 agosto 1628, in occasione della festa dell'Assunzione di Maria, si tenne la prima messa solenne, celebrata dall'arciprete di Arco. 1630 - 1642 (interruzione lavori intero bene) La peste del 1630, che causò circa tremila vittime nel solo contado di Arco, determinò una battuta d'arresto nel cantiere della collegiata. I lavori ripresero attorno al 1642. 1642 - 1642 (demolizione intorno) Per far posto alla fabbrica della nuova chiesa nel 1642 circa fu demolita la casa canonica, residenza dell'arciprete e del "collegium" della pieve, che sorgeva sulla piazza antistante la chiesa, nel luogo in cui oggi si trova la fontana del Mosè. 1655 - 1655 (costruzione campanile) Sulla base del confronto con la chiesa di Santa Maria della Vittoria di Praga (già della Trinità), costruita da Giovanni Maria Filippi tra il 1609 e il 1613, si ritiene comunemente che il progetto originario della nuova collegiata prevedesse la realizzazione di due torri campanarie gemelle. Tuttavia, mentre la prima fu ultimata nel 1655, la costruzione della seconda non fu mai intrapresa. 1660 - XVII (demolizione campanile vecchio) I libri dei conti della fabbrica della collegiata testimoniano che il campanile dell'antica chiesa rimase in piedi almeno fino al 1660, quando le campane furono trasportate nella nuova torre campanaria. La sua demolizione seguì in epoca imprecisata, ma probabilmente entro la fine del XVII secolo. 1662 - 1668 (costruzione volta) La volta in tufo venne costruita tra il 1662 e il 1668. 1668 - 1669 (messa in opera coperture) Tra il 1668 e il 1669 fu realizzata la copertura in coppi della chiesa e furono messi in opera i canali di gronda. 1669 - 1669 (decorazione intero bene) Nel 1669 il pittore di Riva Giovanni Antonio Italiani eseguì la decorazione a fresco dei fregi dei cornicioni marcapiano interno ed esterno della chiesa. Come compenso per tali opere all'artista furono corrisposti 355 troni. 1671/05/15 - 1671/05/15 (consacrazione intero bene) La nuova chiesa collegiata di Santa Maria Assunta venne consacrata il 15 maggio 1671 dal principe vescovo di Trento e Bressanone Sigismondo Alfonso Thun. 1673 - 1709 (costruzione campanile a vela) Nel 1673 venne costruito il campanile a vela posto sul lato est del presbiterio, la cui campana, fusa nel 1709 da Franco di Maria, chiamava i canonici della collegiata alla preghiera comune. 1696 - 1696 (riparazione coperture) Da sempre il tetto della chiesa diede numerosi problemi a causa delle infiltrazioni d'acqua. Un primi intervento di riparazione fu eseguito già nel 1696. 1700 - 1700 (riparazione pavimentazione) Nel 1700 fu riparato il pavimento del coro e della navata. 1711 - 1711 (riparazione coperture) Il tetto fu nuovamente riparato nel 1711 dai fabbri "voltacoppi" Francesco Galassi di San Martino e Francesco Francesconi di Massone. 1719 - 1762 (tinteggiatura intero bene) Nel 1719 il maestro Mauro Bachiochi, originario di Conobio Milanese, eseguì il restauro degli intonaci e la tinteggiatura della chiesa e delle sacrestie. La chiesa fu nuovamente tinteggiata nel 1762. 1774 - 1776 (costruzione tribune presbiterio) Nel 1774, in seguito alla demolizione dell'altare maggiore e alla sopraelevazione del presbiterio, i conti d'Arco, storici signori locali, avanzarono la richiesta di poter sopraelevare anche i loro banchi, causando le proteste del popolo, cui veniva così oscurata la vista sul presbiterio. Ne nacque la cosiddetta "questione dei banchi", che coinvolse non solo la popolazione ma anche il capitolo della chiesa, che per protesta abbandonò il presbiterio e si mise ad officiare sull'altare del Santissimo Sacramento. La controversia si risolse solo nel 1776 grazie alla mediazione di monsignor Francesco Santoni, che suggerì la costruzione delle due tribune affacciate sul presbiterio tutt'ora in loco. 1804 - 1804 (rifacimento della cupola campanile) Nel 1804 venne rifatta la cipolla del campanile. L'esecuzione venne commissionata al lattoniere roveretano Baldessarre Conta, che fornì anche il rame. 1821 - 1823 (posa pavimentazione) Tra il 1821 e il 1823 venne posato il pavimento a quadrotte bianche, rosse e gialle tutt'ora in opera. Le mattonelle vennero fornite dai tagliapietra castionesi Domenico Piazza e Giovanni Sartori, che si impegnarono a consegnarne annualmente tre carri per colore a metà quaresima. Lo scavo preliminare venne condotto da Antonio e Bonaparte Angelini, mentre la messa in opera spettò a Vittore Donegani. 1843 - 1844 (demolizione carattere generale) Nel 1843 l'Ospedale, il Municipio e l'Arciprete di Arco acquistarono il terreno del conte Antonio d'Arco Cheppio situato fuori le mura, tra porta San Pietro e porta Scaria. In seguito a tale acquisto furono in gran parte demolite le mura meridionali della città, distrutto il casale che congiungeva l'ospedale alla chiesa, liberate le sacrestie, appianati i cimiteri e ridotto a piazza l'orto dei canonici. La chiesa così isolata assunse quindi l'attuale assetto urbanistico. I resti cimiteriali furono allora accumulati negli spazi sotterranei della chiesa, fino a riempirli quasi completamente. 1859 - 1859 (rifacimento volta navata) Nel 1859 si decise di intervenire sulla volta della navata, che da molto tempo destava preoccupazione per le frequenti cadute di materiale, nonché per le crepe che si erano aperte in corrispondenza della quarta arcata. L'intervento effettuato consistette nella demolizione dei setti murari che sostenevano la copertura in corrispondenza del quarto pilastro e nella loro sostituzione con due capriate. 1865 - 1865 (restauro intero bene) Nel 1865 l'impresa Giovanni Battista Erbisti eseguì un restauro generale della chiesa che consistette, in particolare, nella reintonacatura dell'avvolto, nella pulitura degli apparati lapidei e del fregio del cornicione marcapiano interno e nella tinteggiatura della chiesa. La medesima ditta eseguì, inoltre, alcuni interventi di riparazione del tetto e dei canali di gronda. 1890 - 1890 (progetto di costruzione secondo campanile) Nel 1890 l'ingegnere Emilio Paor presentò un progetto per il completamento della collegiata che prevedeva la realizzazione di un'abside, mancante nel progetto del Filippi perché originariamente la chiesa era addossata alle mura meridionali della città, e la costruzione della seconda torre campanaria. Paor aveva previsto, inoltre, il coronamento di entrambi i campanili con delle guglie ottagonali. Tale progetto non fu attuato a causa del mancato reperimento dei fondi necessari. 1922 - 1922 (decorazione intero bene) Nel 1922, a conclusione degli interventi di riparazione dei danni provocati dalla prima guerra mondiale, il pittore romano Eugenio Cisterna predispose i disegni per la decorazione a finti cassettoni della volta del presbiterio e di quelle delle cappelle laterali, la cui esecuzione venne assegnata ad un non meglio precisato pittore Bontempi. Tale intervento era stato sconsigliato dall'allora responsabile dell'Ufficio Belle Arti di Trento, Giuseppe Gerola. 1950 - 1950 (ampliamento ingresso facciata) L'ingresso principale venne ampliato nel 1950. 1985 - 1991 (restauro intero bene) Tra il 1985 e il 1991 la chiesa fu interamente restaurata. Gli interventi riguardarono, in particolare, il risanamento delle strutture portanti, il totale restauro delle coperture, la sostituzione della lamiera metallica della cipolla del campanile, la pulitura e il consolidamento degli apparati lapidei e pittorici.
P. III Novembre - Arco (TN)