la chiesa di Santa Maria Assunta di Pognana si trova lungo un antico itinerario che conduceva al valico dell'Ospedalaccio; sembra collegata al leggendario trasporto ed al culto delle reliquie di San Prospero a Reggio Emilia dato che dal monastero, che prese il nome del Santo, la chiesa dipendeva ancora nel 1137. Fu a seguito del passaggio sotto la giurisdizione vescovile lunense, documentata dalla Bolla di Eugenio III del 1148, che l'edificio assunse le forme romaniche ancora oggi leggibili nonostante le manomissioni e le distruzioni avvenute nel tempo. Si trova su un pianoro a mezzacosta affacciato verso castello malaspiniano della Verrucola ed il terrazzo alluvionale di Fivizzano, importante sito mercantile. Tra la fine del secolo XII e l'inizio del XIII si può ragionevolmente collocare la costruzione dell'attuale fabbrica progettata in modo da inglobare, al suo interno, anche i resti dell'antica cella monastica poi sormontata dal volume della torre campanaria. L'impianto di tipo basilicale presenta due navate con absidi rivolte ad oriente più una terza, ridotta rispetto all'altra, dalla presenza della torre campanaria, contenente il piccolo vano absidato illuminato da una monofora, ritenuto parte del primitivo impianto ecclesiale. Ampie arcate sostenute da pilastri cilindrici ornati con capitelli scolpiti con temi fitomorfici e zoomorfici, databili, secondo alcuni, non prima del secolo XIII, scandiscono lo spazio interno, completamente in pietra illuminato dalla grande bifora centrale e dalle finestre del cleristorio. Le aperture furono ricostruite durante i restauri del 1930, realizzati per ricomporre le strutture danneggiate dal terremoto del 1920. La parte absidale conserva i caratteri del romanico lombardo mentre la facciata è stata maggiormente trasformata, contrappone alla casa canonica ornata con un bel portale dei primi anni del secolo XVIII, il suo ricco portale in arenaria realizzato nei primi anni del secolo XIX. Tuttavia anche la canonica è un'antico edificio, oggi privato, costruito o forse ampliato nel secolo XV come riferiscono le date presenti indicate nella bifora del fabbricato e nell'acquasantiera donata dal presbitero Gaspare di Agnino nel 1474. Il complesso è nell'insieme ben conservato e non privo di un suo fascino derivato dalla sobria struttura di pietra, immersa nella quiete agreste degli uliveti ornati di cipressi, lontano dalle attuali vie di traffico, ma contemporaneamente aperto verso la valle del Rosaro Facciata la facciata della chiesa di Pognana, presenta i quattro spioventi tipici degli impianti romanici a tre navate, realizzata in pietra isodoma, evidenzia, soprattutto nella parte superiore, ampie superfici ricostruite dopo il terremoto del 1920. Affaccia su uno stretto vicolo che condivide con la canonica e ne pregiudica la visione frontale. Non presenta elementi architettonici particolari se si escludono l'ampia bifora, non coerente con la precedente, ripristinata durante i restauri del 1930 ed il portale in arenaria datato 1809, tipico della Lunigiana Orientale, pregevole manufatto eseguito da lapicidi locali legati all'antica tradizione fivizzanese dell'escavazione e lavorazione della pietra. La doppia cornice continua dell'apertura, con angoli di rinforzo superiori, è sormontata dal fregio datato con il monogramma del donatore, in campo liscio, fiancheggiato da triglifi posti alle estremità. Lo sormonta un timpano ricurvo, aperto in due valve contrapposte per lasciare spazio allo scudo araldico ornato di fiori, dove una maestà marmorea raffigurante l'Assunta contrappone il suo luminoso candore al grigio dell'arenaria. Il fianco meridionale fiancheggiato dal campanile, posto all'estremità orientale dell'edificio, si apre con un portale molto rimaneggiato verso l'ampio sagrato, presentando ancora, nonostante gli interventi di ripristino, il carattere stilistico della costruzione romanica, particolarmente evidente nelle due absidi. Queste ampliano con il loro emiciclo lo spazio interno dell'aula, chiuse da calotte sferiche protette da tegole marsigliesi che hanno sostituito le originarie lastre di pietra. Mentre l'elevato dell'abside minore non sviluppa alcun motivo architettonico, se si esclude il proporzionato guscio ricurvo che sostiene lo sporto di gronda, quello della maggiore presenta specchiature geometricamente ben composte. Le due iniziali di raccordo con la muratura perimetrale sono caratterizzate da una coppia di archetti pensili e separate con due semipilastri dalle tre centrali. Queste ultime, ornate con tre archetti pensili ciascuna e separate da semicolonne, ripartiscono in superfici uguali il restante spazio curvilineo. Il motivo architettonico, tipicamente lombardo, secondo la maggior parte degli studiosi potrebbe risalire alla seconda metà del secolo XII o agli inizi del XIII, epoca in cui altri studiosi datano i capitelli dell'edificio Impianto strutturale l'impianto strutturale è generato da una pianta regolare suddivisa in tre navate, due delle quali absidate, con gli emicicli costruiti all'esterno del quadrato che circoscrive l'aula, mentre la torre campanaria occupa la parte terminale della navata sinistra rimanendone all'interno ed affiancando il presbiterio. I sostegni formati con rocchi cilindrici appoggiati su basi modanate quindi ripartiscono lo spazio interno rispettivamente in quattro e tre campate sostenendo le pareti più elevate della navata centrale aperte dalle distanziate monofore, a tutto sesto, del cleristorio ricostruite sul modello delle antiche durante i restauri. Il volume della torre campanaria si compone con quello dell'edificio alla stregua di un contrafforte, controbilanciato dalla parte opposta dal volume minore della sacrestia. Sulle pareti laterali appoggiano i quattro spioventi della copertura sostenuti da capriate lignee Pianta l'aula configura un ampio spazio regolare ad impianto basilicale, illuminato dalle finestre disposte sul cleristorio e dalle tre collocate nell'esedra absidale, rivolta ad oriente, che chiude lo spazio della navata centrale. Le navate laterali sono asimmetriche: quella di sinistra è absidata e si sviluppa per l'intera lunghezza di quattro campate mentre l'altra è ridotta dalla presenza della torre campanaria. Questa pur essendo inclusa nel disegno della pianta non presenta un orientamento coerente con le murature perimetrali e suggerisce quella dinamica stratificata degli interventi edificatori proposta anche dalla scarna documentazione scritta. Sembra generalmente accettata la tesi che individua, nel piccolo sacello absidato, illuminato da una monofora ed aperto sul presbiterio con un portale di foggia arcaica, l'antica cella monastica del monastero di San Prospero di Reggio Emilia Presbiterio il presbiterio, occupa l'intera campata terminale, e si sviluppa al di sopra di due alti gradini sui quali appoggia l'elegante balaustra marmorea coeva con il restauro del 1930. Si configura in moduli regolari, compresi tra pilastri specchiati, formati da quattro arcatelle sostenute da colonnine cilindriche ornate da capitelli fogliati sormontate da una cornice a motivi geometrici. Dello stesso periodo è anche l'altare, ad un ripiano, con il tabernacolo in forma di tempietto ed il paliotto a cinque arcatelle, secondo lo stile della balaustra, i fianchi specchiati ornati da cornici finemente lavorate. E' evidente il gusto archeologico evocativo delle prime forme dell'architettura cristiana. Sul retro si trova uno spazioso coro ligneo con scranni e schienali specchiati Struttura la struttura dell'edificio è in muratura portante isodoma con conci in arenaria ben allettati e disegnati, sia all'interno che all'esterno del fabbricato Coperture la copertura dell'edificio è a quattro spioventi con manto in coppi ed embrici nelle falde piu' alte, recentemente ristrutturato, ed in tegole alla marsigliese nelle falde sottostanti. La copertura principale e' sostenuta da robuste capriate lignee appoggiate sui muri perimetrali. La sacrestia, posta nel fianco verso il cimitero, presenta ancora oggi il tetto ad uno spiovente in coppi ed embrici antichi. Pavimenti e pavimentazioni il pavimento dell'aula è in elementi quadrati di cotto posto a correre senza disegno Elementi decorativi degno di nota è l'apparato decorativo dei cinque capitelli e dei tre semicapitelli che sostengono le arcate dell'edificio, alcuni ornati con elementi zoomorfici ed altri con motivi fitomorfici. E' stato rilevato che la chiesa di Pognana e le due pievi di San Paolo a Vendaso e dei Santi Cornelio e Cipriano di Codiponte, hanno in comune una scuola di lapicidi, non sappiamo se di bottega o itinerante, ma comunque legata all'ambito lombardo dal quale attinge il repertorio tematico e figurativo. I capitelli assumono forma cubica, alcune volte presentano angoli scantonati, altre volte sono ingentiliti dalla figurazione, ogni faccia è alta circa una volta e mezzo l'abaco, ornato da motivi geometrici o floreali, che si contrappone al collare liscio corrispondente allo scapo superiore della colonna. Di particolare rilievo, perché sostanzialmente integri e vivaci nei temi rappresentati, sono due semicapitelli della controfacciata, quello che collega le due absidi, ed il primo della navata destra. Il tema raffigurato è quello degli animali affrontati, dei draghi alati in conflitto rappresentati con immediata freschezza ad alto rilievo, quasi uscenti dall'involucro geometrico della superficie. Sono animali favolosi evocatori delle forze del male che insidiano e tormentano l'uomo, tuttavia a queste immagini drammatiche si contrappongono nel primo capitello a destra due uccelli affrontati che si abbeverano al calice della vita. Questo tema è ripreso anche nel frammento di un pilastrino marmoreo databile tra VIII e IX secolo, collocato da tempo immemorabile sulla facciata della sacrestia ed oggi trasferito all'interno nell'area del presbiterio. La sua presenza attesta la venerabile vetustà dell'edificio e può essere ricollegato alla presenza dell'antica cella monastica Elementi lignei il coro ligneo presente sul retro dell'altare compone forme ordinate e ben proporzionate, caratterizzate dalla sequenza omogenea delle specchiature degli schienali appoggiati all'ampio emiciclo dell'esedra absidale Torre campanaria o campanile la massiccia torre campanaria, incastrata sul fianco meridionale della chiesa, è un volume di pietra ingentilito dagli slanciati fornici a tutto sesto, a doppia ghiera, della cella superiore, coperta da un terrazzo protetto dal parapetto in ferro. La sua particolarità consiste nella parte basamentale, accessibile dal presbiterio della chiesa, configurata come una piccola cappella absidata, illuminata ad oriente da una monofora ed aperta, verso sud, con una feritoia, riproposta anche nel vano collocato al di sotto della cella campanaria
- Fivizzano (MS)