XII - 1786 (pieve antica carattere generale) Giovo fu sede pievana ab immemorabili. Diversamente dall’attuale parrocchiale, l'antica chiesa di “Santa Maria”, documentata a partire dal XII secolo (1145-1177), sorgeva nella valletta formata dal rio dei Molini, nella località detta alle “gesie”, in prossimità dell’attuale svincolo che dalla strada statale 612 della Val di Cembra conduce alla frazione di Palù di Giovo. L’edificio medievale, che almeno dal XIII secolo era dotato di un campanile e di un cimitero, fu interamente rifabbricato ed ampliato nel corso della seconda metà del XV secolo, intervento al quale seguirono una nuova benedizione (1488) e consacrazione (1501), e venne infine demolito tra il 1779 e il 1786, dopo la costruzione del tempio attuale all'ingresso dell’abitato di Verla. La tradizione locale secondo cui tale tempio sarebbe stato la terza sede della pieve, dopo le chiese di San Floriano di Valternigo e di San Giorgio di Palù di Giovo (Brentari, 1895; Rizzoli, 1969), è da ritenersi del tutto infondata. 1145 - 1145 (cambio giurisdizione carattere generale) A partire dal 1145 la parrocchia di Santa Maria Assunta di Giovo entrò a far parte dei privilegi assegnati alla neo-fondata prepositura agostiniana di San Michele all'Adige, dalla quale in seguito provennero tutti i pievani e i cappellani esposti di Giovo. 1710 - 1710 (modifica dell'intitolazione carattere generale) La pieve di Giovo è indicata per la prima volta con il titolo di "Assunzione di Maria Vergine" negli atti della visita pastorale del 1710. In tutti i documenti precedenti, a partire da quelli del XII secolo, la pieve viene citata invece con il titolo generico di "Santa Maria". 1710 - 1763/01/23 (fase preliminare alla costruzione intero bene) Nel corso del XVIII secolo i regolani di Giovo decisero di abbandonare la vecchia pieve situata nella valletta dei Molini, ritenuta troppo isolata e divenuta ormai angusta e cadente. Lo stato diruto dell’antico edificio era infatti già stato evidenziato dagli atti visitali del 1652 e poi di nuovo in quelli del 1710, dove si invitava esplicitamente la fabbriceria a risparmiare per la costruzione di una chiesa nuova. Il terreno per la nuova fabbrica fu acquistato fin dal 1762, ma la decisione ufficiale di costruire una nuova chiesa fu deliberata solo in seno alla regola generale del 23 gennaio 1763. 1766/07/02 - 1779 (costruzione intero bene) Il cantiere della nuova chiesa fu ufficialmente avviato il 2 luglio 1766 alla presenza, tra gli altri, dell'architetto comacino Pietro Bianchi, al quale verisimilmente spetta il progetto dell'edificio (Stenico, 1985). È quindi errata la tradizione facente capo al Brentari, secondo cui la chiesa fu eretta su disegno di un non meglio precisato Caminada. I lavori si dilungarono per molto tempo e le opere murarie furono portate a termine probabilmente solo nel 1779. Nella primavera di quell’anno, infatti, furono sospese le funzioni liturgiche nell’antica pieve (temporaneamente trasferite nella chiesa della Madonna dell’Aiuto di Verla, detta anche di Sant’Antonio Abate) per consentire la traslazione nella nuova fabbrica del "coperto della parochia vechia" oltre che di ogni altra cosa fosse ritenuta utile per il nuovo edificio. Tra i materiali reimpiegati c’era anche il portale maggiore gotico della chiesa antica. 1779/04/06 - 1779/09/05 (benedizione carattere generale) Si ignora la data precisa della benedizione del nuovo tempio, che fu certamente eseguita tra il 6 aprile 1779, data della Regola generale in cui fu decisa la sospensione delle funzioni liturgiche nell'antica pieve e il loro temporaneo trasferimento della chiesa della Madonna dell'Aiuto o di Sant'Antonio di Verla, necessaria al fine di consentire il completamento del cantiere, e il 5 settembre dello stesso anno, quando nel nuovo tempio fu celebrato il primo battesimo. 1779 - 1779/11/28 (costruzione cimitero) Nel 1779 attorno alla parrocchiale venne realizzato anche un nuovo cimitero, che fu benedetto il 28 novembre dello stesso anno. 1779 - 1791 (completamento intero bene) Dopo l'ultimazione della struttura, i lavori di completamento e di ornamentazione dell'edificio si protrassero ancora per molti anni. Nel 1780 sono registrate delle note spesa "per far stuccare il presbiterio" e nel 1790-1791 per l'acquisto e la posa delle quadrotte del pavimento, fornite da un certo maestro Antonini di Brentonico. La facciata del nuovo edificio, nella quale era stato traslato il portale gotico dell'antica pieve, rimase però a lungo incompiuta. 1795 - 1803 (costruzione campanile) La costruzione di una torre campanaria conveniente alla nuova fabbrica della chiesa fu decisa all'inizio del 1795. La scelta del luogo fu demandata ai periti muratori Giovanni Antonio Caminada, responsabile del progetto della nuova torre, e al di lui fratello Andrea. Fin dallo stesso anno si provvide al reperimento del materiale necessario al cantiere, in parte recuperato dai ruderi della dismessa parrocchiale vecchia, operazione che subì non pochi ritardi, cosicché il cantiere fu ufficialmente avviato solo nell'agosto del 1799. L'erezione del campanile procedette poi a singhiozzo e fu infine sospesa nel 1803, una volta ultimata la cella campanaria necessaria all'installazione delle campane. 1796 - 1796 (riparazione coperture) Già nel 1796 sono documentati lavori di riparazione e sistemazione della copertura in coppi. 1807 - 1807 (cambio giurisdizione carattere generale) Con la soppressione della prepositura agostiniana di San Michele all'Adige, nel 1807 la parrocchia di Giovo riacquisì la propria autonomia. 1821 - 1823 (sistemazione cimitero) Tra il 1821 e il 1822 si provvide a spianare il terreno del cimitero; l'anno successivo furono fatte le fondamenta per la costruzione di un muro di cinta. 1828 - 1828 (costruzione facciata) La facciata fu realizzata solo nel 1828. 1829 - 1833/09/11 (restauro intero bene) In previsione della consacrazione solenne dell'edificio, tra il 1829 e il 1833 furono condotti imprecisati lavori di restauro. 1833/09/11 - 1833/09/11 (consacrazione carattere generale) Il nuovo edificio fu consacrato dal vescovo Francesco Saverio Luschin l'11 settembre 1833. 1852 - 1853 (completamento campanile) Il campanile fu portato a compimento solo tra il 1852-1853 su disegno del geometra Giovanni Brugnara, che modificava in modo non sostanziale il precedente progetto del Caminada. I lavori furono appaltati a manodopera locale: le opere di muratura furono condotte da Antonio Conci di Trento, le pietre vennero lavorate dallo scalpellino Giovanni Salice di Verla, la cipolla venne realizzata dal carpentiere Tommaso Campi di Trento, mentre la copertura in "laste soprastagnate" fu eseguita da Giambattista Rasini e Domenico Paoli, pure di Trento. Il fabbro Giordano Gius di Verla realizzò la croce sommitale e il parafulmine. Contestualmente a tali lavori fu rifatta la scala interna della torre. 1865/07/04 - 1865/07/16 (sostituzione del portale facciata) Il portale gotico proveniente dall'antica pieve fu mantenuto in facciata fino al 1865, quando se ne decise lo smontaggio e la sostituzione con quello attuale. I lavori furono materialmente condotti tra il 4 e il 16 luglio dello stesso anno e il collaudo fu fatto il 27 dello stesso mese dall'ingegnere Luigi Casagrande. 1866 - 1866 (riparazione coperture) Nuovi lavori di riparazione delle coperture condotti dal muratore Domenico Dell'Antonio sono documentati nel 1866. 1873 - 1873 (costruzione della gradinata sagrato) Nel 1873 fu realizzata una gradinata d'accesso antistante la chiesa. 1885 - 1890 (costruzione cimitero nuovo) Nel 1879 il Capitanato distrettuale impose al comune di Giovo di costruire un nuovo cimitero. L'amministrazione locale cercò di posticipare il più possibile l'esecuzione dei lavori, dal momento che era in previsione la realizzazione di un nuovo camposanto nella frazione di Palù di Giovo. Infine nel 1885 il comune acquistò dai fratelli Emanuele Brugnara e Vittoria Zanetti il terreno da destinare al nuovo camposanto, che cominciò ad essere utilizzato nello stesso anno, sebbene non ancora decorosamente sistemato. Il muro di cinta fu approntato solo tra il 1889 e il 1890 e la parte in pendenza colmata con il terreno del vecchio cimitero situato attorno alla chiesa, che verosimilmente fu eliminato in tale occasione. 1887 - 1888 (restauro facciata) La facciata fu restaurata tra il 1887 e il 1888 sotto la direzione del geometra Quintilio Brugnara. In tale occasione furono collocate nelle nicchie le statue dell'Assunta e degli evangelisti Giovanni e Matteo. Tra i lavori condotti vi fu anche la riparazione dell'attico con la messa in opera di una lamina di zinco. 1897 - 1897 (ampliamento della gradinata sagrato) La gradinata d'accesso alla chiesa fu sistemata e allargata nel 1897. 1897 - 1897 (riparazione coperture) Nel 1897 fu riparato il tetto con lastre di porfido. 1904 - 1906 (restauro interno) Nel 1904 la chiesa rimase chiusa per due mesi per consentire il restauro e il fissaggio degli stucchi. L'apparato stucchivo fu nuovamente restaurato e ritoccato nelle tinte e nelle dorature dal pittore Agostino Sala di Riva del Garda già nel 1906; tale intervento comprese anche la tinteggiatura interna dell'edificio eseguita "rispettando i colori originali: bianco per tutte le stuccature e cornici; rosa, verde pallido e giallo per gli sfondi". 1906 - 1906 (restauro campanile) Nel 1906 la cipolla del campanile fu restaurata. 1908/09/00 - 1908/10/00 (sostituzione della pavimentazione interno) Nel 1908 l'antica pavimentazione a quadrotte lapidee fu sostituita con quella presente in seminato alla veneziana. I lavori furono condotti dalla ditta Giorgio Poar di Trento nei mesi di settembre e ottobre. 1909 - 1909 (pavimentazione campanile e sagrato) Nel 1909 le quadrotte della vecchia pavimentazione della chiesa furono reimpiegate per rivestire il piano terra del campanile e il sagrato della chiesa. 1923 - 1923 (installazione dell'impianto elettrico intero bene) Il primo impianto elettrico della chiesa fu installato nel 1923. 1929 - 1929 (restauro campanile) Nel 1929 i solai e le scale di legno del campanile furono rifatti ad opera del falegname Daniele Monauni 1957 - 1957 (installazione dell'orologio campanile) Nel 1957 venne installato l'orologio del campanile, acquistato presso la ditta Ennio Meloncelli di Sermide (Mantova). 1963 - 1963 (sostituzione delle coperture campanile) Nel 1963 la cipolla del campanile fu rivestita in lamine di rame. Il progetto di tale opera era stato predisposto dall'ingegnere Piero Marconi di Trento fin dal 1957. 1967 - 1967 (restauro intero bene) Nel corso del 1967 la chiesa fu sottoposta ad un intervento di restauro, curato dal soprintendente Nicolò Rasmo. I lavori compresero la sostituzione delle coperture con tegole nuove, la tinteggiatura interna ed esterna dell'edificio e il fissaggio degli stucchi, quest'ultimo eseguito da Luigi Delaidotti di Dorsino, in collaborazione con il figlio Luciano e il nipote Flavio Delaidotti e con Enzo Libera. Ulteriori restauri delle opere murarie furono eseguiti dalla ditta Fabio Pederzolli di San Michele all'Adige. Nello stesso anno fu pure installato l'impianto di riscaldamento, la cui caldaia fu posta nel locale situato a sinistra del presbiterio, a questo scopo opportunamente ampliato. 1982 - 1983 (restauro della gradinata sagrato) Tra il 1982 e il 1983 furono condotti alcuni lavori di sistemazione della gradinata antistante la chiesa; circa la metà dei gradini fu sostituita.
V. Principe Umberto, 19 - Giovo (TN)