la chiesa di Santa Maria Assunta di Riccò sorge sul versante orientale del monte Frascaro, situato sullo spartiacque dei torrenti Penolo e Cisolagna affluenti di destra della Magra. Questo territorio era posto sotto la giurisdizione della Pieve di Castevoli, e dopo essersi dato nel 1424 in accomandigia alla Repubblica Fiorentina, passò definitivamente al Granducato di Toscana nel 1587. La chiesa fiancheggiata dalla casa canonica e dalla torre campanaria neogotica, costruita a spese del consigliere Cocchi, membro dell’importante famiglia che possedeva molti terreni nella zona di Terrarossa e di Riccò, si trova lungo la strada che risale in direzione della Liguria. Era un importante presidio territoriale e punto di riferimento per ben 13 frazioni, centro di una tenuta agricola, fiancheggiato dal cimitero e non distante dall’oratorio di San Rocco, oggi distrutto. Vi si accede da un ampio sagrato dominato dal frontone curvilineo dell’edificio, esito di una ristrutturazione ottocentesca che ha mascherato l’asimmetria del prospetto, dovuta alla doppia navata dell’impianto planimetrico. L’interno si compone di un’aula suddivisa in due campate, aperta verso il presbiterio rettilineo, rivolto ad oriente, incorniciato da un arco trionfale a sesto ribassato, formato da una coppia di paraste binate distanziate e molto simile al boccascena di un teatro. Al centro il pregevole altare di gusto ligure, in marmi policromi, si dispone come una quinta coordinata con il fondale, ornato dalla tela dell’Assunta inserita all’interno di un’incorniciatura a stucco. La sormonta una finestra contro la quale il cornicione della trabeazione principale si spezza e s’incurva formando due volute contrapposte. A destra la navata minore, priva di porta esterna, coperta con volte a botte lunettate dall’ampia curvatura, estende lo spazio dell’aula Facciata la facciata della chiesa di Santa Maria Assunta di Riccò presenta un ampio frontone semicircolare sostenuto da paraste laterali e coronato da cuspidi piramidali, in pietra, sormontate da croci. La simmetria invocata dal frontone e dalla nicchia, contenente l’immagine in terracotta dipinta della Vergine, non è rispettata dalla posizione della porta principale con l’inconsueto arco, dalla chiave datata 1716, e la finestra quadrata collocata in corrispondenza della lunetta della volta interna. La composizione del prospetto, simile a quella del santuario della Madonna del Gaggio di Podenzana, nasconde quindi la situazione asimmetrica dell’interno perfettamente leggibile nel retro del fabbricato. La facciata si collega al campanile neogotico situato a destra di un volume di raccordo occupato dal battistero Impianto strutturale l’impianto strutturale è generato da una pianta rettangolare, chiusa da un presbiterio rettilineo fiancheggiato a destra dalla sacrestia, ripartita in due navate: quella maggiore è scandita, da arcate trasversali a sesto ribassato irrobustite con catene, in due campate subquadrate, coperte da volte a vela. Sono collegate, tramite aperture a pieno centro subordinate alla trabeazione principale, con la navata minore e generano lo sviluppo della volta a botte lunettata che ne racchiude lo spazio. A destra della navata laterale, probabilmente quando fu costruita la torre campanaria, trovò spazio il battistero Interno l’interno presenta un vano che dall’ingresso si percepisce come uno spazio unitario monodirezionato ampliato a destra, forse in un secondo tempo, con un’ulteriore navata. Oltre alle date di una ristrutturazione del vano più antico, riconducibili al secolo XVIII, epoca in cui furono, presumibilmente, costruite le volte un indice di questo ampliamento potrebbe suggerirlo la discontinuità del cornicione destro della navata maggiore, interrotto dalle ampie arcate di collegamento con quella laterale. Tra il persbiterio e la prima campata si trova una volta a vela dall’arcata più pronunciata che imita la calotta di una cupola ed imposta il controasse dell’organismo, ornato con due altari in stucco di pregevole fattura, l’uno dedicato alla Vergine immacolata datato 1859, e l’altro a S. Antonio da Padova, riconducibile a forme diffuse tra la fine del secolo XVIII e l’inizio del successivo. Sul fondo il presbiterio rettilineo, rivolto ad oriente, è adornato con un pregevole altare di scuola ligure in marmo policromo sormontato dalla pala raffigurante la Vergine Assunta. A destra dell’ingresso, sul fianco della navata, si apre il vano del battistero aggiunto nel secolo XIX Presbiterio il presbiterio, sopraelevato di un gradino rispetto all’aula, ha una forma quadrangolare, collegata all’aula mediante un arco trionfale formato da una coppia di paraste binate separate da uno spazio intermedio. Quella più esterna media con un raccordo diagonale la riduzione della larghezza del vano costruendo con l’arco policentrico ribassato una sorta di boccascena oltre il quale s’innalza vela dalla curva più accentuata che ricopre il vano. Sulla parete rettilinea del fondo il cornicione termina con due volute contrapposte che accolgono la finestra quadrata e la sottostante incorniciatura della tela dipinta con l’immagine dell’Assunta. L’altare in marmo policromo è un manufatto di fattura ligure datato 1751 che conserva l’integrità delle forme e l’armonia delle proporzioni originarie. La mensa a sarcofago in brecciato rosso con base, cornice e cartiglio in marmo bianco è appoggiata al dossale a due gradini, con l’incorniciatura bianca impreziosita dai brecciati gialli rossicci delle specchiature, sostenuto da mensole dal fondo nero ornate con protomi di cherubini. Questa varietà cromatica è ripresa nel tabernacolo, in forma di edicola con frontone curvilineo sormontato da un fastigio con coppia di cherubini, posto al centro della composizione Struttura la struttura dell’edificio è in muratura di pietra a vista nel presbiterio e nei fianchi non addossati ad altri edifici. La tessitura degli elementi lapidei è eterogenea, legata con abbondante malta e non sembra riconducibile a forme di epoca medievale Coperture la copertura dell’edificio è realizzata con un manto di coppi e embrici a capanna con falde asimmetriche a struttura lignea Pavimenti e pavimentazioni il pavimento dell’aula è di mattonelle policrome chiare e scure in cemento, disposte a losanga su linee parallele. Conserva la pavimentazione originaria manufatti dalla forma romboidale di colore bianco e grigio disposto a scacchiera la predella dell’altare maggiore Elementi decorativi l'apparato decorativo, restaurato nel 2005, presenta ampia campiture monocrome con ornati geometrici e figure nelle ghiere degli archi e nelle volte riconducibili a modelli diffusi nella Lunigiana della seconda metà del secolo scorso Torre campanaria o campanile la torre campanaria è un edificio a base quadrata sviluppato su quattro livelli separati da fasce marcadavanzale ed anteridi in mattoni. Al piano inferiore, ad archivolto, si sovrappongono due piani intermedi in pietra illuminati da monofore contrapposte, con l’incorniciatura in mattoni a coppie di filari sporgenti e rientranti, presente in tutte le aperture della torre. La cella con quattro fornici allungati a tutto sesto, coronata da una merlatura guelfa sostenuta da un guscio dall’unghiatura pronunciata è completamente in mattoni. Questi, con gli elementi di finitura, capitelli, mensole, cornici rientrano nel novero di quelle produzioni locali che la fabbrica dei Gaggioli o dei Cocchi del Piano della Quercia aveva diffuso nel territorio della media Lunigiana nel secolo XIX. La torre, di gusto neogotico, fu donata, come del resto qualche tempo prima l’altare maggiore, alla chiesa di Riccò proprio da uno dei membri di questa importante famiglia di Terrarossa nel 1877
- Tresana (MS)