VIII - VIII (fondazione carattere generale) La fondazione della pieve di Tione si colloca genericamente nell'alto medioevo (VIII secolo?). Secondo una tradizione risalente a Michelangelo Mariani (1673), il primo edificio sacro sarebbe sorto sui resti di un tempio pagano dedicato al culto di Giove, del quale nel XVII secolo sopravviveva una lapide con l'iscrizione "Ioui Deorum Summo" (incerta). VIII - XII (preesistenze intorno) Nel corso degli scavi effettuati nel 1989 in prossimità dell'ingresso principale della chiesa sono riemerse le fondamenta di una struttura quadrangolare di modeste dimensioni (3,50 x 4,70 m) preesistente al tempio cinquecentesco, alla quale si accedeva da un ingresso situato in asse con i resti medievali della pieve. All'interno di tale edificio è stata rinvenuta una piastra di granito con un'incavatura perimetrale esagonale, ribassata rispetto alla quota del pavimento circostante e dotata di un foro di scolo, probabilmente fungente da alloggiamento per un fonte battesimale nel quale era possibile praticare il battesimo per immersione. Borghi (1997) ha dunque ipotizzato che tale ambiente costituisse la prima cappella battesimale di San Giovanni Battista (VIII secolo; incerta), preesistente alla fondazione della chiesa medievale. VIII - XII (preesistenze intero bene) In base ai ritrovamenti effettuati nel corso degli scavi del 1989 Borghi (1997) ha ipotizzato, inoltre, l'esistenza di una chiesa antecedente al XII secolo, a pianta rettangolare priva di abside (incerta). 1154 - 1185 (menzione intero bene) La tesi di Boni (1937-1938), secondo cui la prima menzione della pieve di Tione si troverebbe nel testamento del vescovo di Verona Notkerio del 928 è stata smentita dalla storiografia successiva. Si ritiene invece degna di fede l'attestazione di padre Marco Morizzo (Catalogus Cleri, 1914), pur mancante dei riferimenti documentari che ne consentirono la formulazione, secondo il quale la prima notizia riferibile alla pieve giudicariese risalirebbe al 1154. Pochi anni dopo, infatti, la pieve di Tione è menzionata nel codice Vanga del 1185. Le fondamenta di tale edificio sacro sono state rinvenute nel corso degli scavi condotti nel 1989; si trattava di una struttura a pianta rettangolare priva di cappelle, di dimensioni minori rispetto a quella attuale, che terminava con una parete rettilinea all'altezza dei presenti gradini del presbiterio, e che probabilmente già aveva una separazione netta tra lo spazio della celebrazione e quello destinato all'assemblea. XIII - XIV (ampliamento presbiterio) La struttura originale della pieve fu ampliata verso est in epoca imprecisata, con la costruzione di un nuovo presbiterio rettangolare. Tale ambiente esisteva certamente già al momento della posa della pavimentazione ad acciottolato di grosse pietre di origine fluviale risalente probabilmente al XIII-XIV secolo, rinvenuto nel corso degli scavi del 1989 (incerta). Una piccola sacrestia accessibile anche dall'esterno era stata costruita a sinistra del presbiterio. A questa data l'edificio era certamente già dotato di un campanile a pianta quadrangolare, addossato alla parete sinistra del presbiterio, che si presume fosse simile a quelli delle chiese di San Vigilio a Pinzolo, di Santo Stefano a Carisolo e di Sant'Antonio Abate a Pelugo. 1240 - 1240 (dedicazione carattere generale) Ulteriori documenti risalenti al 1240, anch'essi conservati nel codice Vanga, attestano la dedicazione mariana della pieve tionese. Tali documenti rivestono un grande interesse perché testimoniano la presenza presso la chiesa di una piccola comunità di sacerdoti, che ne facevano di fatto una chiesa collegiata. XIV - XV (costruzione cappelle di San Giovanni Battista e di San Rocco) Tra il XIV e il XV ai lati della navata furono costruite due cappelle a pianta poligonale, dedicate rispettivamente a San Giovanni Battista (a destra) e a San Rocco (a sinistra). Tali cappelle, più volte rimaneggiate nel corso dei secoli, sopravvivono tutt'ora e sono identificabili con quelle ai lati della IV campata. 1496 - 1518 (ampliamento intero bene) A partire dal 1496 la chiesa fu sottoposta ad importanti lavori di ristrutturazione e ampliamento, che modificarono totalmente l'aspetto dell'edificio e che si protrassero fino al 1518, data che ricorre su un blocco di pietra murato tra la cappella della Madonna e l'ingresso sud. L'intervento riguardò in particolare il prolungamento della navata verso ovest e la costruzione delle volte a crociera costolonate, separate da arcate trasversali poggianti su contrafforti in granito, mentre il presbiterio e le cappelle laterali furono mantenuti inalterati. All'esterno, sopra i contrafforti, correva un canale di gronda realizzato in pietra abbinato a un fregio affrescato. Tra il 1506 e il 1511 sono documentati diversi pagamenti al maestro muratore Giorgio, responsabile di aver "fato la troina (navata) nova". Negli atti della visita pastorale clesiana del 1537, inoltre, si afferma che la chiesa era stata restautata da pochi anni "et totaliter nova facta, excepto choro". 1500 - 1524 (decorazione intero bene) Una prima campagna decorativa fu condotta da Simone Baschenis nel corso del primo quarto del XVI secolo. Alcuni brani affrescati si ammirano ancora nella cappella di San Rocco, posta a sinistra della quarta campata. 1512 - 1512 (concessione di indulgenza carattere generale) I lavori di ampliamento della pieve sono stati impropriamente posti sotto l'egida del cardinale Adriano da Corneto, arciprete di Tione a partire dal 1509, ma residente presso il castello di Tenno messogli a disposizione dal principe vescovo di Trento Giorgio Neideck. Il ruolo avuto dal prelato nella fase di ristrutturazione della chiesa, avviata già prima della sua nomina ad arciprete, non è chiaro e pare si sia limitato all'ottenimento di un'indulgenza papale di cento giorni per tutti coloro i quali avessero visitato la pieve in occasione di determinate festività e per quanti avessero contribuito - non si specifica se economicamente o manualmente - a beneficio della chiesa. Il documento forniva quindi un pretesto per la raccolta di elemosine da destinare alla fabbrica del tempio. 1562 - 1562 (rimaneggiamento e ricostruzione cappelle di San Giovanni Battista e di San Rocco) Nel 1562 la cappella di San Rocco fu rimaneggiata o forse ampliata. La data è ricordata da Boni (1937-1938) come incisa nella malta delle murature. Nel corso dei restauri del 1989 venne alla luce l'arco d'imposta della vecchia volta del sacello, che nella sua primitiva impostazione doveva presentare una volta a spicchi ed avere un'altezza minore dell'attuale. Per quanto riguarda invece la cappella di San Giovanni Battista, posta dirimpetto alla precedente, non si sono riscontrate testimonianze riguardanti il suo impianto originario. Borghi (1997) ipotizza, quindi, che essa sia stata demolita e ricostruita in epoca prossima a quella dei lavori realizzati nella cappella di San Rocco (incerta). Sia la cappella di San Rocco sia quella di San Giovanni Battista presentavano degli accessi sul lato est, che conducevano rispettivamente al campanile vecchio, addossato al presbiterio, e all'antica cappella di San Giovanni poi riconvertita in sacrestia. 1579 - 1579 (variazione d'uso cappella di San Giovanni Battista vecchia) Gli atti visitali del 1579 ricordano la presenza di un altare dedicato al Battista nella sacrestia nuova, posta a sinistra del presbiterio. Le disposizioni lasciate dai delegati vescovili nel corso della precedente visita del 1537, di adattare a sacrestia la cappella situata a meridione del presbiterio, essendo la vera sacrestia troppo angusta, erano dunque state attese. I documenti del 1579 precisano, inoltre, che questo altare era stato eretto prima della chiesa e consentono quindi di identificare questo ambiente con quello della cappella battesimale d'epoca basso medievale della pieve. Il sacello, le cui fondamenta furono riportate in luce nel corso di una campagna di scavo condotta nella prima metà del XX secolo, aveva abside semicircolare e un'ampiezza di circa 3 metri. 1597 - 1598 (ampliamento presbiterio) Nel 1597 furono avviati i lavori di ampliamento del coro, in ottemperanza alle disposizioni lasciate dai delegati vescovili durante la visita pastorale del 1579. Nei capitoli del contratto di edificazione si legge che l'ampliamento avrebbe comportato la parziale demolizione della sacrestia nuova (ex cappella di San Giovanni Battista) posta a sud, con conseguente traslazione del fonte battesimale presso l'ingresso principale della chiesa. Per assicurare la durata statica del nuovo corpo presbiteriale, il contratto prevedeva inoltre che la costruzione della nuova struttura dovesse seguire di un anno la posa delle fondazioni che si spingevano verso la scarpata retrostante l'edificio, in modo da garantire il completo assestamento del terreno. Secondo gli accordi presi con le maestranze i lavori dovevano essere compiuti entro il giorno di Santa Giustina del 1599, ma è probabile che essi siano stati portati a termie già nel 1598, data scolpita sui portali posti ai lati del coro. 1597 - 1603 (costruzione cappelle del Corpus Domini e della Madonna) Boni (1937-1938) ipotizzava che le due cappelle affacciate sulla seconda campata, dedicate al Corpus Domini (a sinistra) e alla Madonna del Rosario (a destra), fossero state costruite verso la fine del XVI secolo, probabilmente contestualmente ai lavori eseguiti nel presbiterio (1597-1599). Gli atti della visita pastorale del 1603 riferiscono, infatti, che il coro e gli altari del Santissimo Rosario e del Corpus Domini dovevano ancora essere consacrati. Nel corso degli scavi del 1989 sono state rinvenute le fondamenta originarie dei due sacelli, che inizialmente avevano piante rettangolari poco profonde. 1650 - 1650 (costruzione cappella di Sant'Antonio da Padova) La cappella laterale di Sant'Antonio da Padova, affacciata sul lato destro della prima campata, fu aperta intorno al 1650. La struttura aveva originariamente una pianta rettangolare poco profonda. 1683 - 1768 (sopraelevazione sacrestia) Il corpo dell'attuale sacrestia presenta due piani, di cui quello terreno è adibito a sacrestia vera e propria, mentre il piano superiore è chiamato "disciplina". Borghi (1997) ipotizza che questo secondo ambiente, documentato a partire dal 1768, sia stato costruito in seguito alla fondazione della confraternita dei disciplini (1683) per fungere da sede del sodalizio (incerta). 1691 - 1691 (costruzione cappella di San Vittore) La cappella sinistra della prima campata, dedicata a San Vittore, venne eretta nel 1691 su iniziativa del commerciante Francesco Rubinelli di Breguzzo, la cui tomba era posta in navata all'altezza di questo sacello. Si trattava originariamente di una cappella privata chiusa, a pianta poligonale, separata dal resto della chiesa da un setto murario arretrato rispetto agli attuali pilastri di sostegno della volta e accessibile attraverso due ingressi posti lateralmente all'altare. La cappella custodì l'archivio delle sette pievi giudicariesi fino al momento della secolarizzazione del principato vescovile di Trento (1801). 1750/12/14 - 1750/12/14 (dismissione campanile vecchio) L'antico campanile della pieve, addossato al lato nord del presbiterio, rimase in uso fino al 14 dicembre 1750 quando, in ragione dei gravi problemi statici presentati dalla torre, la comunità tionese decise di rimuovere le due campane che vi erano collocate. 1750 - 1754/10/25 (fase preliminare alla costruzione campanile) Successivamente alla rimozione delle campane dalla vecchia torre campanaria nacque un'accesa discussione tra Tione e gli abitanti delle altre quadre della pieve (Bondo, Breguzzo, Bolbeno, Zuclo, Preore), chiamate a contribuire al mantenimento della chiesa plebana per antico obbligo costituzionale, che sostenevano che non fosse necessaria la ricostruzione integrale della torre pretesa dai tionesi. La lite fu presentata prima al tribunale del vescovo di Trento e poi, in appello, davanti al tribunale del patriarca di Venezia e presso la cancelleria romana. La discussione si protrasse per anni e solo il 25 ottobre 1754 si giunse ad un accordo tra le parti, in base al quale tutte le quadre si impegnavano a sostenere la fabbrica del nuovo campanile "non per mancanza di mezzi opportuni o di ragioni valevoli a sostenere ulteriormente in ogni tribunale le sue intenzioni, ma per puro zelo della gloria di Dio e del bene spirituale delle anime che tanto restava pregiudicato con aperto litigio". 1755/06/11 - 1755 (inizio lavori campanile) Un primo contratto per l'edificazione della torre campanaria, stipulato in data ignota con Giovanni Battista del fu Domenico Trentin di Lasino a nome di alcuni maestri muratori non ebbe mai seguito. L'11 giugno 1755 la comunità di Tione firmò un accordo con il capomastro Giovanni Battista Tacchi abitante a Mori, che si impegnava nella costruzione del nuovo campanile. I venticinque capitoli che precisavano i dettagli costruttivi della nuova torre progettata dal Tacchi, riferiscono che la struttura doveva sorgere non più presso il presbiterio, ma vicino alla cappella di San Vittore, a sinistra della facciata. Il capomastro si obbligava, inoltre, a demolire il campanile vecchio almeno fino al livello delle coperture della pieve o fino a terra nel caso avesse deciso di levare parte del materiale dell'antica torre al disotto di tale quota. Si ignora in quale fase la vecchia torre sia stata completamente demolita. 1755 - 1756 (interruzione lavori campanile) Il cantiere avviato dal Tacchi nel 1755 subì una repentina battuta d'arresto a causa di alcune mancanze delle murature riscontrate dai periti inviati dalla comunità di Tione, tali per cui si decise di atterrarle. Il capomastro fu sollevato dall'incarico, che nel 1756 fu riassegnato al lombardo Giovanni Cometti. 1756/05/16 - 1761/08/27 (costruzione campanile) La costruzione del campanile riprese il 16 maggio 1756 sotto la direzione di Giovanni Cometti, con il quale collaborarono anche altri maestri muratori, quali Carlo Bianchi, Francesco Gnoseni, Bernardino Sartori, Pietro Lazari, Gian Maria Gedinelli, e i tagliapietre Carpegi, tutti milanesi. Sotto la loro conduzione il cantiere si protrasse fino al 1760, quando furono ultimati anche la cupola e il castello campanario, eseguiti dal falegname Giacomo Strafel della pieve di Tassullo in collaborazione con il maestro Franco Clementi. L'inaugurazione della torre seguì il 27 agosto 1761. 1827/04/04 - 1827/04/04 (danneggiamento prima campata) Il 4 aprile 1827 si sviluppò un furioso incendio che distrusse la canonica e causò ingenti danni alla chiesa. Le fiamme interessarono la parte ovest dell'edificio, causando il crollo verso l'interno della sopraelevazione barocca della facciata e la distruzione della decorazione stucchiva della cappella di San Vittore, situata a sinistra della prima campata. 1827/04/04 - 1850 (ricostruzione prima campata) In seguito all'incendio del 1827 si rese necessaria la ricostruzione integrale della prima campata della chiesa. Si presume che i lavori furono portati a termine entro la metà del secolo (incerta). 1844 - 1844 (traslazione cimitero) Nel 1844 il cimitero fu spostato a nord della parrocchiale. 1853 - 1853 (danneggiamento intero bene) Nel 1853 un terremoto causò danni imprecisati alla struttura. 1870 - 1870 (ristrutturazione cimitero) Nel 1870 l'architetto Claricini si occupò della ristrutturazione del cimitero. In tale occasione fu costruita anche la cappella funeraria del camposanto, progettata dallo stesso architetto. 1893 - 1894 (avvio ristrutturazione intero bene) Nel 1893 furono avviati importanti lavori di "restauro" progettati dall'architetto Livio Provasoli-Ghirardini, che modificarono sensibilmente l'assetto originario dell'edificio. Dalla relazione conclusiva del capocantiere Carlo Battocchi si evince che l'intervento fu avviato con la demolizione di un corpo di fabbrica posto a nord della campata terza, nel quale erano collocati i mantici dell'organo. Nella primavera del 1894 le pareti laterali della terza campata, originariamente poste in linea con i pilastri internti, furono demolite e ricostruite più esternamente; in questi nuovi setti murari furono realizzati degli ingressi laterali di dimensioni maggiori rispetto a quelli originari. All'interno la ristrutturazione proseguì con la rimozione degli intonaci, che consentì lo scoprimento di alcune porzioni della decorazione a fresco cinquecentesca. La sacrestia vecchia, posta a nord, fu ingrandita fino ad inglobare l'intera area già occupata dal vecchio campanile. 1893 - 1897 (decorazione intero bene) Il pittore Comolli eseguì la decorazione pittorica neoromanica dell'interno tra il 1893 e il 1897. 1894 - 1897 (ristrutturazione intero bene) Nell'autunno del 1894 si intervenne sulle cappelle laterali: fu demolito il muro che separava la cappella di San Vittore dalla navata, mentre le cappelle di Sant'Antonio da Padova, della Madonna del Rosario e del Corpus Domini furono sfondate e ampliate, venendo così ad assumere piante poligonali simili a quelle delle cappelle prossime al presbiterio. Le cappelle laterali furono inoltre messe in comunicazione tra loro mediante la realizzazione di passaggi arcuati. Tra gli interventi effettuati entro il 1897 si ricordano inoltre: la demolizione e il rifacimento della volta dell'abside, della quale si ignora quale fosse l'aspetto originario; la sostituzione del manto di copertura del tetto, già in tegole in laterizio, con tegole di cemento; la ripavimentazione dell'interno; il rifacimento della facciata (1895). 1972 - 1972 (manutenzione intero bene) Attorno al 1972 furono svolti alcuni interventi di manutenzione, quali il rifacimento del manto di copertura, la riparazione della copertura della cuspide del campanile, la tinteggiatura interna ed esterna della struttura e la riparazione della pavimentazione. Anche l'impianto di riscaldamento fu revisionato. 1989 - 1989 (restauro intero bene) Nel 1989 la pieve fu sottoposta a un radicale restauro conservativo, diretto dall’architetto Giuseppe Borghi. Gli interventi più urgenti concernenti il rifacimento e il ripristino delle murature degradate e la riduzione del fenomeno di umidità di risalita attraverso la realizzazione lungo il perimetro esterno dell'edificio di un'intercapedine e di una canalizzazione delle acque meteoriche. Ulteriori interventi riguardarono la scrostatura delle vecchie malte interne ed esterne, il rifacimento delle fondazioni delle colonne-acquasantiere sostenenti la cantoria, poggianti su terreno soggetto a cedimento, la rimozione della pavimentazione ottocentesca, seguita da uno scavo archeologico, e il rifacimento del pavimento con piastrelle in marmo. In sede di restauro furono rinvenuti alcuni brani della decorazione parietale cinquecentesca. Ulteriori operazioni di pulizia e restauro vennero condotte sugli intonaci e la decorazione interna. 1994 - 1994 (installazione impianto d'allarme intero bene) Nel 1994 venne installato un nuovo impianto d'allarme. 1995 - 1996 (ristrutturazione coperture) Tra il 1995 e il 1996 furono condotti importanti lavori di manutenzione del tetto, riguardanti il ripristino dell'orditura portante, la sostituzione del pacchetto di copertura e il rifacimento delle lattonerie. 2004 - 2008 (restauro campanile) Tra il 2004 e il 2008 la torre campanaria è stata sottoposta ad un intervento di restauro, riguardante il rifacimento e la messa in sicurezza degli elementi di comunicazione verticale tra i piani interni, la sostituzione della scala di servizio per l'undicesimo livello, la sostituzione della porta d'accesso al campanile, la pulizia della cella campanaria da muschi e licheni, la sigillatura delle chiavi di volta e la stuccatura delle cornici della stessa cella, il restauro dell'intonaco del tamburo e il rifacimento dell'impianto elettrico.
- Tione Di Trento (TN)