Diocesi di Chieti - Vasto
La chiesa di Santa Maria delle Grazie, già dedicata a Santa Maria Maggiore, fu ricostruita dalle fondamenta all’epoca del patronato dei marchesi Gagliati nel XVIII secolo. In una lapide presente al di sopra del portale in pietra scolpita si legge la data 1780. Lo stesso portale è stato realizzato dalla scuola di lapicidi molisani presenti nel Vastese e peraltro impegnati nel portale e nella chiesa, annessa al castello dei Gagliati, dedicata a San Carlo Borromeo e datata 1772 nella lapide del portale. Della fabbrica precinquecentesca si conserva la possente torre campanaria a pianta quadrata, realizzata con un paramento murario di conci ben squadrati in arenaria. Nel registro inferiore della torre si conserva una data di difficile lettura, probabilmente 1514 (cfr. anche V. Furlani, mentre secondo l’interpretazione di B. Maurizio è del 1314). La torre doveva completare il ruolo difensivo del borgo fortificato di Palmoli (cfr. anche B. Maurizio) con la sua posizione mediana nel centro primitivo, rivolta a difesa diretta della sottostante valle del Treste e in diretto contatto visivo con le altre torri del castello e con il “torrione”. Inoltre B. Maurizio ha ricostruito la serie dei parroci presenti nella chiesa a partire dal 1484, mentre nel ‘500 era patronato prima della famiglia di Sangro e poi dei d’Evoli. Lo stesso Maurizio ci informa (purtroppo senza dirci la data) degli artefici dei ricchi stucchi presenti all’interno della chiesa, ben “tirati a mano” da Giovannino Fagnani di Pescopennataro. Questa famiglia lavorò anche nelle chiese parrocchiali di Fresagrandinaria e San Buono nella metà dell’Ottocento. Sull’atrio d’ingresso è presente un interessante organo, costruito da Francesco D’Onofrio nel 1745. Lo strumento è collocato sopra l’ingresso principale in una cantoria lignea sorretta da due colonne, con parapetto rettilineo, con tre specchiature con cornice e decorazioni dorate. La cassa lignea è parzialmente addossata alla parete e il prospetto è a tre campate divise da paraste con decori lignei dorati riproducenti motivi floreali. Il cornicione è rettilineo spezzato ed al centro è presente un rilievo intagliato con grandi foglie dorate mentre ai lati ci sono due vasi di legno. Sono presenti i listelli di legatura riccamente decorati e dorati. Ai lati della cassa c’erano ulteriori elementi scolpiti policromi e dorati, con teste di puttini, ora adagiate sulla cantoria. Le canne di facciata, di stagno, sono 25 e distribuite in tre campate. Lo stato di conservazione dello strumento è purtroppo pessimo, l’organo non è suonabile. Nella chiesa è conservato, all’interno di un’urna in bronzo, il corpo di San Valentino, ubicato nella cappella omonima. Le sacre reliquie arrivarono a Palmoli nel 1824 (anche se questo centro aveva già il “santo Braccio” dal 1704). La cappella fu realizzata nel periodo 1898-1904 (completata nel 1924 secondo V. Furlani) su progetto dell’ingegner Rota. (M. Ma.)
Descrizione e/o foto tratte da www.altovastese.it/arte/chiesa-di-santa-maria-delle-grazie-palmoli-ch
V. Veneto - Palmoli (CH)