Chiesa di S.Nicolò

V. Portello - Aulla Vedi la mappa

Informazioni

Caprigliola controlla dall'alto di un promontorio, proteso verso la Magra, l'antico collegamento tra la sponda ligure e toscana del fiume, dove transitavano la strade dirette in Liguria ed in particolare si poteva risalire lo spartiacque Vara-Magra in direzione dell'Appennino percorrendo la Via Regia. Forse già gli Obertenghi, ma senza dubbio il Vescovi di Luni, fortificarono il sito e ne fecero la loro residenza temporanea, ancora oggi, attestata dalla presenza delle fortificazioni duecentesche situate sulla sommità del colle e dalle numerose fonti documentarie. La parrocchiale di San Nicolò fu costruita proprio utilizzando i resti dell'antica residenza vescovile mentre l'imponente torre cilindrica, alta circa 26 metri, costruita tra la fine del secolo XII e l'inizio del XIII ne divenne il campanile. La funzione strategica del luogo non cessò con il passare dei secoli e nel 1404 divenne, con Albiano e Stadano, centro di un'enclave medicea tra Feudi Imperiali e Repubblica di Genova ancora oggi registrata dall'andamento dei confini regionali. Non solo, oltre alle fortificazioni, realizzate dal vescovo Enrico da Fucecchio alla fine del Duecento, nella seconda metà del secolo XVI, fu munita di una moderna cinta fortificata da Cosimo I° dei Medici. La facciata della chiesa chiusa con le cornici del timpano triangolare, sormontato da un campaniletto a vela, di gradevoli proporzioni, non presenta decorazioni architettoniche. Un bel portale marmoreo, assiale con la finestra, dalla piattabanda ricurva e la nicchia con l'immagine marmorea del santo vescovo di Mira nell'atto di far risorgere, dalla botte in cui erano rinchiusi, i fanciulli macellati, sono gli unici elementi che la compongono. Lo spazio interno si configura nell'ampia aula coperta dalla volta a botte lunettata che lascia scorgere, sul fondo, il presbiterio incorniciato dall'arco trionfale dai piedritti ridotti per esaltare le forme architettoniche del catino. Una trabeazione toscana, sormontata da un parapetto in ferro, misura lo spazio interno del vano, scandito in quattro campate, dove trovano spazio le cappelle e gli altari policromi, in marmo o stucco. Le ultime cappelle della serie, più profonde, precedono il ricco presbiterio, delimitato dalla balaustra settecentesca, ornato con il coro ligneo e l'altare maggiore, datato 1730, sormontato cielo ligneo dorato. Facciata il prospetto principale della chiesa compone lungo l'asse della facciata il portale ottocentesco in marmo, preceduto da tre gradini, con la trabeazione sostenta da due mensole, la nicchia con la statua di San Nicola ed infine la finestra arcuata priva di mostre. Un frontone triangolare chiude la pagina, ingentilito da un campanile a vela. Affaccia su un ampio sagrato aperto verso la sottostante valle. Il fianco orientale dell'edificio mostra ancora la tessitura del paramento murario del palazzo vescovile duecentesco con tracce di aperture corrispondenti alla porta dell'ingresso ed alle finestre del piano superiore. Si può osservare come la facciata ed il presbiterio siano stati aggiunti al vano originario e come la parte inferiore sembri essere l'esito di interventi di demolizione della parte rocciosa del promontorio per poter fare spazio all'edificio. Impianto strutturale l'impianto strutturale è composto da un volume unitario, a base rettangolare, composto da una muratura perimetrale irrobustita all'interno da una serie di arcate sulle quali appoggia la struttura della volta a botte. Il presbiterio con abside curvilinea pari all'ampiezza dell'aula, o di poco inferiore, preceduto da due cappelle più profonde, chiude lo spazio reso unitario dalla continuità della trabeazione Pianta la pianta dell'edificio è ad aula, ripartita in quattro campate, ritmate da pilastri tuscanici di ampiezze diverse; vi si collocano gli altari policromi in marmo delle cappelle, alcuni traslati dall'antico edificio. La prima, più grande, ospita la cantoria, a sinistra della quale si trova il fonte battesimale, datato 1642, con lo stemma mediceo; l'ultima, più profonda, configura una sorta di transetto che tuttavia non partecipa della spazialità dell'aula percepita comunque in modo unitario. Dal presbiterio si accede alla sacrestia dotata di pregevoli arredi. Presbiterio il presbiterio, delimitato dalla pregevole balaustrata policroma, dai balaustri toscani, segue l'andamento assunto dopo i restauri del 1919 che comportarono anche lo spostamento e l'innalzamento dell'altare maggiore. Dalla planimetria del catasto Leopoldino si deduce la planimetria originaria, allineata sul filo esterno delle cappelle laterali, in modo che il presbiterio le includesse completamente. Struttura la struttura dell'edificio è in muratura portante, in pietrame sbozzato, murato a calce, ricoperto da intonaco. Nel fianco orientale, lasciato a faccia vista, si scorgono le bozzette medievali del palazzo vescovile con i tamponamenti delle antiche aperture e le murature piu' recenti della parte basamentale. Coperture la copertura del vano principale è a due spioventi con manto in coppi ed embrici alla toscana sostenuti da struttura lignea direttamente appoggiata sulla volta. Pavimenti e pavimentazioni il pavimento dell'aula sono in marmo bianco bianco e nero montati a losanghe allineate. Elementi decorativi le superfici delle pareti sono intonacate e dipinte con i colori delle terre, mentre la volta dell'aula e del presbiterio presentano storie con figure realizzate nel secolo XX Elementi lignei di buona fattura è il settecentesco coro in legno di noce, addossato all'ampio emiciclo absidale, intarsiato con legni di pero, ciliegio ed olivo. La sequenza dei seggi con piedi a zampa di leone, i dossali con le specchiature incorniciate all'interno di una trabeazione ionica, sormontata da un'elegante cornice, l'altezza considerevole, ne fanno un pregevole arredo del presbiterio. Anche le porte del presbiterio, una del XVII sec. e l'altra del XVIII sec. sono pregevoli elementi in legno. Torre campanaria o campanile il campanile cilindrico, alto circa 26 metri, appoggiato su un dado di fondazione a gradoni, si eleva al di sopra della chiesa con la cella campanaria sostenuta dalla triplice serie degli archetti pensili della torre romanica costruiti per ampliarne la sommità. Si tratta di un edificio di notevole pregio e ben conservato, inserito nel complesso fortificato vescovile ampliato alla fine del Duecento. La trasformazione con la costruzione della cella campanaria avvenne probabilmente intorno alla metà del secolo XVII.

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