la pieve di San Paolo a Vendaso si pone all'incrocio di due itinerari: il primo conduceva al passo del Cerreto ed è tutt'ora attivo nella variante moderna della S.S. n. 63 sulla quale affaccia il sagrato della chiesa; il secondo non è più utilizzato, ma si collegava per mezzacosta alla pieve di Offiano ed alla Garfagnana. La pieve è documentata dalla Bolla di Eugenio III del 1148 come suffraganea di Luni e non sembra, come la vicina Pognana ed altri centri della valle del Rosaro, avere avuto precedenti dipendenze dalle città padane di Parma e di Reggio. L'impianto di tipo basilicale presenta tre navate con absidi rivolte ad oriente più la torre campanaria che l'affianca sul lato meridionale. Ampie arcate sostenute da pilastri cilindrici, ornati con capitelli scolpiti con temi fitomorfici e zoomorfici, databili verso la fine del secolo XIII, scandiscono lo spazio interno, completamente in pietra, illuminato dalla grande bifora centrale e dalle finestre del claristorio. Gravemente danneggiata dal terremoto del 1920 fu quasi completamente ricostruita nel 1925 e ricondotta, secondo il gusto di allora, alle originarie forme romaniche. La parte absidale conserva i caratteri del romanico lombardo soprattutto nell'abside centrale in pietra isodoma ornata con archetti pensili a doppia ghiera in un solo pezzo sostenute da mensole decorate a motivi fitomorfici. La facciata a salienti presenta invece tracce di forti rimaneggiaimenti. La pieve era adiacente un'area cimiteriale testimoniata dagli ultimi scavi archeologici Facciata la facciata della chiesa di San Paolo è a salienti con campanile affiancato sul lato meridionale, all'altezza della campata che precede il presbiterio. Nella pagina centrale è stato addossato un contrafforte, per irrobustire la parete originaria, delimitato da un toro nella parte superiore con sei mensole poste a distanza costante. Probabilmente sostenevano la trave in legno della copertura di un portico addossato. Al centro della facciata è collocata una bifora ricostruita o sostituita con modelli riconducibili ad altre chiese del secolo XII mentre più in alto si nota una finestrella cruciforme. Sopra il portale, ricostruito ed incassato a causa del contrafforte si legge un'iscrizione in marmo che ricorda i lavori di restauro eseguiti nel 1925, dopo l'evento sismico che danneggiò gravemente l'edificio, e che lasciarono la loro vistosa impronta paramento murario. Delle tre absidi quella centrale presenta una sostanziale integrità strutturale declinando gli elementi della architettura romanico-lombarda del tardo secolo XII. Presenta una muratura isodoma ben conservata con tre monofore con l'architrave arcuato ricavato in un blocco unico di arenaria, così come gli archetti pensili a doppia ghiera appoggiati su mensole ornate con motivi fitomorfici. La copertura a forma tronco-conica è in lastre di pietra o piagne protette dalle intemperie mediante lastre di arenaria incastrate sul muro Impianto strutturale l'impianto strutturale è generato da una pianta rettangolare con la base maggiore poco più lunga della minore, escludendo gli emicicli absidali delle tre navate che suddividono lo spazio interno, scandite da cinque campate. La torre campanaria si affianca sul lato meridionale all'altezza della quarta campata. Le navate sono separate da due colonnati formati da pilastri cilindrici, scanditi da cinque arcate a tutto sesto al di sopra delle quali si impostano le aperture del cleristorio. Sulle pareti laterali appoggiano i quattro spioventi della copertura sostenuti da capriate lignee a vista. La coerenza dell'impianto strutturale è aumentata dalla presenza di catene trasversali, collocate nella navata centrale in corrispondenza di ogni pilastro, e da catene longitudinali collocate in corrispondenza delle reni di ogni arcata Pianta l'aula configura un ampio spazio regolare ad impianto basilicale, con tre navate absidate, ripartite da colonnati a tutto sesto scanditi in cinque campate sostenute da pilastri cilindrici in pietra, appoggiati su basi modanate e sormontati da capitelli scolpiti a spigolo scantonato. La penombra dell'ambiente è attenuata dalle finestre del cleristorio, dalle tre monofore collocate nell'esedra absidale rivolta ad oriente che chiude lo spazio della navata centrale e dalla bifora collocata sulla facciata. A sinistra dell'ingresso, in asse con la prima campata, si trova l'elegante fonte battesimale a doppio bacino in pietra arenaria. Se si esclude il pregevole altare collocato nella navata sinistra non sono presenti elementi della fase barocca dell'edificio. Presbiterio il presbiterio occupa l'intera campata terminale e si sviluppa al di sopra di tre gradini sui quali appoggiano gli altari delle absidi laterali. L'altare maggiore, costituito da un blocco monolitico in pietra arenaria è stato ricondotto in questa forma a seguito dei restauri del 1925. Fu senz'altro modificato nel 1568 quando il Visitatore apostolico ordinò di collocarvi l'Eucaristia, allora conservata nell'altare laterale sinistro; sulla mensa si rilevano ancora tracce della rimozione del dossale che solitamente incastonava il tabernacolo, probabilmente ulteriormente modificato nei secoli successivi Struttura la struttura dell'edificio è in muratura portante con manufatti in arenaria ben allettati e squadrati, sia all'esterno del fabbricato che all'interno, sottoposto ad una stuccatura piuttosto evidente. Si distingue l'abside centrale con il paramento isodomo ben conservato con sporto di gronda ad archetti pensili e mensole scolpite con motivi fitomorfici Coperture la copertura dell'edificio è a quattro spioventi con manto di tegole alla marsigliese sostenute da impalcato in mattoni appoggiato orditura lignea a sua volta appoggiata su robuste capriate alloggiate sui muri perimetrali Pavimenti e pavimentazioni il pavimento dell'aula è in elementi di cotto posto a correre senza disegno, solo una parte del presbiterio, in corrispondenza con la porta laterale ed i due gradini, ha il pavimento in lastre di pietra di arenaria Elementi decorativi l'apparato decorativo più rilevante è quello affidato alle figurazioni delle facce dei capitelli che sormontano i pilastri; si tratta di 12 manufatti quattro dei quali sono semicapitelli collocati alle estremità dei colonnati. La pieve di San Paolo per questa ragione viene messa in relazione con quelle di Pognana e dei Santi Cornelio e Cipriano di Codiponte ed, in particolare, con quest'ultima dalla quale sembrano dipendere i temi e le decorazioni dei manufatti. I capitelli sono di forma cubica, alcuni hanno un collarino a torciglione, alcune volte presentano angoli scantonati mentre altre volte sono modellati dalla continuità dalla figurazione. Ogni faccia è alta circa una volta e mezzo l'abaco, ornato da motivi geometrici e floreali, di derivazione altomedievale, ampiamente riutilizzati e rielaborati dalle scuole del romanico lombardo ed ancora da quelle emiliane e toscane che, a vario titolo, influenzano questa regione appenninica. Il tema dominante, oltre a quello spesso ripetitivo dei motivi floreali, presente soprattutto nella navata sinistra, è quello degli animali affrontati: leoni, fiere affrontate all'albero o in conflitto, uccelli, scolpiti con forme di estrema sintesi. Tutte le immagini rimandano ad un repertorio simbolico non sempre immediatamente ricostruibile, come la raffigurazione della figura femminile che tiene in pugno due alberi dalle chiome contrapposte, forse la Madre terra oppure Eva, o ancora l'animale capovolto, con le fauci semiaperte che il lapicida di Vendaso ripete per ben tre volte. Forse la volpe che si finge morta per catturare gli incauti animali che si avvicinano credendo alla sua finzione, simbolo dell'ipocrisia mascherata dall'astuzia Torre campanaria o campanile la torre campanaria si affianca al lato meridionale della chiesa: è un volume di pietra coperto con manto di tegole alla marsigliese, disposto a a padiglione, privo di aperture fino alla cella campanaria caratterizzata da quattro bifore contrapposte simili a quella della facciata della pieve. Al piano terreno della torre si accede tramite un portale in arenaria con la ghiera formata da conci ben disegnati ornati con una cornice a dentelli di epoca tardomedievale. Più in alto, nel paramento murario si riconosce un'apertura, molto rimaneggiata appartenente ad una fase più antica della costruzione
- Fivizzano (MS)