la pieve di Offiano occupa il centro di un ameno pianoro coltivato a prato generato dai contrafforti meridionali del Monte Peci situato sullo spartiacque dei bacini del Torrente Mommio e dell’Aulella, attraversato da percorsi diretti a Lucca attraverso il passo di Tea. Il toponimo compare nel 1066, all’interno dell’ampio feudo che Guiterno di Regnano, di legge longobarda, donò al vescovado di Santa Maria di Luni per la redenzione della sua anima e che, a partire dal privilegio di Eugenio III del 1148, ritroviamo costantemente negli elenchi delle pievi della diocesi. L’attuale chiesa è un edificio, dall’esterno tardo medievale e dall’interno settecentesco, fiancheggiato a sinistra dalla torre campanaria ed, a destra, dal complesso della canonica. Stratificato anch’esso dal tempo e più volte rimaneggiato ha, come l’edificio religioso, registrato cambiamenti di gusto e di funzione talvolta combinati con la periodicità di quegli eventi sismici che ancora nel 2013 hanno coinvolto l’antico complesso plebano. Scavi archeologici condotti nel 1996 hanno verificato la presenza di un impianto basilicale triabsidato, allineato con le architetture plebane lunigianesi dei secoli XI-XII che interventi successivi, riconducibili presumibilmente ai secoli XIV-XV hanno in parte cancellato. L’attuale presbiterio è infatti addossato alla parete meridionale del precedente impianto a tre navate ricondotto ad una sola abside rettilinea secondo il gusto tardomedievale ed applicato anche nel rifacimento della, non lontana, chiesa di Monte dei Bianchi. Nella prima metà del secolo XVIII l’edificio fu ristrutturato fino ad assumere le forme attuali mediante la costruzione, all’interno della «scatola muraria» precedente, di un articolato sistema di pilastri e di volte con cupola, nella terza campata interpretata come pseudotransetto. La metrica tardobarocca dell’interno è declinata dalla trabeazione che inserisce in un disegno unitario strutture ed arredi di pregevole fattura, richiamati anche all’esterno dalle belle proporzioni di un portale in arenaria di gusto fivizzanese, dal fastigio a valve di conchiglia. Adorna la sobria facciata in arenaria a capanna ritmata da paraste, con il frontone rimaneggiato da interventi eseguiti dopo il sisma del 1920, affacciata verso il podio erboso che media la pendenza del terreno Facciata la facciata della pieve di San Pietro di Offiano, rivolta ad occidente, si eleva sul piano erboso di un alto podio sostenuto da murature perimetrali per tre lati e reso accessibile da una solenne scalinata in arenaria fiancheggiata da parapetti in muratura costruita dopo il 1826. La pagina compositiva è scandita da lesene, corrispondenti alla tripartizione delle navate interne, appoggiate su un plinto, legate da un cornicione settecentesco e prolungate sulla superficie del timpano triangolare. Elemento, quest’ultimo, intonacato a finto bugnato e ricostruito dopo il sisma del 1920 come denunciano anche gli orizzontamenti in mattoni, tipici di quel periodo, realizzati sui frontoni opposti del presbiterio Esterno edificio il fianco settentrionale presenta una muratura pseudoisodoma molto ben costruita con una monofora a tutto sesto, si notano l’innalzamento settecentesco per costruire le volte e tracce di murature tamponate. Allineata con l’antico presbiterio si trova la torre campanaria alla quale si addossano da oriente le cappelle dell’area cimiteriale. Il volume del presbiterio rettilineo si innesta sulla parete che delimita l’aula, in corrispondenza della navata centrale un poco più ampia, mostrando la parte basamentale molto rimaneggiata, visibile dopo gli scavi del 1996. Il lato destro è occupato quasi completamente dalla casa canonica e visibile soltanto nella parte più vicina alla facciata. Nella parte bassa si nota il frammento marmoreo di un bassorilievo con l’immagine di un pellegrino rappresentato a mezza figura dove si notano la grande bisaccia, la cintura ed i calzari Impianto strutturale l’impianto strutturale è generato da una pianta rettangolare, di lunghezza pari ad una volta e mezzo la larghezza, ripartita in tre navate. Il presbiterio con abside retta, di dimensioni inferiori all’aula, coperto da volta a vela, chiude lo spazio dell’organismo architettonico fiancheggiato da una coppia di ambienti della stessa profondità e di larghezza pari alle navate laterali, in modo da includere l’organismo architettonico in una figura geometrica conclusa. La navata centrale è suddivisa in tre campate a base subquadrata di dimensione equivalente, coperte da volte a vela, impostate su arcate a tutto sesto irrigidite da catene in entrambe le direzioni. Le navate laterali sono chiuse da volte a botte con generatrice perpendicolare alla navata principale sostenute da quattro robusti pilastri ottagonali e da paraste addossate ai muri perimetrali della chiesa medievale. La ristrutturazione settecentesca ha comportato l’innalzamento dell’antico edificio appoggiando sul piano d’imposta delle precedenti capriate la base delle strutture voltate. La terza di queste situata tra la navata ed il presbiterio era coperta a cupola come dimostra ancora il tamburo che sostiene l’attuale calotta ribassata o pseudocupola Interno l’interno dell’antica pieve medievale è stato trasformato in un arioso impianto barocco, illuminato dalle finestre aperte nelle lunette delle volte ed amplificato dalle ampie arcate che permettono alla navata centrale di includere nello stesso disegno la spazialità di quelle laterali, sfoltendo i sostegni dell’antico colonnato di cui sono rimasti tre capitelli erratici conservati al museo di Casola. La trabeazione adotta un capitello corinzieggiante dal fusto baccellato, sormontato dalla duplice fascia dell’architrave, dal fregio ornato con motivi fitomorfici e dalla cimasa appoggiata sul gocciolatoio. Gli altari laterali in marmi policromi e di buona mano si addossano alle pareti mantenendo la cornice con i fastigi sulla linea inferiore della trabeazione principale che in corrispondenza del presbiterio s’inarca dai lati per lasciare spazio alla tela raffigurante il martirio di San Pietro riprodotto dal Reni. La sagoma dell’altare maggiore, di gusto ligure, elabora l’ultimo ripiano spezzandone la continuità e realizzando due mensole laterali destinate ad ospitare angeli adoranti la SS. Eucaristia. Sul secondo pilastro di sinistra si trova un pulpito poligonale, in marmo bianco, con specchiature policrome sostenuto da robuste mensole; nella specchiatura centrale in marmo rosso è raffigurata l’immagine di San Pietro. La controfacciata è occupata dalla pregevole tribuna dell’organo a sbalzo su mensole lignee accessibile mediante una scala laterale, sempre in legno. Una porta, aperta in corrispondenza dello spigolo destro del fabbricato, suggerisce un collegamento indipendente dal vicino complesso canonicale Presbiterio il presbiterio rettilineo è delimitato da una balaustra in marmi policromi ornata con sfere brecciate in corrispondenza dei pilastri principali ed appoggiata su tre gradini. L’animata articolazione dei piani, ad andamento scalare contrario, dell’altare maggiore con la mensa a sarcofago ornata da una gloria dell’Eucaristia, mensole con protomi di cherubino, tabernacolo a tempietto, si eleva ancora di due gradini chiudendo la prospettiva del vano antistante. Sulla destra si legge l’iscrizione, con la data 1735 che, a causa della vetustà del precedente, motiva il rinnovamento dell’altare. Una cancellata di ferro battuto separa l’altare dal coro ligneo addossato alle pareti del presbiterio Struttura la struttura in pietra a faccia vista conserva le tracce delle successive trasformazioni dell’edificio dal frammento in bozzette calcaree appartenuto all’edificio dei secoli XI-XII, alle strutture parietali dei secoli successivi variamente ricomposte. Le parti intonacate attestano l’innalzamento e la trasformazione settecentesca ma anche i rifacimenti seguiti al sisma del 1920 Coperture la copertura è in coppi ed embrici a doppio spiovente su livelli corrispondenti all’altezza dei corpi di fabbrica del corpo principale e del presbiterio Pavimenti e pavimentazioni il pavimento dell’aula è in mattonelle quadrate di cotto disposto in diagonale Elementi decorativi gli apparati decorativi novecenteschi si dispongono sulle ghiere delle arcate e sulle modanature della trabeazione lasciando ampie campate monocromatiche di colore ocra. La figurazione si dispone nelle lunette e nelle pseudocalotte delle volte rappresentando episodi della vita di Cristo e della Chiesa. Si distingue tra queste la consegna delle chiavi a San Pietro, opera del fivizzanese Luigi Battistini del 1932 Elementi lignei la qualità riscontrata nella lavorazione dei marmi si rivela anche negli apparati lignei dalla policroma cantoria al coro al confessionale intarsiato in noce Torre campanaria o campanile la torre campanaria è uno slanciato volume in pietra a base quadrata, appoggiato su un plinto a scarpa. La cella campanaria a quattro fornici a tutto sesto con incorniciatura in conci di arenaria, sormontata da un fregio con oculi ellittici, appoggia su un unico volume dagli spigoli ben ammorsati. Sotto la linea del marcadavanzale della cella si leggono tracce di precedenti aperture mentre una struttura piramidale ribassata con pinnacolo centrale copre la torre
- Casola In Lunigiana (MS)