XIII - XIII (preesistenze intorno) La chiesa è ricordata nelle “Rationes Decimarum” del 1290 come dipendente dalla vicina pieve di San Giovanni, un imponente tempio gotico le cui strutture erano ancora visibili alla fine dell’Ottocento. La posizione della chiesa di San Giovanni, esterna alle mura castellane, ne ridimensiona nel tempo il ruolo, tanto che all’inizio del secolo XV deve cedere il titolo parrocchiale alla chiesa di San Pietro. XVI - 1579 (costruzione intero bene) L’accresciuta importanza della chiesa castellana suggerisce l’opportunità di un suo rifacimento in forme più ampie a cui si mise mano intorno al 1579. La chiesa risulta posta dentro il castello, non molto grande, costruita sotto volta, sostenuta da quattro pilastri e divisa in due piccole navate. La chiesa è, dunque, a due navate e possiede, oltre all’altare principale, altri sei altari laterali, tre per ciascuna parte. La pala dell’altare principale rappresentava “San Pietro nel momento del martirio sorretto da due angeli ed assistito da San Paolo”. A sinistra dell’altare principale figurava quello del Crocefisso con la “Maddalena e i Santi Francesco e Carlo”. Seguiva l’altare del “Rosario” in cui la Vergine compare con i Santi Domenico e Rosa attorniati dai Misteri del Rosario secondo una iconografia resa famosa da Lorenzo Lotto che la adotta per la pala di Cingoli. XVIII - 1726 (costruzione cappella interna) Tra i due altari, nel 1726, la visita pastorale segnala la presenza di due angeli porta candela e di una statua della Madonna riccamente vestita di tessuto d’oro e pietre preziose. Presso la porta principale si trovava una vera e propria cappella fatta erigere da Caterina Pasqualini che aveva messo a disposizione una stanza della propria casa attigua alla chiesa. Nella cappellina si adorava una Santa Croce, pregevole opera del ‘500 che fortunatamente ancora si conserva. 1744 - 1744 (ricostruzione intero bene) Nel 1744 la chiesa è stata ricostruita dalle fondamenta. A motivare la decisione furono ufficialmente le lesioni provocate da un terremoto, ma non dovette neanche essere estranea la volontà di ammodernare l’edificio, in linea con la tendenza del vescovo Fonseca, instancabile promotore di demolizioni e ricostruzioni. Per il nuovo edificio settecentesco si scelse la pianta centrale. Rimase invariato il numero degli altari che per la maggior parte conservarono l’invocazione precedente, nonostante quasi tutte le icone furono rinnovate secondo modelli iconografici moderni. L’articolazione dell’organismo architettonico della chiesa risultò in linea con le direttive del vescovo, che impose strutture di preminente carattere funzionale. E’ al concetto di decoro che si affida la connotazione formale dell’edificio per la cui progettazione non si esclude la partecipazione di Domenico Valeri. 1761 - 1761 (consacrazione intero bene) Lla chiesa parrocchiale ricostruita post terremoto fu consacrata il 21 Giugno del 1761 dal vescovo Antonio Fonseca. Si presenta nobile e funzionale, in forma quasi circolare, pur nelle sue limitate dimensioni.
V. G.Leopardi - Monsano (AN)