XV - XV (preesistenze intorno) La formazione di un nucleo abitato, dotato di mura, può farsi risalire all’inizio del secolo XV, ed esisteva già una chiesetta, piccola e senza pretese, costruita in seguito ad una pestilenza. In origine doveva essere un edificio semplice nella sua architettura. 1524 - 1527 (restauro intero bene) Tra il 1524 e il 1527 il Comune provvide a far restaurare la chiesetta a proprie spese; fu rifatto il tetto, o almeno una sua parte, furono restaurate le mura nonchè imbiancate le pareti. 1573 - 1573 (stato di degrado intero bene) Molto probabilmente la chiesa si trovava in cattive condizioni se, nel 1573, in occasione di una visita pastorale, ne vennero ordinate alla comunità la demolizione, con il recupero dei materiali, e la ricostruzione ex novo in un altro luogo. 1585 - 1589 (demolizione e ricostruzione intero bene) I lavori iniziarono nel 1585 e servirono ad ampliare e a consolidare la chiesa, pur lasciando inalterato l’aspetto spoglio e disadorno degli interni. La forma era quadrangolare, le pareti ignude; ma in quel piccolo tempio vi erano opere d’arte di qualche valore, come una Madonna della Misericordia, di autore ignoto, la Circoncisione del Ramazzani, una S. Famiglia del Sassoferrato, una Crocefissione di Claudio Ridolfi; addirittura si ipotizza che vi fosse una pala di Lorenzo Lotto. Il 5 Ottobre 1589 la chiesa fu ultimata. Sede parrocchiale rimaneva tuttavia l’Abbazia benedettina di San Benedetto dei Frondigliosi, fino al principio del secolo XVII. Con la decadenza monastica i beni dell’Abbazia passarono poi al vescovo che divenne, almeno formalmente, “parroco” del paese fino al 1978. 1595 - 1595 (consacrazione intero bene) Nel 1595 la nuova chiesa fu consacrata, come recita l’epigrafe della lapide collocata sull’ingresso principale. Più piccola dell’attuale, provvista di un campanile che nel 1617 già minacciava rovina e che verrà poi restaurato nel 1626. 1618 - 1663 (trasferimento Parrocchia intero bene) Nel 1618 la sede parrocchiale fu trasferita entro le mura, nella chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo. Nel 1663 trovò poi definitiva collocazione nella nuova parrocchiale di San Sebastiano, fuori le mura. L’attuale edificio è frutto però di interventi effettuati nel ‘700 e nell’ ‘800. XVIII - 1779 (stato di degrado intero bene) Da documenti di archivio si evince che la chiesa, nel 1779, era ridotta in cattivo stato, sia internamente che esternamente. Il tetto stava addirittura per crollare. 1780 - 1780 (progetto di ricostruzione intero bene) Nel 1780 si decise la totale ricostruzione dell’edificio, come era prassi del tempo con le chiese del passato; l’intento era quello di fornire un luogo di culto più ampio, facendo fronte così all’aumento della popolazione, e, allo stesso tempo, anche più “decoroso”, adornando la chiesa secondo il gusto corrente. Il progetto fu affidato dal vescovo Ubaldo Baldassini all’architetto Mattia Capponi, ma, a causa del sopraggiungere del turbine rivoluzionario, venne realizzato quasi cento anni dopo, pur nel rispetto dei disegni del progettista. 1878 - 1878 (ricostruzione intero bene) La chiesa è stata fatta costruire nel 1878 dal vescovo Rambaldo Magagnini, seguendo i disegni progettuali del Capponi, il più grande architetto che la Vallesina abbia prodotto. La collocazione della chiesa fu determinante per la nuova progettazione: non si tratta infatti di un edificio con fronte principale su di una piazza, come avviene nella maggior parte dei casi. La chiesa di San Sebastiano sorge lungo una delle vie di espansione del paese, subito a ridosso delle mura, ed è il fronte laterale che si innalza sulla via, tanto che, al centro, si trova un portale di ingresso alla chiesa, oltre a quello in asse alla navata, che si apre su di un vicolo. Il vecchio edificio venne prolungato ed innalzato di molti metri e venne fatto finire ad abside; una serie di colonne che corrono lungo la chiesa danno un aspetto neoclassico all’insieme e sporgono di due terzi dal muro, con acconce basi e capitelli di ordine composito. Il vescovo volle anche il campanile e la casa canonica. 1878 - 1895 (consacrazione intero bene) La chiesa venne consacrata il 10 Settembre 1878. L’interno, descrittoci dalla visita pastorale di monsignor Zonghi l’8 settembre 1895, appariva ovviamente molto diverso dal precedente, a cominciare dall’altare maggiore, ora dedicato a Gesù Risorto. Nel 1930 il pittore Pietro Pietroni, nativo di Castelplanio, affrescò il catino absidale. Della pittrice De Bacci Venuti è invece la tela posta sull’altare maggiore, dipinta nel 1923, raffigurante San Sebastiano, copia del Sodoma. 1999 - 1999 (ristrutturazione e restauro intero bene) Nel 1999 sono stati commissionati i lavori di ristrutturazione e restauro della chiesa. Sono stati affidati all’architetto Luca Schiavoni di Jesi, in collaborazione con l’architetto Isabella Fabrizi di Venezia. Sono stati eseguite le seguenti opere: ritinteggiatura delle pareti, riverniciatura degli infissi in legno, rifacimento dell’impianto elettrico e diversa sistemazione delle macchine ad aria per il riscaldamento, messa sotto traccia dei cavi della fonica e dell’illuminazione. Il prof. Moreno Angelani ha eseguito il progetto di restauro per le decorazioni murali della chiesa, con preventivo del 15/11/1997, i cui lavori sono stati approvati dalla sovrintendenza il 15/09/1998. 2004 - 2004 (rifacimento coperture) Nel 2004 sono state ristrutturate le coperture. Il rifacimento del tetto è stato infatti realizzato grazie ai finanziamenti del post terremoto. 2013 - 2013 (ristrutturazione casa canonica) Sono attualmente in corso i lavori di ristrutturazione della casa canonica ubicata al piano primo, con ingresso direttamente dal Corso Umberto I. Il progetto e la direzione lavori sono stati affidati all'ingegnere Giacomo Giacomini.
C. Umberto I, 76 - Castelplanio (AN)