Chiesa di S.Tommaso Becket Vescovo

P. Castello, 17 - Aulla Vedi la mappa

Informazioni

la chiesa parrocchiale di San Tommaso Becket di Pallerone si trova lungo la strada statale del Cerreto che attraversa il borgo separando il nucleo antico dallo sviluppo più recente, detto Borgo della fontana. L’edificio religioso, integrato negli sviluppi dell’abitato medievale e cinto da mura, fu fortificato dai Malaspina che vi costruirono un primo castello. Intorno al 1610 divenne residenza di Alderano, fratello di Lazzaro II° signore di Olivola, che ampliò la dimora con un nuovo palazzo collegato al precedente. Quando nel 1638 Pallerone divenne la sede principale del feudo anche la chiesa adiacente alla parte più vecchia del castello fu trasformata in una sorta di cappella palatina che Lazzaro III, nel 1704, in accordo con il popolo, rese più elegante. La facciata della chiesa Pallerone elabora il tema del prospetto porticato, sviluppando un doppio ordine sovrapposto, coronato da un fastigio in forma di edicola, con frontone curvilineo, raccordato ai lati da volute contrapposte. L’antica facciata fu affiancata un corpo di fabbrica che, se da un lato dotava la fabbrica di un comodo riparo per l’ingresso principale, dall’altro, realizzava la tribuna interna che avrebbe permesso ai marchesi di assistere in forma privata alle funzioni religiose. L’interno settecentesco si configurava come un’aula rettangolare, dalle pareti continue ornate con altari impreziositi da stucchi fantasiosi e vivaci, ripartita da arcate trasversali in tre campate coperte da volte a vela. Nel secolo XIX la parete di sinistra fu aperta con grandi arcate e gli altari furono trasferiti sul margine della nuova navata modificando l’assetto precedente. Sul fondo si disponeva il presbiterio, delimitato da una balaustra con colonnine toscane, animato dalle pareti poligonali del coro, generatici di spicchi ed unghie voltate di raccordo con le volte a botte che ne ricoprivano, oggi come allora, lo spazio. L’altare, di gusto ligure, si compone con la grande incorniciatura del fondo che conteneva una tela, oggi sostituita, raffigurante un’immagine del santo patrono. L’insieme, dopo gli ultimi restauri che hanno riportato alla luce le tinte originarie, ha acquistato freschezza e luminosità compensatrici, almeno in parte, assieme alle dorature, della penombra per l’assenza di vere finestre causata dall’aderenza ai vicini edifici del centro storico. La torre campanaria, con la guglia piramidale, si innalza al di spora delle abitazioni come quella raffigurata nelle tela seicentesca di San Luigi Gonzaga e Sant’Antonio da Padova collocata nella navata laterale Facciata la facciata della chiesa Pallerone elabora il tema del prospetto porticato, sviluppando un doppio ordine sovrapposto, coronato da un fastigio. Il porticato a tre fornici, a tutto sesto, con arcata centrale gerarchizzata, precede l’aula liturgica, ne distribuisce gli accessi e si addossa alla facciata più antica sostenendo l’ordine superiore, corrispondente al livello della tribuna interna. La partitura del fronte è scandita in tre campi di cui quello centrale adornato da una finestra rettangolare con incorniciatura a stucco, sormontata da una specchiatura circolare ricostruita tra le due guerre. La declinazione degli ordini procede dal porticato, animato da paraste targate, sormontate direttamente dalla trabeazione intermedia, priva di capitello e si sviluppa in quello superiore con l’ordine corinzio dalle paraste scanalate appoggiate su un plinto, sormontate dal cornicione. Un’edicola con frontone curvilineo, contenuta tra due paraste allineate con le sottostanti, scavata dalla nicchia che ospitava la Madonna con Bambino, oggi all’interno dell’edificio, configura il fastigio terminale, serrato tra volute laterali molto scavate sui fianchi. Alla pagina architettonica dal disegno, tardo settecentesco, si affianca da sinistra l’ampliamento ottocentesco della navata laterale diviso da una parasta centrale ed ornato con due oculi ellittici allineati con il primo cornicione. La facciata si affiancava al prospetto contiguo della parte più antica del palazzo marchionale, ristrutturato nel secoli XVII-XVIII, che presenta ancora il torrione cilindrico angolare, tardo rinascimentale, dalla base scarpata con le bocche da fuoco inserite nella muratura. La torre campanaria con la slanciata guglia piramidale emerge a destra della chiesa incastrata tra le abitazioni del borgo Impianto strutturale l’impianto strutturale dell’aula tra la controfacciata e l’innesto del presbiterio è generato da un rettangolo con la lunghezza circa il doppio della larghezza, preceduto da un portico a tre campate voltate a crociera. Addossato a quella che, presumibilmente, era la più antica facciata della chiesa, il volume è stato costruito per realizzare la tribuna, collegata con i palazzi Malaspina, che permetteva ai marchesi di assistere alle funzioni liturgiche in forma privata. A tale scopo si demolì parte della parete interna e la muratura della lunetta superiore fu sostenuta con i pilastri di un loggiato dai balaustri toscani. In seguito fu realizzata la scala che scende nella navata laterale e la tribuna, dopo l’inserimento dell’organo, avendo perduto l’originaria funzione, divenne l’attuale cantoria. L’aula settecentesca è ripartita in tre campate coperte da volte a vela, irrigidite da arcate trasversali munite di catene, sostenute da paraste raccordate con facce diagonali alle pareti perimetrali, includendo in questo modo lo spazio e la profondità delle cappelle laterali, all’interno della geometria animata della parete. Le ribattiture del pilastro dell’ultima campata adeguano la riduzione della larghezza del presbiterio a quella dell’aula, costruendo la struttura dell’arco trionfale, che media gradualmente le dimensioni senza interrompere continuità del vano. Il presbiterio si compone di una campata rettangolare, coperta a botte, con profonde unghie laterali, collegata agli spicchi del catino poligonale mediante un’arcata, sempre volata a botte, irrigidita dalle ghiere da una coppia di pilastri binati, dall’intercolumnio distanziato, in modo da ospitare le porte che immettono nei vani giacenti ai lati del presbiterio. L’impianto strutturale settecentesco, composto da un’aula con pareti continue, fu modificato nel secolo successivo per costruire la navata laterale. Furono allora aperte le tre arcate sul fianco meridionale della chiesa e si realizzò il vano aggiunto, subordinato a quello principale ed inserito all’interno del disegno dell’ordine. Il nuovo spazio fu coperto con volte a crociera, irrigidite da arcate trasversali, munite di catene e gli altari furono trasferiti sulla nuova parete all’interno di dossali dal nuovo disegno. Sul fondo fu aggiunta una campata con l’altare disposto sull’asse principale del vano, mentre all’ingresso, in corrispondenza con la larghezza della tribuna, è stato collocato il fonte battesimale Interno l’aula si configura come uno spazio regolare, animato dal movimento dei contrafforti con le facce diagonali che sostengono le volte a vela, ornate con incorniciature ellittiche, dipinte all’interno con scene sacre. Lo spazio non molto profondo delle cappelle settecentesche, non interessate dalla ristrutturazione del secolo successivo, è impreziosito dalle modanature e dai fastigi, talvolta esuberanti, di cui sono fregiati gli altari in stucco, ben inseriti nel disegno della trabeazione che li contiene. Anche la navata ottocentesca, sia pure con maggior rigidezza formale, mantiene il prestigio che la casata dei Malaspina di Olivola-Pallerone, nella figura di Lazzaro III, conferì all’edificio, ben espresso dall’iscrizione dipinta sul cartiglio sinistro del presbiterio recante la data del 1704 Presbiterio il presbiterio si trova su un piano sostenuto da due gradini disposti in senso trasversale per tutta la larghezza del vano sormontati da un parapetto con balaustri toscani in marmo. Lo spazio diviso dall’altare in due parti non interferisce con le proporzioni dell’aula componendosi di un modulo proprio raccordato con la poligonale del coro da una coppia di paraste binate corinzieggianti, dal capitello schiacciato, ornato con festoni di frutta. Questo elemento permette l’apertura di due porte contrapposte, sormontane da nicchie, con semicalotta a valva di conchiglia collegata da un ricco cartiglio all’architrave sottostante, entrambi contenevano iscrizioni, ma soltanto quello di sinistra è stato conservato permettendoci di risalire alla data di ristrutturazione del fabbricato, mentre l’altro è stato cancellato e non è più leggibile, in alto tra i due capitelli campeggiano gli stemmi contrapposti con i monogrammi di Cristo e della Vergine. L’altare in marmi policromi, di gusto ligure, non interrompe il rapporto visivo con il retrostante coro, dove campeggia la grande incorniciatura in stucco che morde il fregio della trabeazione dell’aula, con la tela raffigurante l’immagine del patrono, oggi sostituita con una moderna raffigurazione. Le facce poligonali e rettilinee del presbiterio sono ornate con medaglioni, incorniciati a stucco, annodati con fiocchi all’architrave dell’ordine maggiore: al loro interno tele del medesimo formato raffigurano santi ed evangelisti Struttura la struttura dell’edificio è in muratura portante in pietra intonacata Coperture la copertura dell’aula è a doppio spiovente in cotto su struttura lignea Pavimenti e pavimentazioni il pavimento dell’aula è in mattonelle quadrate di marmo bianco con inserti neri distanziati e fascia centrale in marmo policromo a disegni distanziati di moderna fattura Elementi decorativi l’apparato decorativo della chiesa è nell’insieme molto ricco sia sotto il profilo cromatico che compositivo. Le ampie campiture rosacee esaltano la decorazione a stucco che orna la trabeazione, gli stemmi, i fregi ed i fastigi degli altari, le incorniciature delle volte ornate con facce di angeli con due paia di ali. Di particolare interesse sono i paliotti degli altari e le mensole che li fiancheggiano, improntati dalla medesima struttura decorativa Torre campanaria o campanile la torre campanaria a base quadrata è inserita all’interno del borgo sullo spigolo laterale destro del presbiterio. Si eleva al di sopra delle case con il prisma quadrato dell’elevato sul quale appoggia la torre campanari a quattro fornici sormontata da un tamburo ottagonale su cui s’imposta una slanciata guglia rivestita di rame

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