Diocesi di Firenze
Da un documento del 983 sappiamo che l'antica chiesa di Santa Maria Novella fu riconfermata in concessione ai canonici della cattedrale fiorentina dall'imperatore Ottone II. La città del X secolo era, in confronto a oggi, notevolmente ridotta e la piccola chiesa sorgeva fuori dalle mura. I documenti dell'epoca la citano talvolta col nome di Santa Maria tra le Vigne, a testimoniare la ripresa della coltivazione delle terre circostanti la città, un tempo abbandonate e quindi recuperate e considerate novelle, da cui forse la chiesa ha preso il suo nome. Nel 1094 fu consacrata una nuova chiesa di Santa Maria Novella, vicina ma staccata dalla precedente e più grande, con l'accesso a est verso l'attuale piazza dell'Unità Italiana, e situata nella zona della sacrestia e in parte della chiesa vecchia. Col passare del tempo anche Firenze, come le altre città europee, cominciò ad attirare a sé un flusso sempre maggiore di popolazione e mentre in città le singole famiglie della nobiltà terriera si scontravano per il controllo del potere o per il dominio dei territori, i nuovi arrivati si aggregavano fuori dalle mura in borghi. Quando tuttavia nel 1170 si decise di ampliare le mura cittadine, la chiesa continuò a restarvi fuori, sebbene mano a mano crescesse un borgo fitto di case intorno a essa. Col passare degli anni le tensioni socio-politiche tra le varie componenti del tessuto sociale crebbero fino a diventare insanabili: la classe dominante infatti tendeva a cercare di mantenere il sistema vigente per garantirsi la propria permanenza al potere, la classe emergente (principalmente mercanti e imprenditori) cercavano invece di affrancarsi dai vincoli feudali e di rendersi autonoma sconfiggendo la classe dominante, la popolazione cittadina infine era costituita da una massa di lavoratori, imprescindibile per il processo produttivo, ma pressoché completamente emarginata dalla vita cittadina e quasi ridotta alla fame. In questo clima colmo di attriti anche il modello religioso del passato era in declino e non rispondeva più alle mutate esigenze dei tempi. Movimenti pauperistici si contrapponevano alla chiesa, identificata con la ricca curia romana e pensata corrotta e lontana dal originario spirito ed apostolico. Quanto mai tempestive e provvidenziali si rivelarono dunque le risposte di San Domenico e di San Francesco, che grazie al loro operato e alla loro santità seppero garantire il successo della riproposizione del messaggio evangelico e riconfermare l'apostolicità dell'ideale cristiano alla società del loro tempo. E infatti proprio la situazione religiosa della città, in particolare la forte e radicatapresenza dell'eresia catara, fu uno delle ragioni dell'invio a Firenze nel 1219 di una delegazione di 12 frati domenicani guidati dal Beato Giovanni da Salerno, che giunse da Bologna per volere dello stesso San Domenico e che nel 1221, grazie all'appoggio pontificio, prese possesso dell'antico edificio di Santa Maria Novella. Sin dall'inizio sia la chiesa che i locali destinati all'abitazione si rivelarono inadeguati alle necessità di una comunità in continua espansione, poiché ai primi 12 frati bolognesi se ne aggiunsero presto altri, affascinati dall'ideale apostolico che San Domenico aveva dato al suo ordine. Quando poi nel 1244 un noto oratore domenicano, San Pietro da Verona (San Pietro Martire) venne a predicare a Firenze, la chiesa non fu più in grado di accogliere i fedeli che accorrevano ad ascoltarlo. Anche la piazza antistante, come suddetto l'odierna piazza dell'Unità Italiana, ma nota fino al 1882 come piazza Vecchia di Santa Maria Novella, risultò angusta e fu necessario ampliarla a dimensioni più adeguate, gettando così le basi di quello che era destinato a diventare uno dei maggiori insediamenti religiosi, polo d'attrazione e punto di riferimento della città. Già dal 1242 gli antichi cronisti dell'ordine domenicano fanno risalire la decisione di attivarsi per avere una chiesa più capiente e nel 1246 fu ottenuta dal papa un'indulgenza per chi avesse contribuito ai lavori che furono intrapresi a tale scopo grazie, soprattutto, all'impegno di fra Aldobrandino Cavalcanti. Non si può dire con certezza se si trattasse di un nuovo edificio, più grande e autonomo da quello vecchio, ma ancora con l' ingresso rivolto alla piazza Vecchia di Santa Maria Novella, oppure del transetto di quello vecchio del quale preludeva le grandiose dimensioni. Di fatto, il 18 ottobre del 1279 il cardinale domenicano Latino Malabranca, fondò e benedisse la prima pietra della chiesa di Santa Maria Novella dei frati predicatori e nel 1284 la chiesa fu inclusa nella nuova cerchia muraria, nuovamente ampliata data la straordinaria crescita della città.
Descrizione e/o foto tratte da www.chiesasantamarianovella.it/storia-di-santa-maria-novella
P. S. Maria Novella 18 - Firenze (FI)