1618/10/14 - 1621 (fase preliminare alla costruzione carattere generale) La chiesa della Madonna di Onea fu costruita in onore di un'immagine mariana ritenuta miracolosa, dipinta tra XV e XVI secolo all'interno di un'edicola sacra che si trovava a monte della chiesa attuale, tra i masi di Ronchi e Torcegno. Venuta in auge la devozione per tale immagine, in occasione della visita pastorale del 24 settembre 1618 la comunità di Borgo Valsugana espresse al vescovo feltrino il desiderio di costruire un santuario per ricoverare degnamente l'affresco miracoloso. Il consenso del presule arrivò il 14 ottobre 1618, ma l'approvazione dei capitoli di fondazione da parte dell'arciduca Leopoldo V, necessaria all'avvio del cantiere, si fece attendere fino al 26 dicembre 1620. Nella primavera successiva la comunità ottenne le autorizzazioni vescovile e civile per l'avvio del cantiere. 1621/06/07 - 1621/06/07 (posa della prima pietra intero bene) La costruzione del tempio fu avviata ufficialmente il 7 giugno 1621 con la posa della prima pietra, benedetta dal pievano di Borgo don Giacomo Girardi. 1621/07/02 - 1621/07/02 (traslazione dell'immagine miracolosa carattere generale) Secondo Bertondelli (1665) l'immagine miracolosa della Madonna di Onea sarebbe stata traslata nel santuario in costruzione il 2 luglio 1621 (incerta). 1621/06/07 - 1639 (costruzione intero bene) L'edificio fu costruito su disegno del pittore e architetto locale Lorenzo Fiorentini, che più tardi fu coinvolto anche nella decorazione interna. Il cantiere, nel quale furono attive maestranze trentine coadiuvate e dirette da maestri comacini, tra i quali si ricorda in particolare Giovanni Pietro Romerio, si protrasse per quasi un ventennio fino al 1639, data riportata in facciata. Tra il 1622 e il 1624 è documentata la presenza nel cantiere di Antonio Balino, tagliapietra di Borgo, al quale spetta la lavorazione della facciata, del cornicione e delle finestre. Il manto di copertura della fabbrica fu realizzato nel 1632 dal maestro Giovanni Maria Menguzzo di Villa di Castello Tesino. 1636 - 1639 (decorazione intero bene) La decorazione della volta del presbiterio e delle lunette della navata fu eseguita da Lorenzo Fiorentini tra il 1636 e il 1639. 1640/05/19 - 1640/05/19 (inaugurazione carattere generale) Il 19 maggio 1640 venne cantata la prima messa nel nuovo santuario. 1642 - 1642 (descrizione intero bene) Gli atti della visita pastorale condotta dal vescovo di Feltre Zerbino Lugo nel 1642 riportano una descrizione del santuario mariano. La chiesa, dotata di un unico altare, presentava una copertura a volta e la pavimentazione era limitata solo al presbiterio. 1653 - 1654 (costruzione campanile) Il campanile fu costruito tra il 1653 e il 1654 sotto la direzione del comacino Giovanni Pietro Romerio. 1662 - 1662 (rifacimento volta della navata) Nel 1662 fu rifatta la volta della navata che minacciava di cadere. 1782 - 1782 (soppressione carattere generale) Nel 1782 la chiesa fu soppressa per decreto imperiale di Giuseppe II. 1786/09/18 - 1786/09/18 (passaggio di proprietà intero bene) Il santuario soppresso fu ceduto dalla cancelleria di Castel Telvana al barone Carlo Ippoliti il 18 settembre 1786. 1786/04/16 - 1786/04/16 (cambio giurisdizione carattere generale) Il territorio della pieve di Borgo Valsugana rimase soggetto alla diocesi di Feltre fino al 16 aprile 1786, quando fu accorpato a quella di Trento. 1787/09/11 - 1787/09/11 (restituzione al culto carattere generale) L'11 settembre 1787 il barone Carlo Ippoliti ottenne dall'arciduca d'Austria il decreto di riapertura della chiesa. 1790/05/22 - 1790/07/13 (passaggio di proprietà intero bene) Nel 1790 il barone Ippoliti decise di donare il santuario alla comunità di Borgo. La richiesta dell'approvazione imperiale fu inoltrata dal barone il 22 maggio e l'atto di donazione venne rogato il 13 luglio dello stesso anno. Carlo Ippoliti dotava la chiesa di un capitale di 200 ragnesi, che doveva servire a farvi celebrare una messa annuale da parte di un sacerdote di cui la famiglia si riservava il diritto di elezione. Di contro la comunità di Borgo si impegnava a farsi carico al mantenimento e al decoro della struttura. 1844 - 1844 (descrizione sagrato) Secondo gli atti della visita pastorale del 30 maggio 1844 la chiesa era allora circondata da "uno spazio recinto circondato ad alti muri, e atto a capire più centinaia di persone". Si ignora l'epoca della demolizione di tale recinzione. 1848/07/01 - 1848/07/01 (danneggiamento intero bene) In occasione dello straripamento del vicino torrente Rivo del 1 luglio 1848 la chiesa fu inondata da fango e detriti durante una funzione religiosa. Nessuno dei presenti rimase ucciso ma gravi furono i danni causati all'edificio. 1850 - 1899 (restauro intero bene) In seguito all'inondazione l'edificio fu più volte sottoposto a lavori di restauro e sistemazione ripetuti per tutto il secondo Ottocento. 1921 - 1921 (restauro intero bene) Nel 1921 il santuario fu sottoposto ad imprecisati lavori di restauro. 1932 - 1932 (restauro decorazione) Gli affreschi di Fiorentini furono restaurati nel 1932 dalla Società Arti Decorative Interne G. Marchetti & C. di Vicenza. 1932 - 1932 (rifacimento coperture) Nel 1932 il Comune di Borgo Valsugana finanziò il rifacimento delle coperture. L'intervento fu condotto dall'impresa Battisti e dalla Società Arti Decorative Interne G. Marchetti & C. di Vicenza, sotto la direzione della Soprintendenza alle Belle Arti di Trento. 1948 - 1950 (sostituzione vetrate intero bene) Tra il 1948 e il 1950 il pittore Scipione Ballardini condusse il restauro e il parziale rifacimento delle vetrate della chiesa. 2006 - 2010 (restauro intero bene) Nel corso del quadriennio 2006-2010 la chiesa è stata sottoposta ad un radicale intervento di restauro conservativo che ha interessato sia l'interno sia l'esterno dell'edificio. I principali lavori eseguiti hanno interessato il consolidamento statico dell'edificio, il risanamento e il ripristino degli intonaci interni ed esterni, la demolizione dello zoccolo lapideo interno per consentire il drenaggio dell'umidità di risalita. Contestualmente si è provveduto alla sostituzione della pavimentazione di inizio Novecento a cementine rosse e nere in corsi diagonali, con quella attuale a quadrotte di pietra calcarea.
V. per Torcegno - Borgo Valsugana (TN)